Jean-Pierre Melville, con FRANK COSTELLO FACCIA D’ANGELO, questo film l'aveva già fatto (il titolo originale era LE SAMOURAI, quindi anche i riferimenti giapponesi c'erano tutti). C'era Alain Delon al posto di Forest Whitaker, ma il personaggio era lo stesso. Qui l'idea delle frasi prese dal codice samurai che appaiono anticipando commentando quanto sta accadendo è azzeccata, il finale ha una sua strana poesia, ma poi? In poche parole: il film dov’è? Per un'ora e trequarti seguiamo le silenziose camminate del protagonista per la città, ci sorbiamo il suo misterioso rapporto col gelataio del parco (che lui afferma essere...Leggi tutto il suo miglior amico pur non riuscendo a comunicarci chiaramente per problemi di lingua), i suoi delitti con pistola e silenziatore, i suoi viaggi in macchina ascoltando sull'autoradio musica rap, le sue esercitazioni con spada sul terrazzone dove si riposa con gli amati piccioni viaggiatori. La sceneggiatura (di Jim Jarmusch come la regia) in pratica non esiste: trovato il personaggio Jarmusch pensa di aver finito il lavoro e ci abbozza attorno una storia di mafia (c'è pure Henry Silva redivivo) a dir poco pretestuosa, utile solo per chiarire il rapporto tra i samurai e il suo padrone (per l'appunto un mafioso che in gioventù gli aveva salvato la vita). Cinema minimale, surreale, in punta di piedi, finanche poetico se vogliamo, ma anche pesante, vacuo, ripetitivo e nemmeno salvabile da una regia particolarmente raffinata. Qualcosa di buono c'è, ma nel complesso GHOST DOG (che è poi il soprannome del protagonista) riporta in pieno gli stessi gravi difetti dell'originale di Melville.
E’ la storia del più improbabile sicario mai visto: faccia da tontolone, segue l’antico codice dei samurai e alleva piccioni che osserva volteggiare. Sa essere freddo ma anche ingenuo, con un forte senso dell’onore. E’ ultraservile verso il suo padrone, almeno finchè… Film ai limiti dell’ipnotico. Ha in sè una lentezza, un non ritmo che però ho subìto piacevolmente, perchè ti fa riflettere, entrando così nell'ordine di idee, nella filosofia del protagonista. Lui uccide ma ha dei principi, tanto da risultare buono nonostante le mani sporche di sangue. Bravo Whitaker. Da vedere.
MEMORABILE: Il colpo sparato attraverso il buco del lavandino.
E' uno di quei film in cui la storia è molto meno importante dei personaggi che descrive; e il "ghost dog" del titolo è sicuramente personaggio interessante e ottimamente interpretato da Forest Withaker. Jarmush è regista non proprio per tutti e questo film lo conferma, il ritmo è molto lento ma il film si fa seguire abbastanza facilmente. Non un capolavoro ma comunque una visione la merita sicuramente.
Anomala incursione nel genere gangster da parte di Jarmush. Il film è stato costruito su misura per Forest Whitaker (come dichiarato proprio dal regista) e il suo personaggio Ghost Dog, il sicario più improbabile della storia del cinema: alto, impacciato, cicciotto... e seguace del Codice del Samurai. Non ci sono scene spettacolari: l'unico modo per godere appieno il film è farsi trasportare dal suo ritmo lento e dalle atmosfere coinvolgenti. Soddisfacente ma troppo povero nella trama. Bravo Whitaker.
Ottima pellicola di Jarmush che ironizza e spinge al riso mostrando gli aspetti più cupi della società americana attraverso gli occhi, le parole, i gesti dei malavitosi. Sopra di essi si erge una sorta di figura eterea ma al contempo sporca che segue una sua propria filosofia (e questo lo distingue). Come il samurai che è destinato e costretto a seguire il proprio codice comportamentale, bushido, così Whitaker deve agire e pensare per sopravvivere in una società annullata. Intimista.
Bel film di Jarmush, forse non tra i suoi più riusciti, ma senz'altro molto intenso e personale. Film fatto di atmosfere più che di una vera e propria storia e segnato da una particolare attenzione per la caratterizzazione dei personaggi, specie per il protagonista, peculiare killer professionista che segue il codice dei guerrieri orientali ed ha l'animo gentile di un amante degli animali. A questi presta il proprio volto il bravo Whitaker ad una delle migliori interpretazioni in carriera.
Postmoderno collage citazionista di tanto cinema (tra cui in primis Le samourai di Melville) è in realtà uno sguardo rapido e profondo sulle diversità e le etnie scomparse che popolano le metropoli e le rendono vitali pur nella suburbia e un nostalgico omaggio al cinema dei tempi d'oro. Ironico, tenero, fuori dal tempo e contemporaneo allo stesso tempo, con omaggi a Di Leo e a Tarantino, "Ghost Dog" è uno dei migliori Jarmush di sempre, stralunato come il volto di Whitaker o la barca sul tetto che non partirà mai.
MEMORABILE: Il sax di Jimmy Lyons campionato nella colonna sonora di Rza.
Jarmush non è un regista normale, come non sono normali le storie che racconta. Questa peculiarità, però, lo pone nel girone di quelli che si amano o si odiano. Ecco, io sto nel mezzo e per questo motivo non sono riuscito per nulla ad apprezzare questa pellicola cucita addosso a Forest Whitaker: il killer panzuto che comunica coi piccioni mancava nel nostro immaginario collettivo. Poco credibile e per questo motivo fondamentalmente noioso, anche a causa dello scarso ritmo e della sceneggiatura a dir poco inesistente. Prescindibile.
Ottimo film di Jarmush: introspettivo e controverso. Un uomo si identifica con i samurai seguendo seguendone le leggi. In debito con uno dei scagnozzi si riserva di lavorare per i cattivi mettendo in mostra la sua perfetta arte della lotta. Con i risvolti della storia, tale arte sarà usata inversamente. Forest Withaker dimostra di essere un grande attore allo stesso modo di alcuni volti antichi per parecchio tempo lontani dalle scene come Silva. La musica rap in sottofondo è azzeccata. La parte della bambina è grandiosa considerando come finisce il film.
MEMORABILE: Geniali le parti in cui il gelataio e il protagonista riescono a capirsi parlando in lingua diversa
Un killer misterioso vive secondo la regola dei samurai giapponesi lavora per un mafioso che un tempo gli salvò la vita. Ma tutto cambia, tutto tranne l'osservanza alla regola. Film unico nel suo genere, dominato da Whitaker nel personaggio della carriera. Gangster movie surreale in un mondo che non ha più molto di razionale, attraversato da storie di cui si sa già il finale, perché (come dice la bambina Pauline a Ghost Dog) a volte è bello sapere già come va a finire. Del resto, "la fine è importante in tutte le cose" (Hagakure, 2. 38).
Film pieno di fascino, dalla regia essenziale (e davvero bella) la quale riesce a mantenere nel binario della godibilità una vicenda che invece sembra far di tutto per deragliare. Il sicario cicciotto al soldo della mafia che vive con la filosofia degli antichi samurai e che comunica solo con i suoi amati piccioni viaggiatori, il gelataio che parla solo francese, la simpatica bambina, i cartoni animati che rimandano alla realtà e viceversa, l'ambiente mafioso continuamente sbeffeggiato... Gran minestrone di stramberie dall'indovinato amalgama.
Ispirandosi all’Hagakure (il codice dei samurai) Jarmush costruisce uno splendido noir e lo fa nel suo stile. Il genere viene rivisitato in parte rispettandone i canoni, in parte “arricchendolo” con innesti comici e surreali. I ritmi sono dilatati come accade spesso al regista eppure la pellicola riesce a coinvolgere grazie anche e soprattutto ad un bellissimo personaggio e a quelli di contorno che fanno perfettamente la loro parte. Gustosissima e riuscita partecipazione di Henry Silva.
MEMORABILE: La scena in cui i due amici parlano in lingue diverse riuscendo però comunque a comunicare e a dirsi le stesse cose. La tirata sui nomignoli
Un film sull'estinzione. Un samurai fuori tempo massimo contro una cricca di mafiosi senescenti e imbolsiti; entrambi sono destinati a cedere il passo a nuove (e non necessariamente migliori) generazioni. L'essenza del film sta racchiusa nell'incontro di Ghost Dog con i due cacciatori di orsi. Il petroso Silva fa di inespressività virtù. Crepuscolare.
Splendido noir, atipico, ipnotico, crepuscolare, con qualche esplosione di violenza mitigata da gustosi tocchi di ironia e tenerezza. Non per tutti i gusti: si richiede infatti la capacità di lasciarsi trasportare dalle avventure di un personaggio fuori da ogni convenzione, che diventa grandissimo solo quando si riesce ad entrare nel suo mondo (e per facilitare la cosa si introducono citazioni zen, ma forse non ce n'era nemmeno bisogno). Perfetta colonna sonora rap, anche per chi (come il sottoscritto) non apprezza il genere. Da non perdere.
Un capolavoro assoluto. Un samurai nero, strabico e fuori peso massimo, è fedele all'hagakure in maniera maniacale. I luoghi e i personaggi sono semplicemente grotteschi; le situazioni sono tali per cui la fusione fra il drammatico e l'assurdo comico è totale. Il ritmo è lentissimo ma allo stesso tempo incalzante. Un'epopea omerica e un viaggio verso il significato ultimo dell'esistenza. Jim Jarmusch e Forrest Whitaker superlativi.
MEMORABILE: P: "Can't you understand what he's saying?" GD: "No, I don't speak French, only english". P: "And that's your best friend?" GD: "Yeah".
Un personaggio che vive ai margini della società, con un suo rigido codice comportamentale, legato all'uomo che gli ha salvato la vita. Criminali entrambi in fondo; il protagonista è un killer mentre il suo salvatore è un mafioso. Eppure ci si scopre a stare dalla sua parte, a vederlo come un buono. Perchè si sacrifica? No, si parteggia per lui già da prima. Forse perché in un mondo assurdo egli ha un'etica, molto particolare, ma che segue rigorosamente. Insolito.
MEMORABILE: I dialoghi col gelataio, in cui pur senza capirsi dicono le stesse cose; il discorso fra i mafiosi sui nomi indiani; la barca sul tetto.
Ritmo e tempi dilatati per una storia che stenta a decollare e che si fa più interessante nel finale, presentando alcuni aspetti di sicuro interesse; Forest Whitaker è l'ottimo interprete protagonista per un sicario atipico che segue i preconcetti dei samurai, riportati in un ambiente urbano e moderno. Lo sviluppo della sceneggiatura non è poi così esaltante, ma merita una visione.
MEMORABILE: L'esecuzione dei cacciatori di frodo da parte di Ghost Dog.
Di sicuro interesse il parallelismo tra la sottocultura delle gang afroamericane e le regole d’onore del codice samurai. Il personaggio di Whitaker funziona nei suoi silenzi, ma il contorno noir con la mafia vecchio stile che guarda solo cartoni animati fa scendere di livello l’attenzione, anche perché i momenti di tensione vengono poco sfruttati. Si deve aggiungere un ritmo piatto che non avvince. Buona la fotografia notturna.
Se si ha la fortuna di entrare in "comunicazione" con la poetica jarmuschiana, l'opera può dare delle notevoli soddisfazioni. Detto ciò, la surreale-grottesca-atipica rilettura del genere noir si nobilita con una personalissima regia e con una sceneggiatura dai ritmi lenti e dilatati che permette al girato di toccare momenti di abbacinante lirismo. L'autenticità di Whitaker (nel ruolo della carriera) entra nelle viscere. In questo caso la colonna sonora (curata dal "tarantiniano" RZA) eleva esponenzialmente il valore del prodotto. Uno dei migliori esempi di produzione di fine secolo.
MEMORABILE: Il flashback che mostra la genesi del rapporto fra padrone e samurai.
Il codice dei samurai è il pretesto, in questo film di Jarmush, per sottolineare l’importanza del rispetto. Il rispetto per i debiti personali, come l’impegno preso con il vecchio boss che ti ha salvato la vita; il rispetto per l’amicizia, evidenziato dallo strano rapporto con il gelataio francese che il protagonista non capisce nemmeno e il rispetto per la natura e gli animali (splendida la scena con i bracconieri). In questo contesto si muove un improbabile ma indimenticabile Whitaker bravo a dare la giusta dose di follia e pacatezza a un personaggio memorabile.
Piacevole divertissement con un micidiale killer nero sovrappeso, seguace dell'ethos dei samurai e amante dei piccioni, alle prese con una grottesca ed esilarante gang di anziani mafiosi italoamericani. Più una strampalata serie di personaggi di contorno variamente assortiti. Il cinema è anche questo, gioco combinatorio che, quando riesce, ed è questo il caso, regala un'ora e mezza di leggerezza.
MEMORABILE: Biasimato dal compare per aver sparato a una poliziotta, il mafioso replica "maschio sciovinista".
Killer di colore che vive in piccionaia fedele all’etica del samurai diviene il bersaglio di un pittoresco clan mafioso. Dopo il western Jarmusch si cimenta con il genere gangster firmando il suo film più coinvolgente e concreto. Sempre stralunato e surreale ma meno laconico del solito, è una via di mezzo tra Frank Costello (il killer solitario fedele al proprio destino) e Quei bravi ragazzi (i mafiosi italo-americani qui buffamente rincitrulliti ma non meno pericolosi di quelli di Scorsese). Una riflessione sull’etica in un mondo alla deriva.
MEMORABILE: Il mafioso italiano amante del rap ucciso attraverso il tubo di scarico del lavandino; Gli incontri con il gelataio francese; Lo scontro finale.
Scandito dalle leggi morali del samurai, inversamente accompagnato dall’hip hop di RZA, dall’andamento placido e inarrestabile come un orso nella foresta: è il revenge movie secondo Jarmusch, un apologo surreale imperniato sui valori dell’essere umano (rispetto, sincerità e amicizia su tutti). Contornato da personaggi stralunati e fumettosi (la figlia del boss, gli scagnozzi mafiosi che, incantati, guardano solo cartoons) ma anche immondi (Louie), rimane un esperimento sospeso a metà, un meritevole noir bizzarro con un protagonista interessante.
Seguace della filosofia Bushido dell'Hagakure, Ghost Dog esegue "contratti" con perfezionismo per un piccolo mafioso italoamericano che gli salvò la vita anni prima; durante l'ultima esecuzione, però, un intoppo inverte le parti e il sicario-samurai diventa il bersaglio da eliminare da parte del suo committente-signore. Jarmusch, con il suo stile rarefatto e metaforico, ambienta le gesta del giovane sicario afroamericano lungo le strade del New Jersey, in un affresco dell'altra faccia del sogno USA. di fine millennio. Ottimo remake di Frank Costello Faccia d'Angelo di Melville.
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In questo senso, mi pare che funzioni. Forse ne avevamo discusso a proposito di un altro film (ora non ricordo quale).
Grazie della risposta.
DiscussioneMatalo! • 11/01/12 22:01 Call center Davinotti - 614 interventi
Ciao, riapro questa discussione in quanto solo di recente sono riuscito a scoprire il titolo di un film visto di notte tempo fa su Fuori orario; film dal quale Jarmush cita una scena, scena che, appena la vidi, ovviamente fece scattare in me la ricerca del film. Si tratta di un vero cult movie contemporaneo, "La farfalla sul mirino"(Koroshi no rokuin), con scheda presente su Davinotti. La scena è quella celebre dello sparo dal tubo del lavandino, che Jarmush riprende quasi letteralmente
http://www.youtube.com/watch?v=VDkdN75jStw ai minuti 0:20 la scena. Questo è uno dei tanti esempi riguardanti il collage citazionista (non pedante) del bel film di Jarmush che non è un remake di nulla ma che, in maniera molto differente da Tarantino (a cui forse un po' paga almeno lo stimolo a realizzare un film così sebbene la poetica di jarmush presenti da sempre citazioni e riletture)è un film fatto con molti pezzi di altri film rivisti e arbitrariamente riletti
Molto interessante. Grazie della segnalazione.
Indubbiamente, Ghost Dog è un film in cui le convenzioni di genere e anche di struttura narrativa sono stravolte o, se utilizzate, lo sono in maniera volutamente adulterata (o adulterina, per così dire).
Postmodernista, direbbero i sapientini.
Poi, se c'è un'idea forte, tutto funziona, citazioni incluse.
Se manca, viene fuori il Tarantino post Pulp Fiction. Direbbe il sottoscritto.
La colonna sonora è stata curata da RZA che compare pure nel film in un minusculo ruolo (fotogramma in basso).
Ecco lo scambio di battute fra Ghost Dog(Forest Whitaker) e RZA:
RZA: Ghost Dog, forza ed uguaglianza Ghost Dog: E tu possa sempre vedere fratello
HomevideoRocchiola • 24/03/20 09:25 Call center Davinotti - 1258 interventi
Il DVD della Dell'Angelo-Studio Canal è ormai fuori catalogo ma con un pò di fortuna lo si può ancora reperire on-line o sulle bancarelle a prezzi non troppo elevati. Essendo piuttosto datato offre una qualità discreta ma non impeccabile per un film abbastanza recente. Video 1.78 mediamente pulito ma non particolarmente incisivo. Permangono qualche spuntinatura e granulosità di fondo e la definizione è migliorabile. Ma nell'insieme si lascia guardare senza particolari problemi. L'audio italiano è indicato in stereo 2.0 e scorre pulito e discretamente putente. C'è un anche bluray francese che non ha l'audio italiano ma pare molto buono sotto il profilo visivo.
DiscussioneRaremirko • 19/04/21 23:07 Call center Davinotti - 3862 interventi
Più che buono ma forse da alcuni un pò sopravvalutato; come al solito Jarmush intervalla sequenze a componimenti poetici (o comunque riflessioni), curando regia e musiche.
Buon cast (c'è pure Silva!) in un film che innesta elementi orientali in un film classico indeciso tra Spike Lee e mafia movie.
HomevideoRocchiola • 18/03/24 15:30 Call center Davinotti - 1258 interventi
Per ora Cecchi Gori ha fatto uscire solo il DVD ma almeno in versione restaurata. Le immagini appaiono ripulite dalle sporadiche spuntinature presenti nella vecchia edizione Dell'Angelo. Anche la granulosità di fondo appare diminuita, mentre la definzione è discreta pur non elevandosi dalla media dei prodotti in SD. Audio italiano chiaro ma non molto potente. Nell'insieme un pò meglio della precedente edizione ormai fuori catalogo, ma ci si aspettava un master in HD in blu-ray.
Per ora Cecchi Gori ha fatto uscire solo il DVD ma almeno in versione restaurata. Le immagini appaiono ripulite dalle sporadiche spuntinature presenti nella vecchia edizione Dell'Angelo. Anche la granulosità di fondo appare diminuita, mentre la definzione è discreta pur non elevandosi dalla media dei prodotti in SD. Audio italiano chiaro ma non molto potente. Nell'insieme un pò meglio della precedente edizione ormai fuori catalogo, ma ci si aspettava un master in HD in blu-ray.
Io sul sito di Cecchi Gori vedo anche la possibilità di comprare la versione 4k più bluray. Tu, no?
HomevideoRocchiola • 20/03/24 16:25 Call center Davinotti - 1258 interventi
Forse solo dal sito, perchè nella mia videoteca di fiducia che è solitamente fornitissima mi dicono che a loro lo hanno proposto per la vendita solo in DVD. Bisogna approfondire.... Cotola ebbe a dire:
Rocchiola ebbe a dire:
Per ora Cecchi Gori ha fatto uscire solo il DVD ma almeno in versione restaurata. Le immagini appaiono ripulite dalle sporadiche spuntinature presenti nella vecchia edizione Dell'Angelo. Anche la granulosità di fondo appare diminuita, mentre la definzione è discreta pur non elevandosi dalla media dei prodotti in SD. Audio italiano chiaro ma non molto potente. Nell'insieme un pò meglio della precedente edizione ormai fuori catalogo, ma ci si aspettava un master in HD in blu-ray.
Io sul sito di Cecchi Gori vedo anche la possibilità di comprare la versione 4k più bluray. Tu, no?