Terza miniserie sui fatti di cosa nostra. Perelli, con una regia efficace ed un buon cast di attori, mette su una sceneggiatura che rilancia la serie con un finale pieno di colpi di scena che difende e conferma i suoi record d'ascolto invadendo i piccoli schermi di tutto il mondo. Intrigante ed imprevedibile.
Giunta alla terza serie, la saga sulla mafia siciliana (ormai fenomeno globale come bene dimostrato proprio in questa fiction) si trasferisce nel nord Italia affrontando la criminalità tra i cosiddetti "colletti bianchi". La regia passa a Luigi Perelli che dà alla vicenda un taglio più televisivo ma sostanzialmente efficace nel racconto. Sempre di buon livello la prova del cast che vede l'importante ingresso del personaggi interpretato da Remo Girone che diventerà centrale nelle stagioni successive.
Perelli confeziona un prodotto eccellente per il buon gusto di certe scene e la crudezza di altre; il soggetto di De Concini si avvale della splendida sceneggiatura del duo Petraglia-Rulli, che racconta, stavolta, di una mafia alle prese con traffici internazionali di armi e con la complicità, pagata a caro prezzo, di una ricca famiglia di banchieri. Cattani riscopre, pur tra mille insicurezze, la voglia di amare, ma non dimentica la sua vendetta. Si segnala l'ingresso di Tano, il quale avrà sempre maggiore spazio nelle serie successive. Ottima.
Grandi novità nel terzo atto della saga. In regia Perelli subentra a due mostri sacri come Damiani e Vancini, escono di scena gli storici nemici di Cattani Terrasini e Laudeo mentre esordisce il Tano Cariddi di Remo Girone, che diverrà cruciale nelle serie successive. La prima puntata è strepitosa, poi il livello si mantiene comunque alto fino alle battute conclusive, che a dire il vero deludono. Resta un prodotto validissimo, anche per merito dell'ottimo cast, ma l'impressione è quella di aver assistito a un lungo capitolo interlocutorio.
Pur non all'altezza delle due serie precedenti, questa terza mantiene diversi motivi di interesse. Agli attori appartenenti al cast storico delle precedenti serie se ne aggiungono altri e alcuni offrono un'ottima prova. Non si distanzia troppo a livello di trama dalla seconda serie. Fa il suo ingresso il personaggio di Tano Cariddi interpretato da un giovane ma già bravo e convincente Remo Girone.
Si continuano a mostrare le trame ordite dai potenti, ormai in una visuale internazionale: il terzo capitolo, più aperto all'azione, si apre sempre di più all'introspezione malinconica, non solo per Cattani ma anche nei sommovimenti familiari degli Antinari (centrato l'inserimento della De Sio, più empatizzante della Bolkan). Sette puntate sono davvero troppe e i momenti più stanchi non mancano, ma questa stagione si dimostra meno legnosa e verbosa della precedente. Seppur in secondo piano, assume già una sua robusta caratterizzazione Tano Cariddi. Discreta la regia di Perelli.
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Nel cast andrebbe aggiunto anche Angelo Boscariol, appare al minuto 52 circa dell'episodio 6 nel ruolo dell'uomo che riceve e accompagna Tano(Remo Girone) dal Puparo(Marcello Tusco)