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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

In un cinema in cui i supereroi abbondano, il richiamo ad essi per ridefinire le qualità non comuni di una coppia che, al di là del tempo e delle avversità, riesce a rinnovare felicemente la propria relazione, appare forse un po’ furbo ma ironicamente plausibile. Anna (Trinca) e Marco (Borghi) sono diversissimi: lei disegnatrice e fumettista dal carattere imprevedibile tipico dell’artista, lui professore di fisica abituato a calcolare con precisione statistica ogni imprevisto. Gli opposti si attraggono: la legge che in amore si applica frequentemente e su grande schermo ancor di più. Ma sembra più il semplice recupero di uno schema sicuro sul quale poi...Leggi tutto appoggiare una storia la cui particolarità principale è quella di frantumare il tempo (magari prendendo spunto dalle teorie esposte da Marco in classe) spezzando continuamente la narrazione, percorrendo avanti e indietro le settimane, i mesi e gli anni (venti) per comporre un mosaico comunque facilmente interpretabile. Superati i dubbi legati alla prima parte, in cui talvolta si fatica ad afferrare la corretta concatenazione di molti eventi, si arriva a capire come il tempo non diventi necessariamente, nemmeno in una vicenda che copre un periodo tanto lungo, un fattore chiave. Non una novità, al cinema, e c’è chi come Iñárritu ci ha costruito le fondamenta di una carriera, ma nulla impone che in Italia non si possa seguire il trend senza proporre qualcosa di valido. Anna, sotto l’abituale psedudonimo di Drusilla, sfrutta la propria relazione con Marco per proporre al suo capo (Severgnini) una nuova striscia che chiama per l’appunto “Supereroi”, nella quale la coppia protagonista ad ogni nuovo capitolo (o “missione”) affronta i problemi di ogni giorno risolvendoli. Il fumetto diventa celebre, Anna comincia a guadagnare bene ma il denaro non è mai al centro del rapporto con Marco, consumato invece tra piccoli screzi, momenti felici, le relazioni con gli amici e gli estranei, i tradimenti, le vacanze a Ponza (l’ambientazione è però milanese), il continuo ritorno ai loro primi incontri, le svolte drammatiche tenute nascoste e pronte a deflagrare nel finale… Supportato da una buona interpretazione di Borghi e da una Jasmine Trinca un po’ troppo ammiccante, eccessiva nell’ininterrotto ricorso al sorriso complice, il film si lascia vedere azzeccando qualche buon momento che evidenzia una sceneggiatura scritta con cura alternato ad altri che svelano invece il ricorso a banalità deplorevoli. Genovese in regia garantisce comunque una discreta godibilità dell’insieme, che va da una gestione oculata delle tante fratture temporali al calibrato e studiato uso delle citazioni (dal Grant che balla in LOVE ACTUALLY alla complessa interpolazione tra “Disperato erotico stomp” di Dalla e i suoni elettronici moderni). Detto di qualche personaggio inserito goffamente (Elena Sofia Ricci come madre sciagurata di Anna) per aggiungere alla vicenda quella varietà ribadita dalle puntate estere a Copenhagen e Marrakech e dai viaggi a Ponza, è Borghi – usato in più occasioni quasi come spalla dell’esuberante Trinca (in eccellente stato fisico) – a conferire credibilità sufficiente alla storia e a permetterle di trovare un timido, onesto spazio in un panorama che di film così ne conta già in gran numero.

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Orson 18/04/22 01:23 - 122 commenti

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Tremendo lacrima movie in cui tutto è fintissimo, a partire dal personaggio di Borghi che incarna l'uomo perfetto: intelligente professore di fisica ma anche uomo prestante, dolce e paziente, che regala viaggi last second a Marrakesh e guida il motoscafo a Ponza. Per tutto il tempo sopporta stoicamente la Trinca che fa la isterica radical chic, mentre si dipana la loro storia d'amore decennale tra continui sbalzi avanti e indietro nella linea temporale. Inevitabili tumori e malattie al cuore completano il corollario del tipico dramma d'autore all'italiana. Insopportabile.

Lou 1/01/22 22:16 - 1123 commenti

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Storia di vita di coppia, lui fisico lei fumettista, raccontata in back e forward nei momenti più felici e sofferti. Le due ore si fanno sentire, con la parte finale melodrammatica che segue quella del perdersi e ritrovarsi, a tratti eccessivamente zuccherosa e simile a tanto altro cinema italiano. Bella l’ambientazione milanese, con parentesi a Ponza, e convincente la coppia di attori, soprattutto Borghi. C’è pure Severgnini.

Galbo 13/02/22 10:44 - 12411 commenti

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Genovese tesse con questo film un elogio della normalità della coppia e della fatica di vivere il quotidiano. Un film assai curato, bene ambientato e interpretato e meritevole di visione, sebbene con alcuni limiti: anzitutto una narrazione un po' confusa a causa dei continui rimandi tra passato e presente che tendono a disorientare lo spettatore che rischia di perdere il filo della trama; un aspetto generale della pellicola un po' troppo patinato che lo allontana dalla realtà della maggior parte delle persone; infine un epilogo prevedibile ed evitabile.

Gottardi 14/02/22 16:05 - 396 commenti

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Si narra la storia avanti e indietro nel tempo di lui e lei che passano attraverso le consuete peripezie: l’entusiasmo della conoscenza iniziale, l’indecisione tremebonda quando le cose si fanno serie, tira e molla, storielle extra, insomma tutto il repertorio classico compreso il colpo basso finale. Tutto frullato con una fotografia virata all’arancione e una Milano rigorosamente elegante con incursione a Ponza da cartolina. Le buone capacità di Genovese e l’impegno dei protagonisti salvano la zattera e tutto fila liscio come bere un bicchier d’acqua. Lasciando lo stesso gusto.

Sbiriguda 28/02/22 10:41 - 37 commenti

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Anna e Marco secondo Genovese sono i veri supereroi del quotidiano, disposti a molto pur di mantenere felice la loro relazione a dispetto del tempo. Ben girato e ben ambientato tra Milano, Ponza e brevi digressioni estere, ma penalizzato da una narrazione frenetica e cronologicamente non lineare che stanca e disorienta, anche perché a cambiare è praticamente solo la pettinatura della Trinca. Evitabile e ruffiano il risvolto strappalacrime finale, stereotipato ma a suo modo efficace nell'impianto complessivo di un film che non è il capolavoro di cui si legge ma che merita la visione.

Paulaster 3/03/22 09:52 - 4449 commenti

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Dottore in fisica e fumettista si incontrano sotto la pioggia. L'esame della relazione tra i due si è visto innumerevoli volte (Casomai, Dieci inverni…), anche con il classico escamotage degli intrecci temporali. Genovese intesse una trama in cui Borghi riesce a inventarsi il personaggio mentre la Trinca lo perde quando diventa amorevole. Nella seconda parte sembra di entrare in un lacrima movie dal finale a dir poco edulcorato. Le seconde linee non sono curate troppo bene, a partire dalla madre teatrante; alcuni dialoghi terribili (sul tradimento e “La salute è borghese”).
MEMORABILE: La prova dei cappelli in negozio; La notizia della malattia di lei; Il farsi vedere il disegno nascosto dietro l’armadio.

Gabrius79 6/03/22 23:27 - 1429 commenti

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Per quanto ci siano un certo impegno e una certa bravura da parte di Borghi e della Trinca, assistiamo a un film che ha una narrazione talvolta confusionaria. Nel suo insieme però il racconto è discreto e si lascia andare a una certa dose di sentimento. Buona la fotografia e valida la regia di Genovese (comunque non al suo meglio). Forse una durata più breve avrebbe giovato.

Rambo90 20/03/22 00:00 - 7707 commenti

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La vita di una coppia attraverso dieci anni, tra rimbalzi temporali che possono generare confusione ma che in definitiva rappresentano la cosa più interessante del film. Ci si chiede come si arrivi a passaggi prima solo citati, si spera insieme ai personaggi che tutte le "missioni" vadano in porto. La lunghezza eccessiva però, e una mezz'ora finale eccessivamente meló, appesantiscono la visione. Bravi e affiatati i due protagonisti. Non male.

Ira72 25/04/22 15:06 - 1315 commenti

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L’idea di creare una pellicola sui supereroi come coppie che resistono unite nel tempo è originale. La sceneggiatura è curata e i protagonisti in parte, con un Borghi dosato e una Trinca talvolta un po’ eccessiva. Non è male come film, ma per il contenuto in sé poteva essere sforbiciato e reso meno melenso. L’ultima parte, infatti, risulta a tratti stucchevole e soporifera. Inoltre, al solito, quando si abusa dei salti temporali, con continui intrecci tra passato e presente (in cui il passato, addirittura, coinvolge epoche diverse), si rischia di confondere e annoiare. Peccato.

Jandileida 17/03/23 19:50 - 1568 commenti

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Quello strano animale che è la vita insieme viene affrontato da Genovese mettendogli un bel mantello rosso: la similitudine tra coppia e supereroi non dispiace. Come più che onesta è la prima ora e mezza di film, in cui si ripetono sì sempre gli stessi passi di danza (figlio sì / figlio no, amante sì / amante no, parliamo sì / parliamo no), ma con una certa cura per forma e "coreografia" (buona la gestione dell'avanti e indietro temporale). Purtroppo poi si scivola in una specie di lacrima movie, condito da dialoghi scadenti di cui nessuno sentiva il bisogno. Buon cast.

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Capannelle 1/04/24 11:27 - 4420 commenti

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Va riconosciuto a Genovese di aver approcciato la commedia sentimentale in modo meno banale di quanto capiti di norma e a Borghi una caratterizzazione altrettanto interessante. Tuttavia la durata del film e gli intrecci temporali che il regista dispensa come Ave Maria in un rosario non permettono un ragionamento compiuto sulle questioni messe sul tappeto, legate all'accettazione del sé e delle responsabilità di coppia. Velleitarie poi le divagazioni estere e anche le solite cover musicali, un marchio registrato di Genovese (ma hanno stancato).
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