Etabeta • 15/11/23 00:35
Disoccupato - 2 interventi Belfagor ebbe a dire:Volevo rinfrescare la discussione su questo film prendendo spunto da un'osservazione fatta qualche giorno fa. Stavo mostrando le mie recensioni ad un amico e questi mi ha domandato perché avessi dato a questo film il voto minimo e a La Passione di Giovanna d'Arco il massimo, in quanto entrambi i film trattano il tema della fede e, in particolare, del martirio.
La mia risposta è stata che considero La Passione di Giovanna d'Arco un capolavoro come pochi perché riesce a coinvolgere nella sua ottica anche chi non crede (un ateo "forte" come il sottoscritto, per esempio). C'è del dolore anche in quel film, certo, ma è rappresentato in modo completo: fisico ma anche morale e spirituale. Si potrebbe quasi considerare un'esperienza mistica, intima e universale allo stesso tempo. Dunque il regista è riuscito perfettamente a rendere l'idea che si era prefissato di portare sullo schermo, avvalendosi anche di una tecnica di altissimo livello. Cinque pallini meritatissimi, dunque.
Passiamo ora a La Passione di Cristo. È, innanzitutto, un'operazione disonesta e poco coerente: non c'è alcun valore simbolico nel film, solo un'ostentazione della violenza ad un livello che non esiterei a definire pornografico. In secondo luogo, ho il sospetto che il regista voglia farci sentire in colpa piuttosto che renderci partecipi di quella che, dal punto di vista religioso, dovrebbe essere un'esperienza di rilievo. Non mi sorprende, dunque, che molti credenti l'abbiano trovato offensivo o addirittura rivoltante. In pratica Gibson passa il suo Redentore al tritacarne per due ore e poi cerca di scaricare la colpa addosso al pubblico. Quindi, un pallino.
Spero di essere stato abbastanza obbiettivo nella motivazione del mio giudizio, e anche che possa dare inizio ad un'utile discussione. Voi che ne pensate?
Trovo ingeneroso paragonare questo film a un capolavoro quale La passione di Giovanna d'Arco, fermo restando che m. g. scava solo sull'aspetto "vittimistico" della passione. Ma questo è un pregio, perché non vedo cosa ci sia di male a fare sentire in colpa i credenti, anzi gli spettatori in genere. Il cattolicissimo m. g. genialmente "mette il dito sulla piaga" è il caso di dire. Il Cristo opera la redenzione caricando su di sé i peccati di tutta l'umanità. Anche se l'effetto è monocorde, il concetto che il film esprime non poteva essere espresso meglio di così, perlomeno a livello puramente spettacolare. Si potranno fare film più complessi e più meditati sul tema, ma nessuno più impressionante di questo, ed è ciò che m. g. secondo me giustamente voleva, riuscendoci in pieno. Almeno questo gli si deve riconoscere, e non mi pare poco.
Ultima modifica: 15/11/23 08:05 da
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