Discussioni su Salò o le 120 giornate di Sodoma - Film (1975) | Pagina 1

DISCUSSIONE GENERALE

143 post
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  • Matalo! • 3/09/08 14:15
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Pasolini,Salò:opera di un pervertito e basta o opera che dalla (presunta, possibile, non certa e comunque comune al genere umano)perversione diventa programmatico ritratto del cuore di tenebra della borghesia? Parliamone, why not?
  • Zender • 3/09/08 16:13
    Capo scrivano - 47835 interventi
    Direi che "opera di un pervertito e basta" è "leggermente" sminuente nei confronti di un personaggio che può piacere e non piacere ma che alla cultura italiana ha comunque dato. A me non ha mai entusiasmato, ma è innegabile che sia film di raro impatto emotivo e colpisca esattamente dove vuole colpire.
  • Gugly • 3/09/08 17:05
    Portaborse - 4710 interventi
    sono d'accordo con Zender, non bisogna categorizzare eccessivamente, occorre giudicare l'opera per quello che rappresenta e non per il suo autore...
  • Undying • 3/09/08 17:26
    Risorse umane - 7574 interventi
    Va inquadrato nell'insieme (assai più ampio) della "Trilogia della Vita", perciò la "tristezza, il malessere, il nichilismo e la depressione" che può generare la visione di Salò è controbilanciata dalle atmosfere gioiose e vitali presenti nel Canterbury Proibito, ne Il Decameron e ne Il Fiore delle Mille e Una Notte.

    Ricordo che questo specifico film avrebbe dovuto rappresentare il primo tassello della "Trilogia della Morte", rimasta incompiuta per la prematura scomparsa del colto e importantissimo Autore.
    Ultima modifica: 4/09/08 01:31 da Undying
  • Matalo! • 4/09/08 13:32
    Call center Davinotti - 614 interventi
    beh se vlete saperlo per me è uno dei film migliori di pasolini.
  • Gugly • 4/09/08 14:11
    Portaborse - 4710 interventi
    Posso dire la mia in generale su Pasolini, dato che il film non ho ancora avuto il coraggio di vederlo, e dell'autore ho letto articoli e visto altri film: Pasolini viveva una profonda conflittualità in quanto proveniente dalla medesima borghesia che ha ritratto in questo e altri film ( es. Teorema), nel quale si identificava per studi fatti e concezioni di fondo ( il padre era un militare di carriera e la madre un'insegnate elementare), ma allo stesso tempo ne rifuggiva per le condanne e l'ostracismo subiti a causa della propria "diversità" che ha vissuto ( anche) come un peccato da espiare, nonchè per la militanza politica nel partito comunista, dal quale comunque fu messo al bando per gli stessi motivi di cui sopra. Forse da qui proviene l'ansia della Trilogia della Vita e il progetto della Trilogia della Morte, con una visione più plumbea mano a mano che il tempo passa e svaniscono sogni, desideri e speranze.
  • Zender • 4/09/08 15:33
    Capo scrivano - 47835 interventi
    Matalo! ebbe a dire:
    beh se vlete saperlo per me è uno dei film migliori di pasolini.
    Era il segreto di Pulcinella, Matalo! Il tuo commento è presente,..
    Gugly, è ora che tu prenda il coraggio a due mani e ti avventuri: non puoi non vederlo, considerato il tuo interesse per l'autore. Non è certo uno dei suoi film perdibili... Ah, fallo dopo aver perso l'abitudine di mettere uno spazio dopo l'aperta parentesi :)
  • Gugly • 4/09/08 19:32
    Portaborse - 4710 interventi
    va bene...agli ordini!
  • Cotola • 4/09/08 20:13
    Consigliere avanzato - 3848 interventi
    In primo luogo complimenti a Matalo per l'ottimo post d'apertura che ho trovato "provocatorio", interessante ed intelligente.
    Certamente questo è uno dei film di Pasolini più complessi che il regista abbia girato. Non per tutti i gusti, a tratti insostenibile anche per chi ha il pelo sullo stomaco, è tuttavia meritevole perché, a mio avviso, oltre ad "analizzare il cuore nero della borghesia" cerca di scandagliare i meandri più bui e profondi dell'animo umano e lo fa con grande spietatezza e lucidità senza arretrare dinanzi ad orrori ed efferatezze varie. A questo proposito va anche ricordato (anche se sicuramente lo saprete già tutti) che il film è tratto (pur con evidenti modifiche operate da Pasolini) dall'opera del marchese De Sade "Le 120 giornate di Sodoma e Gomorra" che in quanto a efferatezze e sgradevolezze è anche peggiore (nel senso di più insostenibile e duro da digerire) della pellicola.
    Infine vorrei dire che se è vero che come quasi tutti i film è possibile darne un giudizio autonomo, è anche vero che come già detto da qualcuno va letto anche alla luce dei tre capitoli della trilogia della vita di cui questa pellicola voleva essere una sorta di inizio di controcanto che avrebbe dovuto continuare con altre due pellicole che avrebbero dovuto completare la trilogia della morte che non venne mai portata a termine per la tragica scomparsa dell'autore.
  • Gugly • 4/09/08 21:14
    Portaborse - 4710 interventi
    complimenti a tutti per gli spunti di discussione, credo che Pasolini sia ancora molto attuale per gli interrogativi che nel bene e nel male riesce a suscitare anche con riferimento alla società odierna.
  • Matalo! • 4/09/08 21:21
    Call center Davinotti - 614 interventi
    E' giusto, come ha sottolineato un nostro sodale nella recensione,che Pasolini nella fase finale era diventato un po' petulante e moralista ma c'è da dire che nulla di ciò in questo film funesto, una delle pellicole "terribili" della storia del cinema.Che può sollevare disprezzo(basta leggere che ne dice Leonard Maltin)e ella cui inquietudine non si riesce (o non ci si vuole)specchiare.E anche se Pasolini avesse messo dentro la sua zona oscura? E con ciò?Sappiamo che Pasolini non si perdonò mai della sua omosessualità che considerava una malattia del sangue(in senso metaforico).E che fosse certamente ipersensibile alla pietas come alla nequizie.Ma non è forse compito di un artista attingere dai prpri mostri e da questi illuminarsi e dirigere il suo discorso in un contesto generale.
    Certo la differenza tra lui e Sade è enorme;Sade non ha alcuna rivendicazione morale nel suo bruttissimo ma imprescindibile testo. Pasolini sì.Questo può non piacere, legittimamente.Ma sollevare dubbi sul film in base ad una presunta perversità dell'autore...non sono nè pro nè contro.emplicemente non mi interessa. Son fatti suoi.
  • Matalo! • 4/09/08 21:28
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Io ero dubitoso sulla tesi del complotto ai danni di Pasolini, con Pelosi come capro espiatorio consenziente finchè non lo vidi intervistato.Da quel che diceva, dalle sue contraddizioni,dall'evidente impossibilità che un ragazzino potesse sistemare a botte sino alla morte uno dei pochi, se non l'unico intellettuale che poteva vantare una notevole forza fisica, che era uno sportivo, un fascio di muscoli...insomma, dopo aver sentito pelosi, la sua ipocrisia mi viene facile credere che Pasolini sia stato fatto fuori da un complotto fascista se non di qualche fetta di Stato.Io non amo la dietrologia la fantapolitica, trovo che Pasolini sia un autore che abbia fatto anche brutta roba (le poesie non mi piacciono, i romanzi in parte, il suo cinema oscilla tra capolavoro e fetecchia)ma che come intellettuale sia rappresentativo non per ciò che disse ma per il mezzo, la speguidicatezza, la santa voglia di polemica (i suoi aritcoli raccolti su Le belle bandiere sono folgoranti)e quindi per me non è un santo.Ma che sia stato fatto ammazzare ormai non ho dubbi.
  • Gugly • 4/09/08 21:43
    Portaborse - 4710 interventi
    Mumble mumble....di ipotesi se ne sono fatte tante, tanto che è anche materia del bel film di Marco Tullio Giordana; io non credo che Pasolini sia stato fatto fuori specificamente da un complotto fascista, anche se i suoi corsivi pubblicati sul Corriere della Sera a rileggerli ancora oggi danno da pensare...spero di spiegarmi: proprio perchè era un intellettuale nel senso più classico del termine, ovvero un teorico, aldilà delle polemiche che le sue dichiarazioni scatenavano Pasolini era tollerato dall'establishment, che aveva bisogno di una voce critica, e poteva sempre rimproverargli come ha fatto la sua diversità...sono più del parere che Pasolini sia stato ammazzato in un agguato estemporaneo ( la Fallaci parlò con un testimone anonimo di una rapina degenerata), magari per le troppe domande che andava facendo ai giovani marchettari sui loro giri e i loro prottettori. Quanto al processo insabbiato (rimando al libro di Giordana dal medesimo titolo del film), Pasolini morto massacrato in un campetto di periferia ad Ostia è scomodo, e va seppellito il più in fretta possibile.
  • Gugly • 4/09/08 21:52
    Portaborse - 4710 interventi
    Mettiamola così: caro Matalo, la tua domanda iniziale ha innescato un dibattito nel quale si sono sentite diverse voci, ma sempre nell'ambito di una discussione civile e stimolante... per conto mio non ho sollevato dubbi sul film in base alla presunta perversità dell'autore, e quanto alla descrizione della personalità pasoliniana mi pare che siamo sostanzialmente d'accordo.
  • Zender • 5/09/08 00:05
    Capo scrivano - 47835 interventi
    Mi pare che nessuno abbia sparato scemenze quindi direi che la discussione può definirsi proficua e interessante.
  • Matalo! • 5/09/08 14:48
    Call center Davinotti - 614 interventi
    non era una provocazione la mia infatti non sia mai non voglio innescare deleterie lti;solo una riflessione;-)
  • Matalo! • 5/09/08 14:51
    Call center Davinotti - 614 interventi
    ok non conosco l'intervista alla Fallaci, autrice che mai mi è piaciuta(sono del 65 e quindi non sono le sue ultime sparate ad avermela fatta odiare).Però sapeva fare la giornalista.Se hai un rimando all'intervista mi piacerebbe leggerla.
    Io sono sempre stato neghittoso alla tesi dell'omicidio politico ma a vedere come Pelosi insabbiava o dribblava certe domande...mah
  • Gugly • 5/09/08 17:15
    Portaborse - 4710 interventi
    L'intervista la trovi sul libro scritto da Marco Tullio Giordana nel suo libro " Pasolini un delitto italiano" (ed. Mondadori)...non ho trovato riferimenti diretti sul web, comunque si tratta di un tempestoso colloquio tra la Fallaci ed un anonimo ragazzo romano, il quale terrorizzato confessa che a Pasolini volevano "sola' er portafoglio".
  • Markus • 6/10/08 21:32
    Scrivano - 4775 interventi
    x M.shannon

    benvenuto tra noi innanzitutto.
    Certo, so benissimo che qualcuno già lo sapeva, ma in internet non ho visto (e forse mi è sfuggito) un reale reportage 1975-2008, dunque, in attesa di sopraluogo, ho voluto segnalarlo.

    Come avrai visto, le location "copyright" da me trovate con Zender, sono ben altre.
  • M.shannon • 30/12/08 10:58
    Disoccupato - 307 interventi
    Aldo Valletti (il Presidente), come tutti sanno era un generico di Cinecittà (lo vediamo anche in una breve comparsata, tra gli altri, in Febbre da cavallo... )Pasolini affermo che aveva notato quel volto (" di un generico che in venti anni non aveva detto una sola battuta..") Giorgio Cataldi (il Monsignore),invece era un amico di borgata di Pasolini.

    Ora, considerando che i due nel film sono doppiati dalle particolarissime voci di Marco Bellocchio (regista piacentino)e Giorgio Caproni (poeta livornese); è divertente scoprire da questo backstage, come i due in realtà parlavano un romanesco sfigatissimo: attenzione, peraltro, a cosa dice Cataldi..)

    http://it.youtube.com/watch?v=aZhwLk95t9g&feature=related
    Ultima modifica: 30/12/08 19:02 da M.shannon