Buiomega71 • 8/08/12 10:10
Consigliere - 26052 interventi L'ESTATE FRANCESE IN NERO
Deray, Deray, finiti i tempi della
Piscina e di
Morti sospette.
Come quasi tutti i grandi artigiani del cinema nero, arrivati a fine carriera, ci si accorge di aver ormai detto tutto, e si mettono in piedi striminziti gialletti come questo, che fanno della noia e della convenzionalità il loro punto di forza.
Prolisso, noioso, pervaso da un torpore narrativo che fa costantemente guardare il running time, tra pub fumosi, personaggi da commediaccia, momenti di ridicolo involontario, risibili indagini e seduzioni erotiche che sfiorano l'assurdità.
Deray mostra i locali fumosi e jazzosi (ma i tempi di
Borsalino sono ormai lontani), discoteche in puro stile anni 80 alla Discoring, patinatismi da videoclip poveristico, spacciatori di droga da operetta, dialoghi su dialoghi (il più delle volte inascoltabili) e improbabili quanto ridicole storie d'amore.
La Rampling fà la fatalona ninfomane mangiauomini, gira in pelliccia, e sotto la pelliccia niente, concupisce il povero Serrault (di culto la seduzione con lei in auto al telefono, e lui in un Pub affollatissimo. Lei: "Devi dirmi che mi vuoi scopare!", lui, dall'altro capo telefonico nell'imbarazzo generale, prima tentenna e poi grida :"Sì, ti voglio scopare!") per sfociare nell'apoteosi del ridicolo (la scena d'amore tra lui e la Rampling in una doccia che sembra uscita da un film di Just Jaeckin. Serrault stoccafisso che la bacia a labbra serrate e da annali da cinema trash).
La Rampling, poi, non ha un briciolo di sensualità, anche se regala nudi full frontal e una lascività perenne, ma la sua androginia non ha lo stesso effetto del
Portiere di notte, e qui sembra appunto una notte col portiere da tanto e fintamente e artificiosamente sexy.
Serrault, poi, come commissario di polizia e poco credibile, e passa il tempo a sentire registrazioni audio sporcaccione, fà filosofia da quattro soldi e incute soggezzione quanto Oreste Lionello (vederlo malmenare due spacciatori in un garage, poi, suscita grasse risate assicurate).
L'aspetto "nero" e secondario, e il tutto e più improntato verso un erotismo da Postal Market.
Cosa salvare dal disastro totale questo gialletto allora? Semplice, il finale. Sì, perchè Deray regala un finalone denso di morbosità, tra incesto e follia, ben costruito e girato, anche se ormai il film e arrivato al capolinea.
Un finale che regala sprazzi davvero foschi, di una sessualità malata e contorta, che risveglia dallo stato catatonico.
Tolto il finale, però, rimane un operazione stantia e superficiale, con ben poche sorprese e un andazzo da telefilm.
Buiomega71