Nella società degli uomini - Film (1997)

Due trentenni americani in carriera fingono di innamorarsi di una giovane collega in difficoltà (è sordomuta) per poi prendersi gioco di lei ed abbandonarla. Opera d'esordio di Neil LaBute è un commedia graffiante e caustica sul rampantismo della società contemporanea che appare spietata e spesso popolata da soggetti eticamente riprovevoli. Il film ha il suo punto di forza nella sceneggiatura, nella cura dei dialoghi e nelle belle interpretazioni dei protagonisti, specie Aaron Eckhart al suo ruolo migliore.

Stronzi: non ci sono altre parole per definire i due colletti bianchi in carriera che, machiavellicamente, si dedicano a distruggere emotivamente una ragazza sorda facendola innamorare. Nell’amara e graffiante lettura di LaBute il mix di maschilismo e arrivismo, descritto senza troppi fronzoli ma in maniera diretta, sta alla base dello stile di vita americano e della via al successo. Un film sconsolante, che nella scansione rigida di dialoghi “perfetti” sconta forse il fatto di essere un po’ troppo appiattito sulla sua origine teatrale.

Un film che ci racconta una storia di abuso e presunzione, di cui il protagonista Aaron Eckhart impersona uno spaccato di società non solo maschilista ma inutilmente opportunista. A smentire il titolo non sono solo le malfatte subite dalla malcapitata di turno, ma anche l'umiliazione subita dal maschio "debole", interpretato da Matt Malloy. Emerge la necessità di sfogare la propria insoddisfazione col dolore altrui: pessimismo e aberrazione umana ad altissimi livelli. Finale esemplificativo.

Commedia cinica e graffiante che non lascia spazio a varie interpretazioni su come si comportino i due protagonisti nei confronti di una collega. Pur avendo una durata non eccessiva il film presenta qualche momento di stanca. Ottima l'interpretazione del trio, anche se quella dell'Edwards è meglio godersela in versione originale.

Umiliati dall'abbandono delle loro partners, due trentenni colleghi di lavoro decidono di vendicarsi del genere femminile: corteggeranno a turno una ragazza sorda, facendole credere di essere desiderata ed amata per poi distruggere le sue illusioni... Bell'esordio di un regista che non si sarebbe poi mantenuto a questi livelli: un gioco al massacro in cui la donna non sarà la sola vittima, ottimamente sceneggiato dallo stesso LaBute ed interpretato con grinta da Eckhart, bravissimo nel rendere detestabile il suo personaggio, un manager rampante che gode nel manipolare e umiliare gli altri.