Un film fondamentale, che ha definitivamente perfezionato un nuovo modo d'intendere la parodia (partendo molto anche dal poco noto IL FANTABUS). Dissacrante, demenziale, serratissimo; zeppo di gag, giochi di parole e citazioni cinefile fino a scoppiare, AIRPLANE! (chiaro il riferimento alla serie degli AIRPORT americani) è il primo vero parto dei tre geni della risata destinati a un radioso futuro: i fratelli Jerry e David Zucker e Jim Abrahams, già autori (ma il film era di John Landis) del memorabile RIDERE PER RIDERE. Inutile ricordare i momenti entrati nella storia...Leggi tutto del cinema comico e omaggiati in mille occasioni, sono troppi. Cerchiamo allora di valutare cosa funziona meno; la scelta dei due protagonisti, per esempio: Julie Hagerty e Robert Hays, per quanto ormai entrati nel mito assieme al film, non sono sempre convincenti e rappresentano uno degli anelli deboli del meccanismo. I flashback che li riguardano sfruttano poche buone idee diluite in quelle che diventano le parti più interlocutorie, che spezzano il ritmo, così come troppo puerili risultano personaggi come l'assistente gay alla torre di controllo. Già si intravedono al contrario le enormi potenzialità comiche di coloro che diventeranno i simboli delle due fortunate saghe demenziali di Abrahams e David Zucker: Lloyd Bridges/McCroskey, futuro sparring partner nel cast di HOT SHOTS, ma soprattutto il divino Leslie Nielsen (qui è il dottore), prossimo Frank Drebin nella serie POLICE SQUAD poi evolutasi nella PALLOTTOLA SPUNTATA. Tutti gli altri svolgono diligentemente il loro compito (il migliore è Peter Graves, ovvero il capitano Oveur) seguendo una sceneggiatura a tratti geniale, talvolta zoppicante a causa di freddure che agghiacciano e un po' pesante nelle esagerazioni. C'è da dire che ovviamente il doppiaggio italiano non ha potuto rendere gran parte delle raffinatezze verbali dell'originale e che qui si perdono molti dei riferimenti a cui il film guarda, ma anche a considerare ciò che resta riusciamo a divertirci comunque grazie alla novità della proposta, all'effettiva comicità delle situazioni. Il trio ZAZ migliorerà in futuro sfoltendo progressivamente le parti meno interessanti (e raggiungendo l’optimum con la saga di Frank Drebin), ma AIRPLANE! resta il loro primo, indimenticabile parto, che a partire dal film drammatico ORA ZERO (di cui gli autori comprarono i diritti per il remake) si diverte a parodizzare il modello destrutturandolo pur mantenendone intatti molti dialoghi e gran parte della trama.
Prototipo dei film demenziali sul versante parodistico. Ci vuole innanzitutto un grande amore per il cinema per avventurarsi a scrivere simili film. Bisogna conoscere a menadito tutte le situazioni, i topoi, dei film da sbeffeggiare; poi, a un secondo livello, bisogna operare sulle regole stesse dei film, sui loro codici interni e visivi. Ed è quello che fanno i tre registi. Oltre che essere un film che fa sganasciare dalle risate è anche estremamente colto e intelligente, nonostante non lo sembri.
Con attori così in forma il film non poteva che essere un gioiellino (grazie anche alla sapiente regia). E’ una sorta di staffetta, dove i personaggi si passano il testimone alternando gag esilaranti. Paradossalmente, il protagonista è proprio quello che convince meno. Gli altri, invece, sono così spontanei nel fare, o dire cose assurde restando serissimi, che non si può non ridere (sarebbe quasi contro natura). Tra le tante perle segnalo: la povera vecchia, i sintomi, il pilota automatico, il dottore, l’effeminato e il capo iper-teso. Grande.
MEMORABILE: "Guardi cosa può farci con questo rapporto". "Posso farci un cappellino".
Film che all'occhio disattento potrebbe sembrare una commedia, del tipo parodia, leggera... invece è una perla di passione cinematografica. Gag una dopo l'altra, mai volgari, senza perdite di energia comica e dissacratoria. Un piccolo pozzo di invenzioni risatesche in cui per me ha sempre svettato Lloyd Bridges ("Ho scelto il giorno sbagliato per smetteere di fumare"). Incredibilmente alto il numero di citazioni da film oggetto di parodia. Si presta a visioni ripetute, senza perdere smalto.
MEMORABILE: Ted Striker: "Ogni mamma ha sempre voluto un figlio pilota. Io ero un ottimo figlio e un pessimo pilota"
Oramai entrato, giustamente, nella storia del cinema parodistico, è una commedia surreale vedendo la quale non si può far a meno di ridere. Vengono smitizzati tutti i generi cinematografici (si parte da Lo squalo per arrivare, ovviamente, ai vari "Airport" passando da La febbre del sabato sera), cosa che in futuro verrà ripresa più volte senza raggiungere la qualità di questa pellicola. Ottimi tutti gli interpreti. Forse è proprio il protagonista l'elemento più debole della catena, tra i quali si segnalano Leslie Nielsen e Lloyd Bridges.
Con questo film il trio Zucker-Abrahms colpisce nel segno grazie ad una messa in scena intelligente e abbastanza originale. Le scene da ricordare si sprecano, dal pilota automatico al personale della torre, dalla signora in preda al panico alla ragazzina malata, dal Travolta dei poveri ai tormenti di chi ascolta le narrazioni di Ted Striker. Ritmo serrato, qualche flashack del pilota e qualche americanata di troppo, ma rimaniamo comunque ai vertici della parodia. Come quasi tutte le pellicole del genere, perde efficacia nelle visioni successive.
Spassosissima parodia del genere disaster movie di ambientazione aerea, "L'aereo più pazzo del mondo" è un film più curato di quanto possa sembrare ad una prima superficiale osservazione. Gli sceneggiatori dimostrano di conoscere piuttosto bene tutti le situazioni (e varianti) dei film di questo genere innescando sempre la parodia più adatta. Inoltre il cast risulta composto da volti brillanti e attori talentuosi assolutamente funzionali ai loro ruoli.
Entrata di prepotenza nella storia del cinema di genere, questa parodia del film diretto da Seaton nel 1970 è irresistibile. Grazie ad un ritmo implacabile e a battute di una potenza comica devastante, il film non perde un colpo. Molte le scene indimenticabili e cast da urlo, capeggiato da Leslie Nielsen, Robert Stack, Lloyd Bridges e Stephen Stucker.
MEMORABILE: "Ho scelto il giorno sbagliato per smettere di fumare."
Parodia a ritmi scatenati, dove non risaltano purtroppo i protagonisti ma i comprimari (tra cui l'impertubabile Leslie Nielsen e l'irascibile Lloyd Bridges). Anche se lo conosciamo a memoria, ogni volta ridiamo per qualcuna delle gag entrate nella leggenda: il pilota automatico, il vizio del fumo, i racconti istigatori all'autolesionismo di Striker...
Questo film può essere goduto in egual misura da un bambino di otto anni e dal suo papà di 40 e passa: ognuno con il suo livello di lettura. Le battute e le gag che piacciono al pupo sono continue e spesso straordinarie, mentre il vecchio papà cinefilo non riesce a tenere il conto delle citazioni e richiami, talora palesi talaltre del tutto colti e da iniziati. Straordinario il fatto che anche la versione italiana, malgrado le enormi difficoltà nella traduzione di una sceneggiatura tutta giochi di parole, regga benissimo.
MEMORABILE: La flebo e la chitarra; la serie dei suicidi.
La premiata ditta ZAZ ci regala un film che va oltre la pur esilarante parodia dei catastrofici volanti: nel paradiso dell'assurdo, della metafora letterale e dell'inversione di senso, si ride di pancia ma anche di testa, mentre l'altissima densità di gags rende la visione gradevole anche all'ennesima volta. Trascurabili i pochi rallentamenti nel ritmo, legati al personaggio interpretato da Hays, a fronte di un tripudio di invenzioni verbali e visive. Al primo ruolo espressamente comico, il travolgente Nielsen pare già pronto ad indossare i panni del gaffeur tenente Drebin.
MEMORABILE: "Contiamo su di voi" "Abbiamo contato bene"
Capolavoro. Macchina comica inesorabile e infernale, che rielabora e ammoderna una lunga tradizione di parodie prendendo il meglio dalla scuola-Brooks ed estremizzandone la lezione: la parodia è tanto più efficace quanto più aderente, in modo filologico, all'originale, solo portato alle estreme conseguenze. Ma non c'è solo cinefilia e tecnica, c'è anche un sapiente lavoro di direzione d'attori che trae il massimo da corpi e facce note e meno note, e una sana dose di trivialità per togliere al tutto ogni patina di cerebralismo. Epico.
Una delle parodie del genere catastrofico piu famose al mondo. In questo caso si prende in giro la serie catastrofica di Airport, dando vita a una serie molto divertente di gag supportate da un cast di attori notevoli (tra cui anche Nielsen). Da vedere.
Supercult del cinema comico, il film inaugura sostanzialmente un filone destinato a grandi successi commerciali ed alterne fortune di critica. Ma questo primo capitolo è irresistibile nel parodiare la serie Airport e fare a pezzi inesorabilmente tutte le convenzioni del cinema catastrofico e non solo. Innumerevoli le gag, tra le quali ricordo con affetto di tifoso quelle con Kareem Abdul Jabbar. Strepitoso il personaggio del pilota automatico. Leggenda.
Comico ormai datato, ma sempre di grande efficacia. Il dettaglio più apprezzabile è senz'altro il ritmo: non si arresta mai e rimane sempre serrato. Battute e gag ottime, comprensibili anche dopo trent'anni. Da ricordare il pilota automatico e il lavavetri alla partenza: eccezionali.
Un film che non poteva essere più divertente di così, francamente. Anche dopo ripetute visioni (ormai ha quasi 30 anni di vita) rimane godibile come la prima volta, anche se qualcosa va ovviamente perso col doppiaggio, che non può rendere tutti i vari giochi di parole presenti. Troppi i momenti memorabili, troppe le battute micidiali... grande. Ed è il film che ha rilanciato -in chiave demenziale- la carriera di Leslie Nielsen, che però qui viene ovviamente oscurato dal grande Lloyd Bridges.
I fratelli Zucker entrano nel mondo della celluloide assieme a Jim Abrahams e lo fanno con un film veramente ben congegnato. Il titolo originale, "Airplane" fa fin troppo rima con "Airport" (saga catastrofica molto fortunata neì70). Gli attori principali sono sconosciuti (Robert Hayes e Julia Hagerty non hanno certo fatto carriera al cinema), ma si ride e si ride molto. Da notare il trio Leslie Nielsen, Lloyd Bridges e Robert Stack: i primi due troveranno molta fama, grazie a questo genere.
Fragoroso esordio alla regia del trio ZAZ che inaugura un nuovo ed ineguagliato stile parodistico ricco di vitalità, battute divertentissime, invenzioni geniali ed esilaranti colpi sotto la cintura. Nell'ingranaggio c'è qualche rotella che non funziona, tipo i flashback coi due protagonisti (i più anonimi e meno comici del lotto), ma per il resto è la vera università della risata a stelle e striscie. Fantastici Nielsen e Bridges, future stelle del genere, ed anche Graves stupisce con la sua prova. Difficile trovare un film con così tante scene di culto.
MEMORABILE: Il pilota automatico; I sintomi di Graves enunciati in contemporanea da Nielsen; Bridges che sniffa la coccoina.
Seppure non ben conscio del ruolo che ricopre nella cinematografia comica ho trovato questo film estremamente godibile (a livelli diversi, anche prescindendo ad esempio dal citazionismo cinefilo), con un ritmo che ha pochi altri riscontri e sketch da mal di pancia che non risentono minimamente del passare degli anni. Tutto si regge esclusivamente su un'esagerazione argutissima e in gran parte riuscita di situazioni, ruoli, luoghi comuni; la comicità è schietta e priva di secondi fini, le volgarità non eccedono. Stack sovrasta tutti.
MEMORABILE: Il pilota automatico vale da solo la visione.
Un punto di non ritorno delle cineparodie, ben lontano dallo stile di Frankenstein Junior, ma che non è ancora volgare come Scary Movie (anche se è molto simile). Buono, dal ritmo non sfrenato e dalla storia non coinvolgentissima ma ricco di gag, di trovate (mitico il pupazzo gonfiabile che funge da pilota d'emergenza!) e di bei personaggi, fra cui spicca Nielsen (che opera ginecologicamente sotto gli occhi di tutti!): qualche risata, insomma, ce la facciamo tutti. Non male la confezione. Spassosissima la locandina con l'aeroplano annodato. ***.
MEMORABILE: Il ragazzo che, ogni volta che racconta del suo passato, spinge chi lo ascolta a suicidarsi dalla noia (l'arabo si dà fuoco, la vecchina s'impicca).
Straordinaria presa in gira dei film della serie “Airport” in cui a stupire è l’altissimo ritmo dovuto all’inanellamento di una serie di gag azzeccatissime che si susseguono in maniera irrefrenabile una dietro l’altra scatenando l’ilarità continua degli spettatori. Lode a regista, sceneggiatori e ad un cast in grandissima forma. Perla imperdibile del genere comico-demenziale.
Irresistibile, travolgente parodia del filone catastrofico tanto in voga nei 70's. Storiche caratterizzazioni (Leslie Nielsen dottore sull'aereo, Lloyd Bridges capitano in torre di controllo), ritmo senza sosta. A onor del vero rivedendolo più volte alcune battute demenziali lasciano freddi... ma il meglio è in una comicità slapstick (l'aereo in arrivo che si sposta a tutti i cancelli, i giornalisti che fanno cadere la fila di cabine telefoniche) e cinefila (gustoso il flashback in discoteca) degna dei migliori Simpson. Notevole (***!)
MEMORABILE: Il pilota automatico è un pallone gonfiato!
Rivisto, non ha perso niente del suo smalto. Battute fulminanti, paradossi, Leslie Nielsen, Peter Graves, Lloyd Bridges, luoghi comuni e stereotipi dei film catastrofici in voga negli anni 70 filtrati dal genio del trio Zucker-Abrahams-Zucker, cinefili dal gusto sopraffino. Il ritmo non cala mai, molte delle gag sono entrate di diritto nella storia del cinema e purtroppo ad eccezione de Una pallottola spuntata e Top Secret il genere spoof non toccherà più queste vette. Imprescindibile.
Iper-classico della commedia demenziale americana degli Anni Ottanta, è una divertita parodia della saga catastrofica "Airport". Il film è ricco di spunti ridanciani e di veri e propri colpi di genio, frutto di una felice sceneggiatura, ma soprattutto del talento comico che sapientemente miscela cinismo e cattiveria in salsa bonaria. Quando un film funziona rimane nel tempo a prescindere dalle mode; questo è il caso!
Classico della commedia demenziale con situazioni grottesche a ripetizione. Ha dato vita a un filone di film-parodia e anche negli anni non perde smalto. Cast di livello e gag al limite dello scorretto (la suora che picchia l'hare krishna, il servizietto al pilota d'emergenza) rendono piacevole la visione in attesa della prossima situazione comica. Presente anche Kareem Abdul-Jabbar nel ruolo di se stesso, riprova dell'arguzia degli sceneggiatori.
La più implacabile delle parodie cinematografiche, genialmente esilarante. La misura di quanto sia stata devastante la scia impressa dall'aereo degli Zucker ed Abrahams al genere comico la si ha considerando i cloni al ribasso che negli anni han provato ad imitarne l'efficacia (dai Gialappa's in Italia a Wayans, per far giusto due nomi, non dei peggiori). Coniugando ritmo televisivo e passione cinematografica i ribaldi ragazzi statunitensi costruiscono un film dalla carlinga potente e raffinata, mettendo tutti noi spettatori a sbellicarci in fusoliera.
MEMORABILE: Il ballo sfrenato al ritmo di "Staying alive"; Kareem Abdul-Jabbar.
Film che oltre ad avere il merito di inaugurare un vero e proprio genere è sicuramente anche il migliore. E non solo perchè è il primo e ha dalla sua la novità, ma perchè la storia tiene, le gag sono davvero divertenti (bisogna pensare che era il 1980) e il cast è davvero la summa massima del periodo, per questo tipo di film: Nielsen, Bridges, Graves, Stack. E poi la Hagherty, Hays, il famoso cestista Abdul-Jabbar. Gag passate alla storia e ancora oggi ultra copiate. Per non contare degli innumerevoli cloni del film stesso.
MEMORABILE: Il pilota automatico; L'hostess che mentre suona la chitarra stacca il sostentamento alla ragazzina malata; La donna isterica ed i suoi "calmanti".
Sono della minoranza che non ne è proprio convinta (**). Ogni dieci trovate ne funziona, forse, una. Come dimenticare le altre? Fa ridere che uno chieda un posto fumatori e che gli diano un biglietto che emette fumo? Fa ridere una a letto con un cavallo? Fa ridere che una tizia faccia partire con una testata il Jukebox? Fa ridere l'interminabile gag del tizio che aspetta il tassista? Si salvano alla grande Leslie Nielsen e alcuni dei momenti parodistici in stile Airport. Terribile il controllore gay.
Il valore seminale dell'opera è indubbio, ma visto con gli occhi dello spettatore moderno risulta essere un filino datato. Innumerevoli le gag riuscite, ma pure quelle poco ficcanti sono parecchie. Nel marasma di mediocrità attoriale, l'unico che mostra cenni vitali è solo l'ottimo Nielsen. Il doppiaggio fa perdere molto della brillantezza delle battute. Mi aspettavo di meglio, ma tutto sommato non è competamente da buttar via.
Celebre parodia della serie Airport, è un film demenziale che al giorno d'oggi appare un po' datato, pur conservando una notevole vitalità comica. Innumerevoli le citazioni e le trovate, inclusa quella di avere Kareem Abdul-Jabbar che interpreta sé stesso in incognito. Indimenticabile, inoltre, il primo ruolo all'interno del genere per Nielsen, che farà poi scuola con Una pallottola spuntata. Il trio ZAZ sfornerà pellicole più brillanti, ma questo esordio rappresenta comunque un cult e le risate sono garantite.
MEMORABILE: "Guardi cosa può fare con questo rapporto" "Posso farci un cappellino!"; Il pilota automatico.
Famosa parodia che ha avuto il merito di non incentrarsi su uno o due protagonisti (come la maggior parte delle parodie italiane, per esempio, che inevitabilmente divertono - se divertono - i primi minuti e poi si affossano), ma di presentare con tempi perfetti sempre nuovi personaggi, che non deludono, a proseguire le gag (in numero altissimo). Un'opera partorita in un momento felice, da parte degli autori. Se rivisto in compagnia può ancora divertire: una risata tira l'altra ma, per via delle conosciutissime gag, la datazione è inevitabile.
Uno dei capisaldi della commedia cinica e demenziale tipica di un americanismo che vorrebbe far ridere e in parte ci riesce ma al tempo stesso evidenzia una certa ruffianeria di fondo. Situazioni forzate all'inverosimile che conducono al farsesco. Discreto il cast, ma sinceramente è un tipo di cinema che non ho mai apprezzato.
Prove generali di pallottole spuntate più che ben riuscite nonostante un Nielsen protagonista a gettoni. Questo piccolo gioiellino, intramontabile nonostante i tanti anni sulle spalle, continua a garantire risate. La capacità degli sceneggiatori è regalare gag a raffica senza alzare mai il piede dall'acceleratore. Memorabili certi momenti e altrettanto indimentacabile l'amico pilota automatico che ruba la scena a tutti nel finale. Capolavoro demenziale.
Nel genere comico-demenziale è un capolavoro indiscusso e solamente nella serie La Pallottola Spuntata ho trovato punte di eccellenza che reggessero il paragone. Sarà un caso ma il marpione Nielsen è presente in entrambi i prodotti e sono convinto che nell'interpretare il ruolo del tenente Drebin abbia tenuto conto della lezione di questo film. Il cast è stato assolutamente perfetto, il ritmo serrato e le sequenze da incorniciare si sprecano.
MEMORABILE: La donna con le crisi isteriche e la fila di volonatari per calmarla.
A.Z.Z. (tranquilli, è solo l'acronimo dei tre registi) colpisce con una parodia dei classici film di terrore ad alta quota. Diventato quasi un fenomeno di costume (al punto che gag come quella del pilota automatico che fuma dopo il "servizietto" sono oramai un must, per gli ultraquarantenni). Però, a ben vedere, la parte frizzante è quella iniziale, dopo la quale l'entusiasmo si smorza sino a perdersi quasi del tutto, tra forzature e ripetizioni. La demenzialità di Nielsen è ancora contenuta ed è un peccato... Comunque, è un passo da fare.
MEMORABILE: Il saluto presso la tribù; Tutta la fenomenologia inerente al pupazzo gonfiabile; La donna a petto nudo che scappa nel marasma generale.
Un film che rappresenta l'emblema del film comico e inaugura il filone americano della comicità parodistica. In questo caso, basandosi sui film della serie "Airport" creata negli anni 70, gli autori danno origine a una vicenda "tragicomica" satireggiando ogni situazione che può venire a crearsi su un aeroplano in pieno stato di emergenza. Una raffica di gag senza fine (è difficile persino ricordarle tutte) e un buon cast sono alla base di questa commedia imperdibile.
Travolgente parodia del misconosciuto Ora zero, da cui si riprendono in pieno trama e personaggi, l'esordio registico del trio ZAZ reimposta il genere e fissa un nuovo linguaggio comico a incastri destinato a generare una pletora d'imitazioni. Sorvolando (ehm...) sulle pur tante gag imbarazzanti e i flashback spesso deboli, la quantità di trovate fulminanti (occhio anche a quelle sullo sfondo) e ammiccamenti cinefili è talmente spiazzante da regalare un'allegria contagiosa che si diffonde in ogni scena, esaltata dalla finta seriosità di Nielsen (memorabile), Graves e Bridges.
MEMORABILE: Dalla disputa sulle zone bianca e rossa durante i titoli di testa all'uomo in taxi dopo quelli di coda: “Al massimo altri 20 minuti e poi me ne vado”.
Eccoci servita la parodia perfetta per sbeffeggiare allegramente i film sui disastri aerei. Ci sono momenti comici adatti a tutti i palati. Le stranezze presenti nella pellicola non si riescono nemmeno a contare da quante sono (tra cui la presenza come secondo pilota del noto cestista Kareem Abdul-Jabbar). Ma le prese in giro riguardano tutti gli stereotipi del cinema americano. Leslie Nielsen è la classica ciliegina sulla torta. Le parodie dovrebbero essere fatte tutte in modo così divertente.
MEMORABILE: Il gonfiabile come pilota automatico; I passeggeri che si suicidano nell'ascoltare Hays parlare del suo passato.
Divertentissimo film demenziale che ha come bersaglio la saga catastrofica di Airport. Il film funziona dall'inizio alla fine grazie a una sceneggiatura solida e non banale e a un ritmo frizzantissimo che non lascia un attimo di respiro allo spettatore grazie all'infinito susseguirsi di gag e situazioni folli; impossibile non ridere alla scena in cui l'hostess dedica una canzone alla bambina malata. Non protagonista, ma grande mattatore, è Leslie Nielsen. Una pietra miliare del genere.
Qui nasce il trio ZAZ, che raggiungerà il proprio apice raccontando le gesta di Frank Drebin, ma già qui lasciava intravedere il suo enorme, spiazzante, potenziale. Parodia dei tanti (troppi) disaster-movie aerei può contare su un fuoco serratissimo di gag che pur non andando tutte a segno stabiliranno un nuovo standard nell'ambito del cinema comico-demenziale. Leslie Nielsen è già una forza della natura e alcuni tormentoni sono entrati di diritto nella storia; nel mito anche il pilota automatico gonfiabile. Da conoscere.
MEMORABILE: Ho scelto il giorno sbagliato per smettere di bere/fumare/assumere tranquillanti/sniffare coccoina.
Film con molte trovate: alcune divertenti, altre forzate e grottesche, ma che lascia comunque il segno. La sceneggiatura è ben curata e gli attori in forma (tra questi spicca per bravura l'ottimo Leslie Nielsen). Il ritmo è veloce e le parodie sempre in agguato. Oggi la pellicola risulta essere un po' datata, ma è pur sempre godibile, da considerare per ridere senza pensieri.
Stracult per gli amanti del genere, una manna dal cielo che vive di momenti divertenti e inconvenienti imbarazzanti. La regia è modesta (in tre non fanno un granché), ma l'insieme delle scene è tutto sommato godibile, poiché i tempi comici degli attori sono buoni; ed è proprio la presenza di Nielsen a riavviare quei pochi attimi di spaesamento nella trama. Insomma un assieme di scene comiche, che vivono di doppi sensi e gag di situazione; buono nel complesso e da vedere per passare una serata in allegria.
La parodia di Ora zero si innesta sulla ben più popolare ed evocativa saga di Airport, generando un’opera saldamente impiantata tra i capostipiti del filone demenziale. In sé, visto oggi, il film sconta una certa lentezza del ritmo, ma è indubbio che le trovate siano divertenti (o perlomeno spiazzanti), e in fin dei conti anche centellinare gag e battute contribuisce a rendere più efficace un lavoro che è sì “fuori di testa”, ma mai gratuito, e soprattutto costruito con grande attenzione narrativa e competenza cinematografica. Seminale.
La più riuscita parodia del genera catastrofico, che demolisce i film della serie Airport, i vari disaster movie degli anni Settanta ispirandosi a un film poco noto, Ora zero. Alcune gag sono da capolavoro, altre sono più apprezzabili/comprensibili da un pubblico statunitense. Ma restano indimenticabili i due neri americani che parlano napoletano (sottotitolati in italiano), la gag con bambina sofferente di cuore e la suora con la chitarra, la parodia della discoteca, il pilota automatico che non sta fermo con le mani… Da vedere.
Esilarante film parodico che infila una gag via l'altra. Non tutte sono azzeccate, soprattutto i flashback si perdono in inutili lungaggini, ma il divertimento è assicurato e vi sono almeno un paio di scene memorabili. Buono il cast, non manca l'azione, particolare cura viene riservata ai personaggi di contorno, i quali spesso oscurano le banali beghe sentimentali della giovane coppia protagonista. Invecchiato bene, si rivede sempre con piacere.
MEMORABILE: Mentre viene portato via il secondo pilota svenuto (Jabbar!), dai calzoni escono fuori i pantaloncini da giocatore di basket!
Il trio Zucker-Abrahams-Zucker ci regala una perla del cinema comico in pieno loro stile. Tantissime gag e battute all'insegna della demenzialità, volgarità che se presente non è mai fine a se stessa, noia completamente bandita e risate a non finire. Non è il totale delirio di altre pellicole, inoltre, visto che c'è tutto sommato una trama dietro. Cast perfetto, con un Leslie Nielsen come sempre dall'immensa vis comica. Breve e intenso, da vedere e ridere dal primo all'ultimo minuto.
Uno dei primi film nel suo genere, ovvero composti da una rapida sequela di situazioni assurde, gag visive e dialoghi sciocchi recitati con una atteggiamento impassibile. Pieno di meravigliose gag, ridicolizza i cliché dei disaster-movie e le tendenze culturali pop dell’epoca. All’apparenza potrebbe sembrare un film stupido, ma per creare tale "stupidità" è necessario disporre di una grande intelligenza. Il film ha lanciato Leslie Nielsen, fino a quel momento attore drammatico ma dotato di un irresistibile carisma comico.
Gli '80 da ridere nascono qui. Il non-sense del geniale trio di autori (con cameo) raggiunge la deificazione con un'alluvione di gag che non lasciano scampo; il protagonista Hays (sostituto di David Letterman!), la sua storia, diventano solo un pretesto. Formidabili Stack (il "Patroni" del caso dai modi spiccioli entrando in aeroporto), Bridges, la Nelson impiccata e naturalmente Nielsen, prima della sua consacrazione pallottolesca. Il servizietto a Otto. Derivato da più di un'ispirazione (involontaria), è l'eterno scacciapensieri impossibile da bypassare col telecomando. Aircult.
MEMORABILE: Coppia di bambini adultizzati: lei che preferisce il caffè tutto nero, "come i suoi uomini", la faccia di lui; Il cane giocoso; La "fila antipanico".
L'importanza di questo film sta nell'essere il primo film interamente parodistico firmato ZAZ e nell'aver lanciato la carriera di Nielsen (uno dei migliori qui) nel cinema demenziale. Per il resto l'opera è, ad esempio, una netta spanna sotto alla saga del tenente Drebin. La qualità delle gag è discontinua (alcune fanno sicuramente ridere, altre sono paradossalmente troppo surreali e lasciano perplessi) e rivedendo il film si nota, non tutti i personaggi funzionano (l'assistente gay burlone dopo un po' stanca) e la vicenda non ingrana subito. Sopravvalutato, seppur comunque buono.
MEMORABILE: L'enumerazione dei sintomi in simultanea al crescente malessere del pilota; Il pilota automatico; "Abbiamo contato bene!"
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Non è solamente la riprese di dialoghi e inquadrature, ma la trama stessa è la medesima; oltre al fatto che il protagonista ha lo stesso nome (Ted Stryker).
DiscussioneZender • 4/08/14 08:37 Capo scrivano - 48462 interventi
Sì, ma in chiave parodistica però. L'hanno utilizzato per "distruggerlo".
DiscussioneGugly • 4/08/14 09:08 Archivista in seconda - 4712 interventi
Comunque si tratta di una curiosità insolita e sfiziosa :-)
DiscussioneZender • 4/08/14 14:26 Capo scrivano - 48462 interventi
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (giovedì 6 dicembre 1984) di L'aereo più pazzo del mondo:
CuriositàZender • 15/09/17 18:49 Capo scrivano - 48462 interventi
In quest'intervistaDavid Zucker dice che la maggiore ispirazione per il loro classico venne dal poco noto film del 1957 Ora zero (d'altronde basta leggerne la trama per capirlo).
Il ritmo del film, hanno spiegato "gli" Zucker in una lunga intervista al quotidiano britannico, deriva dai loro sketch messi in scena al Kentucky Fried Theatre di Los Angeles, dove fra il 1970 e il 1975 si esibiva il trio ZAZ. «Non eravamo attori - precisa Jerry - ma cabarettisti: tutto quello che sapevamo fare era scrivere battute e recitarle. Non eravamo sofisticati newyorchesi, ma tre ragazzi di Milwaukee: per questo il ritmo, dovevamo fare in fretta per non permettere al pubblico di insultarci. Ma un sacco di gente diceva che dopo lo spettacolo gli dolevano le mascelle dal ridere: era questo l’effetto che volevamo ricreare nel nostro film».