Sherlock Holmes - Il mastino dei Baskerville - Film (2000)

Debutto dell'ex "Max Headroom" Frewer nei panni di Holmes, di cui fornisce un'interpretazione nervosa e diabolica, densa di ironia ai limiti (ancorché piacevoli) della macchietta. Watson, come quasi sempre, è troppo vecchio rispetto al compagno, ma almeno non scondinzola ai suoi piedi. La confezione è chiaramente televisiva, ma si tratta di una versione efficace che vanta diverse scelte azzeccate (anche nei personaggi minori).

Ennesiva trasposizione del noto romanzo di Conan Doyle. Pur rimanendo sostanzialmente aderente allo scritto, questa produzione televisiva non riesce a riproporne l'atmosfera, risultando accurata ma nello stesso tempo assai piatta. Poco convincente Matt Frewer nel ruolo di Sherlock Holmes, molto meglio Welsh in quello di Watson e gli altri comprimari. La storia è strafamosa e portata sugli schermi innumerevoli volte; questa sicuramente non è tra le versioni più riuscite. Inutile ma vedibile. **

Scialba rappresentazione televisiva del famoso (e bellissimo) romanzo di Conan Doyle. A non convincere sono principalmente una regia piatta e una prova del cast decisamente sottotono. Suscita comunque interesse grazie alla bella vicenda (ma qui, chiaramente, non per meriti del regista...). Guardabile nel complesso, ma di Sherlock Holmes in televisione si è visto di meglio.

Non troppo convincente, questa versione canadese del celeberrimo romanzo di Arthur Conan Doyle. La ricostruzione ambientale è più che buona, a latitare sono il ritmo e la trama (con inspiegabili tagli e semplificazioni all'originale). Matt Frewer è un ottimo Holmes, ma si vede troppo poco; Welsh è un Watson più deciso e caparbio del solito, ma un po' troppo anziano per la parte. Nel complesso di lascia vedere, ma non esalterà di certo i fan del detective inglese.

Un super-classico di Conan Doyle, già più volte portato sullo schermo: insomma, siamo a forte rischio di inutilità di una nuova versione. Eppure, anche se procede in modo piuttosto piano, senza particolari voli creativi o concettuali, il film funziona bene, sia per l’inossidabile plot del cane infernale che ammazzerebbe i rappresentanti della stirpe nobiliare, sia per una buona cura sotto tutti i punti di vista. Da notare un Holmes particolarmente eccentrico e quasi caricaturale, che infonde ironia e autoironia nella gravità del racconto.