Decamerotico di qualche pretesa (ci sono Giuffré, la Koscina, Stander, Leopoldo Trieste e molti altri), ricavato stavolta da "Les Contes drolatique" (=I racconti giocosi) di Balzac (almeno così si legge). Sullo schermo siamo ad una tavola nobiliare, ma in realtà siamo nella mediocrità. Arriva solo qualche striminzita risatina. Lo salvano dall'ignominia una messa in scena decorosa e interpretazioni superiori alla media del genere. Ruoli vistosi per i c.s.c. Piani e Perrella. Doppio ruolo per Stander, la Benussi e la Marani.
Decamerotico di certo stile visivo (cifrare il cast femminile) che pecca di mancato approfondimento comico. Firmato da un regista che girerà poca altra roba, tra cui un documentario a sfondo "erotico" (Love Duro e Violento, 1985) vanta la pretesa discendenza dalle novelle francesi di Honoré de Balzac. Forse questo è uno dei motivi che lo distanzia dalla volgare e scollacciata comicità nostrana, rendendolo meno interessante di altri titoli appartenenti al genere. Gradevole per la variegata quantità di attrici, sulle quali predomina la bellissima Eufemia.
Insolita cornice aristocratica e medesimi attori impiegati in ruoli diversi per episodi di genere decamerotico flosci e monchi che vantano derivazione da “Le sollazzevoli historie” di Honoré de Balzac. La ragion d’essere proviene dal ricco cast femminile – notevoli la Schurer e la Solinas tutte ignude al lavacro e la Aulin con gambe e piedi in bella mostra – e dall’inedita presenza del doppiatore Sergio Graziani nelle nobili vesti di Francesco I di Francia. Demenziale la canzone sui titoli di testa.
MEMORABILE: I versi della fanfara di Bixio: «Sento un poco di campana, sta nascendo una puttana… […]…Ma se beve l’amatore fa cilecca col motore…».
Soliti racconti di stampo boccaccesco – qui però la fonte è una raccolta di Honoré de Balzac – che non offrono niente di davvero divertente, fatto salvo per qualche sorriso negli episodi di Francesco (bravo Graziani) e dell'usuraio genovese. Per il resto la solita girandola di religiosi tutt'altro che casti e donne tutt'altro che caste in ambiente medioevale accompagnata dai soliti dialoghi in volgare. Non troppo scollacciato e con nudi contenuti, ma questo tentativo di non sbracare porta a scarsi risultati.
Visto nella sua versione originale (con le scene bocciate in censura), questo pseudo-decamerotico firmato Racca risulta esteticamente notevole, dotato di una (non indifferente) eleganza formale e con un cast ricchissimo. La bellezza femminile è valorizzata al massimo e le attrici (non a caso) sono incantevoli (su tutte Benussi e Bouchet, che dominano la scena persino in bravura). Regia tutt'altro che disprezzabile, molto bene anche la fotografia, ma forse un po' lento e con storielle non troppo divertenti. Tutto sommato guardabilissimo.
MEMORABILE: L'allegra canzoncina; I primi piani sui volti angelici di Femi Benussi e Barbara Bouchet; La purga.
Decamerotico che spreca un buonissimo cast e una confezione di tutto rispetto per una manciata di storielle fiacchissime e di assoluto piattume generale, ravvivate qua e là da qualche scena erotica imbastita attorno a un gineceo di tutto rispetto (ma occhio alle versioni tagliate) e dal lungo passaggio a tema dissenteria, volgarissimo ma a suo modo dolorosamente coinvolgente. Nient'altro da segnalare.
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