Titolo da fatwa per questo mille e una nottico al cacciucco, col solito sultano crudele gabbato dalla solita Sheherazade che raccontandogli delle storie evita di essere frustata e sgozzata. Dopo un promettente inizio il film svacca appena partono le storielle, desolanti (locations palesemente toscane, tripudio di napoletano, "un par di ciufoli" e "me' cojoni"); non aiutano le troppe vecchie facce da spaghetti western (Bufi Landi, Conversi, Mitchell). Chissà cosa ricorda del film la principessa Ruspoli née Gianporcaro.
Nata sull'onda del chiaccherato (ed imminente) film pasoliniano, questa pellicola è realizzata sul filo della novellistica orientale de "Le Mille e una notte", anche se il titolo declama una non reale affinità elettiva a Quando le donne avevano la coda. Purtroppo l'insieme è caratterizzato da attori poco in parte e da location inadeguate; e pure Damiani, a differenza di qualche pellicola indovinata, non è regista particolarmente stimolato e stimolante.
Riproposizione pecoreccia delle Mille e una notte (operazione simile a quella fatta nello stesso anno da Bomba) con la solite storie raccontate da Sherazade. Amasi Damiani, in un incursione al di fuori dell'autoriale, non dirige nemmeno male e inoltre i dialoghi del Califfo nella prima parte sono ben scritti. Sono invece le solite storie d'equivoci ad avere pochissimo mordente (l'equivoco della castrazione c'era già in Le calde notti del Decameron) e non divertire. I boschi spacciati come orientali sono palesemente italiani...
Comincia come un intruglio di contrasti tra il sanguinario-pulp (in costume) e il letterario alto (diciamo) grazie ai dialoghi non orridi, qua e là anche rifiniti. Che qualcosa non quadra lo si capisce presto, aleggia una certa smania di scalmanarsi, di darsi alla pazza gioia del pecoreccio, di cedere alla tentazione del grossolano. E infatti, presto, ovvero da quando la bella Sherazade comincia a intrattenere il califfo con i racconti, si entra nei disastrati reami filmici della serie Y e le mille e una notte diventano le mille e una boiata.
Amasi Damiani HA DIRETTO ANCHE...
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Remake titolistico del film di Pasquale Festa Campanile (Quando le donne avevano la coda), il film di Damiani si segnala per la particolarità del cast, nel quale figura accreditata l'attrice siciliana Maria Pia Gianporcaro (in arte Giancaro) presenza costante in varii derivati della trilogia pasoliniana e, per la cronaca, destinata a divenire futura principessa Ruspoli.
HomevideoXtron • 14/09/14 11:20 Servizio caffè - 2204 interventi
Il dvd CINEKULT uscito da poco:
Audio e sottotitoli in italiano
Formato video i titoli di testa e di coda sono letterbox, il resto del film è in fullscreen Durata 1h25m55s
Extra E' segnalato il trailer, ma si tratta di trailers di dvd usciti per Cinekult
CuriositàXtron • 15/09/14 20:28 Servizio caffè - 2204 interventi
"Dovevamo andare in Tunisia a girare questo film, ma in produzione ci dissero che le scene le dovevamo girare a Gratone del Vivaro, vicino a Roma. Eravamo d'inverno, le odalische generalmente svenivano dal freddo dopo un'ora di riprese e allora per sostenerle avevamo comprato 3 o 4 bottiglie di whisky..." Fonte:
Amasi Damiani (dvd Cinekult)
Xtron ebbe a dire: [i]"Dovevamo andare in Tunisia a girare questo film, ma in produzione ci dissero che le scene le dovevamo girare a Gratone del Vivaro, vicino a Roma.
DiscussioneXtron • 15/09/14 21:49 Servizio caffè - 2204 interventi
B. Legnani ebbe a dire: Xtron ebbe a dire: [i]"Dovevamo andare in Tunisia a girare questo film, ma in produzione ci dissero che le scene le dovevamo girare a Gratone del Vivaro, vicino a Roma.
Si, anche io avevo pensato a quelli. Però dato che stava scritto proprio Gratone del Vivaro, ho lasciato scritto cosi nel caso esistesse veramente una località con quel nome.
Xtron ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Xtron ebbe a dire: [i]"Dovevamo andare in Tunisia a girare questo film, ma in produzione ci dissero che le scene le dovevamo girare a Gratone del Vivaro, vicino a Roma.
Si, anche io avevo pensato a quelli. Però dato che stava scritto proprio Gratone del Vivaro, ho lasciato scritto cosi nel caso esistesse veramente una località con quel nome.
DiscussioneXtron • 2/10/14 22:07 Servizio caffè - 2204 interventi
B. Legnani ebbe a dire: Xtron ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Xtron ebbe a dire: [i]"Dovevamo andare in Tunisia a girare questo film, ma in produzione ci dissero che le scene le dovevamo girare a Gratone del Vivaro, vicino a Roma.
Si, anche io avevo pensato a quelli. Però dato che stava scritto proprio Gratone del Vivaro, ho lasciato scritto cosi nel caso esistesse veramente una località con quel nome.
Sinceramente lo specchio d'acqua non l'ho notato, ma mi sembra chiaro che si tratta dei Pratoni del Vivaro. Per sicurezza si potrebbe chiedere a Pulici sul forum di Nocturno, dato che il dvd lo ha realizzato lui.
Xtron ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Xtron ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Xtron ebbe a dire: [i]"Dovevamo andare in Tunisia a girare questo film, ma in produzione ci dissero che le scene le dovevamo girare a Gratone del Vivaro, vicino a Roma.
Si, anche io avevo pensato a quelli. Però dato che stava scritto proprio Gratone del Vivaro, ho lasciato scritto cosi nel caso esistesse veramente una località con quel nome.
Sinceramente lo specchio d'acqua non l'ho notato, ma mi sembra chiaro che si tratta dei Pratoni del Vivaro. Per sicurezza si potrebbe chiedere a Pulici sul forum di Nocturno, dato che il dvd lo ha realizzato lui.