A prima vista sembra proprio una sit-com (anche per una certa somiglianza tra il protagonista nero Godfrey Cambridge e il Bill Cosby dei ROBINSON): montaggio veloce, battute a raffica, personaggi divertenti… In realtà THE WATERMELON MAN è un film, e che film: uno dei più azzeccati compromessi tra cinema comico e commedia, con una sceneggiatura che sa essere ferocemente sarcastica; che diverte e allo stesso tempo stigmatizza senza pietà la “buona società” americana. Jeff Gerber è un bianco razzista che, non si capisce per quale strano fenomeno, un giorno si sveglia con la pelle nera. Il...Leggi tutto primo impulso lo vede tentare di sbiancarsi con ogni mezzo, finché comincia a subentrare la rassegnazione e proverà in prima persona ciò che significa essere neri negli Stati Uniti: appena corre credono abbia fatto uno scippo, i vicini desiderano che lasci l’isolato, persino il suo medico prende le distanze. E la moglie e i figli… Il regista Melvin Van Peebles provvede a una regia efficacissima (oltre che a una colonna sonora molto azzeccata), il protagonista Godfrey Cambridge si rivela la faccia giusta e ogni parola del film è pensata e mai fuori posto. Chiaramente esiste una certa ripetitività nelle situazioni e forse il soggetto (pur buono) è un po' limitato. Pur tuttavia la sceneggiatura è davvero ottima e THE WATERMELON MAN resta uno dei migliori esempi di cinema “nero”, oltretutto assolutamente moderno e gustabile oggi come nel 1970, anno di uscita. Qualche lungaggine (la corsa parallela tra Gerber e l'autobus dura troppo), ma nel complesso una commedia geniale, con un finale perfido, in linea con il film, valorizzato anche in Italia da un ottimo doppiaggio.
Stupenda la corsa iniziale, quasi alla Jacques Tati. Il protagonista (sia prima che dopo) è perfetto: insopportabile e ultrarazzista. Attenzione, è un film tutt'altro che stupido o leggero come si potrebbe pensare se si guardano le gag con sufficienza e superficialità. Scavando un po’ esce molto acido. Tante perle (la corsa da nero, il bagno nel latte, le crema, la lampada, il dente finto, il fattorino, il finale…). Manca un po' di ritmo, ma resta notevole e da vedere!
MEMORABILE: "Non volevo baciarti. Mi sono chinato perchè mi tirano le mutande".
Film di denuncia sociale che non manca di divertire e anche tanto. Esilarante la parte iniziale con Godfrey Cambridge, dai tratti inequivocabilmente da "colored", in versione "viso pallido". Indubbiamente molti anni più tardi Soul man si ispirerà a questo film: anche se la situazione sarà diversa (là un bianco si finge nero per motivi d'interesse personale, qua un bianco per motivi misteriosi si trasforma improvvisamente in nero) gli effetti saranno simili: entrambi i protagonisti dovranno affrontare i problemi della gente di pelle nera. Buono.
Buon film. Il make-up sul protagonista nei primi 20 minuti è mediocre e la confezione non è eccellente, tutto il resto funziona alla grande. Ritmo elevatissimo, battute a raffica e un protagonista memorabile. Inoltre, nonostante il divertimento sia assicurato, il film è anche crudele, pessimista e in alcuni punti amarissimo. Decisamente da riscoprire.
Insolita commedia che affronta con intelligente e provocatoria ironia il tema del razzismo – esplicito o latente anche in chi si professa egualitarista - nella società americana. Lo stile scelto dal regista è assai variegato e spazia dalla sit-com iniziale (i battibecchi in famiglia, la corsa dietro il bus) a situazioni grottesche con giochi sperimentali di luce e montaggio (il misterioso risveglio “kafkiano”). Ottima prova di Cambridge, disinvolto anche nel ruolo del “bianco”. La bambina è Erin Moran, futura Joanie in Happy Days.
Poco conosciuta ma di notevole livello questa commedia che tratta con arguzia un tema, quello del razzismo, che non cala mai di attualità. L'energia del film sta tutta nella prova e nella mimica di Godfrey Cambridge ma anche chi gli sta attorno lavora al meglio. Esilaranti ad esempio le disperate prove di "sbiancamento" e le trattative con il comitato dei vicini per la vendita della casa. Un ottimo esempio di sintesi tra immediatezza del racconto e riflessione profonda (anche molto amara).
Assicuratore bianco, benestante, razzista, insopportabilmente borioso, è costretto a far i conti con un fenomeno inspiegabile: nel giro di una notte, la sua pelle cambia colore e così la sua vita. Inizio brillante, svolgimento sarcastico, finale secco ed amaro, per un commedia "morale" paradossale ed incisiva, molto riuscita, sia pure con qualche lungaggine e qualche vezzo pop. Sia pure inattendibile come "bianco", il protagonista offre una prestazione memorabile.
Mai e poi mai, l'ignaro Gerber si sarebbe aspettato un'estensione così irreale del primo principio della termodinamica: la trasformazione che funge da espiazione per il fecondo germe razzista pare un'ottima idea di partenza; purtroppo la sceneggiatura si sgonfia subito creando lungaggini non funzionali. Cambridge è talmente bravo da rendere odioso e indolente il proprio personaggio. Qualche sviluppo narrativo meglio congegnato avrebbe reso la pellicola imperdibile. Non male, dopotutto!
E se un bianco razzista un giorno si risvegliasse nero come il carbone? Si inizia ridendo ed anche parecchio (nonostante certi accenti comici "grassi" e "televisivi" possono non piacere del tutto al pubblico europeo), si finisce con tanto amaro in bocca. van Peebles fa un gran lavoro firmando la sua opera migliore: il risultato è un lucido, duro e spietato atto d'accusa contro una società americana ipocrita e razzista. Il merito principale della pellicola è quello di non scendere mai
a compromessi, come dimostrato da un finale notevole ma molto amaro e drammatico. Va recuperato.
MEMORABILE: I passanti al poliziotto (parlando del protagonista, ormai nero): non sappiano cosa abbia rubato ma di sicuro ha rubato qualcosa.
Superlativo film satirico sul razzismo a opera del padre del black cinema. Si ride molto e si riflette altrettanto; Cambridge assolutamente perfetto nel ruolo del bianco razzista che si risveglia nero. Van Peebles dirige con mano professionale e, cosa più importante, ci evita morali e predicozzi (ci si può solo immaginare cosa farebbe uno Spike Lee con un soggetto del genere); il suo film successivo Sweet sweetback's baadasssss song sarà più importante ma molto meno bello.
Incallito bianco razzista si risveglia di colore. Commedia sulla falsariga di Indovina chi viene a cena? in cui con humor intelligente si parla di contrappasso per condannare il conformismo razziale. Il tema è caldo in un periodo storico nel quale i diritti civili erano accompagnati a rivolte urbane e la paura del diverso era dominante. Regia con ritmo e battute puntuali, salvo qualche lungaggine nei tentativi di sbiancamento e piccola pecca nel make-up iniziale. L’ultima parte è più riflessiva con un fondo di rassegnazione.
MEMORABILE: L’inseguimento all’autobus; Il bagno col latte; Le chiamate di insulti; La vendita della casa; Il Mercoledì giorno di sesso.
Titolo terribile per un film che invece è davvero una perla di satira. E parlare di critica ai classici pregiudizi razzisti è perfino riduttivo, perché si spinge anche nel terreno dell'ipocrisia borghese "progressista" (vedi la moglie), ché i neri van bene ma averne uno in casa proprio no. Si ride spesso e son risate amare, ma una raffica di battute così è quasi impossibile da trovare. Il protagonista è formidabile e si rapporta con i vari personaggi (il suo direttore, la segretaria tedesca) con una schiettezza così brutale che fa scompisciare. Immancabile.
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Direi che il titolo debba essere modificato in "L'uomo caffellatte" (con 2 elle).
La locandina lo riporta così
DiscussioneZender • 8/04/10 14:19 Capo scrivano - 48334 interventi
Vero. Lascio comunque l'altro titolo tra gli aka perché altrimenti qui si rischia che il film non lo si trovi, digitando nel modo classico (che tutti immaginano sia il titolo corretto).
Dettaglio interesante. Ho visto questo film tempo fa ed ero sicuro di averlo già commentato. E' mai successo che dei commenti spariscano durante aggiornamento o migrazioni?
DiscussioneZender • 8/04/10 14:30 Capo scrivano - 48334 interventi
No, questo non è ancora capitato. E' molto più probabile che ricordi male tu :), è una cosa molto comune essere convinti di aver commentato un film e non averlo in realtà fatto.
Anche a me qualche (sporadicissima) volta è capitato di non trovare commenti che pensavo di aver fatto. Mi pare di rammentare che agli albori del sito ci fu un piccolo problema per cui alcuni commenti non furono registrati. Altra possibilità è invece che le recensioni "sparite" non furono mai scritte, anche se c'era la convinzione di averlo fatto.
DiscussioneColumbo • 22/05/11 17:27 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Non so quale versione abbia visto il "Davinotti" ma nella mia il doppiaggio italiano faceva letteralmente schifo, mortificando l'ottima interpretazione di Cambridge.