Location esatte da "La casa dalle finestre che ridono"
22 Maggio 2007
La situazione al via delle ricerche: Si sapeva, per La casa dalle finestre che ridono, dov'era la villa delle sorelle, che la casa dalle finestre che ridono era stata abbattuta e stava sul Po di Volano, che la cittadina era Comacchio. Alcuni parlavano di fantomatiche riprese a Todi (?).NOTA BENE: Le foto inserite all’interno di questo testo sono solo indicative. Per vederle complete cliccateci sopra. Le foto tratte dal film hanno la dicitura MAGGIO 1976, quelle scattate da me quest'anno la dicitura MAGGIO 2007.
LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO ha sempre esercitato sul mio immaginario un fascino indicibile, dovuto non solo alle qualità del film nella sceneggiatura, nella regia, nella recitazione, ma anche e soprattutto alla scelta di location particolarmente azzeccate ed evocative. Naturale quindi che sentissi la necessità di capire dove fosse stato realmente ambientato. Nella bassa padana, nel Polesine, si è sempre detto, e così sembra doversi ritenere seguendo quello che si capisce dal film. In realtà non è solo così. Fino ad oggi (21 MAGGIO 2007) chi cercava di capire dove fossero le location esatte (pur cercando su Imdb, Wikipedia o dove si voglia) trovava quanto segue: la villa delle sorelle Legnani è villa Boccaccini al Lido degli Scacchi (CLICCA SULLA FOTO 1), e questo è conclamato, per quanto la suddetta villa sia oggi immersa nella vegetazione, semidistrutta e in precoce stato di abbandono, la cittadina tra i canali in cui si spostano i protagonisti è Comacchio (vero) e la Casa del titolo è stata demolita ma si trovava lungo la strada del Lido di Volano. Questo è falso, come potrete leggere nel nostro approfondimento relativo in cui si dimostra che essa stava invece a due passi da Malalbergo. Ciò che a me però interessava sapere era ora dove fossero la chiesa entro cui stava il dipinto di San Sebastiano che Stefano (Capolicchio) restaura e la Trattoria “alle Terme” al cui interno ed esterno vengono girate numerose scene (e che rappresenta un singolare scorcio di paese). Sulla rete non c’è verso di saperlo e alle frequenti domande poste in tema notate che si risponde o in modo impreciso citando genericamente il Polesine, San Giuseppe di Comacchio quando non addirittura Todi, o facendo riferimento alla solita Villa Boccaccini! A Villa Boccaccini e a Comacchio c’ero stato l’anno scorso, individuando facilmente dai resti che si trattava proprio della villa del film, ma la chiesa chi mai sapeva dov’era? Col tempo la cosa si faceva sempre più misteriosa: persa nel verde, isolata in chissà quale punto dell’Emilia o del Veneto... Forse l’avevano abbattuta, trasformata in un magazzino... Si parla di trent’anni fa, in fondo.
Per risolvere la questione interrogai la persona più adatta: il nostro Buono Legnani (si dice discendente in linea diretta del noto pittore delle agonie), che si mostrò subito interessato alla questione. Indizi sulla location parevano però non esistere. Tuttavia, dopo un’attenta visione del film, il Legnani scorse all’ora 1:17, proprio vicino alla Trattoria “alle Terme”, un cartello che, grazie all’ottima vista della moglie, interpretò correttamente: il cartello indicava con una freccia “Loc. Boccasette”, ovvero un minuscolo paese nei pressi del Po di Maistra. Se esiste un cartello così specifico che cita una località apparentemente coerente, ci si disse, significa che la Trattoria dev’essere nei pressi. Perché mai mettere un cartello simile, che so, a Ferrara o a Comacchio? Non avrebbe avuto senso.
Il giorno successivo contattai 6 enti turistici e 8 proloco della zona spedendo a tutti le foto della chiesa e della trattoria: in quest’ultima feci notare il castelletto e la piccola torretta che si intravede sullo sfondo. Tutti risposero con estrema gentilezza accettando il gioco, ma allo stesso tempo giurando che quelle costruzioni lì, da loro, non esistevano.
LA PARTENZA
1) IL TRAGHETTO: Deciso a mettere la parola fine alla ricerca di Chiesa e Trattoria parto per Boccasette deviando leggermente dalla solita tratta Milano-Venezia (casa mia-casa dei miei) assieme alla fedele, insostituibile, Wupa Wump. Giunto lì voglio prima risolvere un’altra questione: il traghetto che si vede a inizio film dove attracca? Esiste ancora? Dagli anziani di Ca’ Venier (paesino vicino a Boccasette sul quale avevo individuato grazie a Google Earth una riva molto simile a quella che si vede a inizio film) vengo a sapere che fino a pochi anni fa esisteva e funzionava ma è stato infine sostituito da un più funzionale ponte. Mi viene comunque indicato l’attracco e faccio i confronti con le foto tratte dal film, che mi sono ovviamente portato dietro: il posto potrebbe essere lo stesso, ma manca la sicurezza. C’è però nei fotogrammi uno strano caseggiato sullo sfondo, che pare forse una fabbrica (CLICCA SULLA FOTO 2). Guardo dalla riva e non lo vedo. Poi mi accorgo che l’erba è cresciuta molto da allora e infine lo riconosco. Senza ombra di dubbio. E' un caseggiato di forma particolare, che fotografo dalla riva saltando con in mano la macchina fotografica per andare oltre la barriera d’erba. Faccio un veloce confronto: è lui. Sono insomma sulla riva in cui Stefano e Francesca arrivano col traghetto, è certo. Fotografo per bene il posto (CLICCA SULLA FOTO 3) e metto una X sulla foto del traghetto. Una scoperta minore, ma interessante. Capolicchio viaggiò sul Sandro (un piccolo Ferry che gli anziani del luogo dicono ricordare molto bene) da Porto Tolle a Ca’ Venier, a due passi da Boccasette. Parrebbe una conferma della validità del cartello “ Loc. Boccasette”, a dispetto dell’incredulità degli enti turistici.
2) L’ALBERGO ITALIA: Parto deciso verso Boccasette aguzzando la vista cercando di riconoscere tra le mille costruzioni che si ergono nei dintorni, perse nel verde, la famosa chiesa: niente. Raggiungo Boccasette, parlo con gli esperti locali seduti al bar, ma anche loro giurano che quel castelletto, quella chiesa, lì da loro non esistono proprio. Guardo la chiesa di Boccasette: è simile. Con qualche aggiustamento, un restauro stravolgente, forse... No, il campanile è sempre stato lì, mi dicono, mentre nella chiesa che dico io non c’è. E d’altra parte già il giorno prima Legnani mi aveva fatto capire che l’accostamento era poco credibile. Passo da Porto Tolle, giro per Scardovari, mi passo in rassegna tutti i paesetti dei dintorni e le loro chiese: inutile. Allora devio: altro obiettivo minore è trovare l’Albergo Italia, in cui Stefano alloggia nel film. Ce n’era uno a Porto Tolle, diventato poi “Ristorante SoleLuna”, indicatomi direttamente dal Legnani via telefono. Mi precipito. No, è in pieno stradone e non c’entra proprio nulla con quello del film. La chiesa e la trattoria non si trovano, l’albergo nemmeno e io me ne parto in gita turistica per il Polesine mostrando senza risultato a tutti quelli che incontro le foto della chiesa e della trattoria.
3) COMACCHIO: Prima di tornare a Venezia faccio un salto a Comacchio per capire se l’Albergo Italia (almeno lui) è lì. In una scena del film Stefano vede Mazza cadere da una finestra ed è lì a Comacchio. Da un vicolo lì di fianco una vecchina esce dal fantomatico Albergo Italia e assiste alla scena. Individuo il punto esatto in cui attaccato ad una colonna della chiesa c’era un cartello con una freccia per Ferrara che ora non c’è più (CLICCA SULLA FOTO 4b): sono nel punto esatto in cui Stefano sta per veder cadere Mazza. Da lì Stefano farà due passi e assisterà al volo dal palazzo che ho ritrovato proprio lì davanti (CLICCA SULLA FOTO 4), ma il vicolo dell’Albergo Italia non capisco quale possa essere! Il vicolo che c’è lì nei pressi non può essere lo stesso (diversi i balconi, le porte...). Chiedo allora ai negozianti se esisteva un tempo lì nei pressi un “Albergo Italia”. Dicono di sì, mi indicano dove ma il punto non è quello delle foto che ho. Niente da fare. A quel punto corro a piedi per tutta Comacchio in cerca del mio vicolo. Guardo tutti i balconi, le porte, i fregi... Non c’è. In compenso incontro il lungo porticato (CLICCA SULLA FOTO 5) che Stefano, Coppola e Solmi vedono sfilare mentre sono in macchina all’arrivo di Stefano. Un bel salto, non c’è che dire: da Ca’ Venier due curve e sei a Comacchio. Potenza del montaggio!
Riguardando poi bene il fotogramma in cui la vecchina esce dall’Albergo, si intravede che dietro all’insegna Albergo Italia ve n’è una più piccola che dice BAR IDEAL. Ebbene, quel bar a Comacchio c’è ancora ed è in via Fogli 11, proprio nella strada che fa angolo con il palazzo da cui cade Mazza e dove sta anche l’unica “Trattoria della”, ovvero l’altra insegna che si legge nel fotogramma.
Torno così a Comacchio e mi dirigo in via Fogli, dove avevo già ipotizzato potesse esistere il vicolo che si vede nelle foto. Mi accorgo che contrariamente alle apparenze non è un vicolo ma una fondamenta e alcune cose sono cambiate (l'aspetto esterno dei muri, ad esempio), il che mi aveva tratto in inganno la volta precedente. Però il portone con l'arco è indubbiamente quello ed è ancora di fianco al bar Ideal. Il posto è quello, non possono esserci dubbi. Ma l'interno dell'Albergo Italia allora? Com'è possibile che sia all'interno di un condominio? Entro al Bar Ideal e a sorpresa incontro colui che nel 1976 fece la comparsa nel film accorrendo sul luogo del delitto nel momento in cui Mazza precipita: era il cameriere col papillon e la somiglianza fuga ogni dubbio! Lui dice che ricorda (pur se non molto bene) le riprese e che l'albergo era stato ricostruito all'interno dell'entrata del condominio. Suono rischiando figuracce ripetute, entro nell'androne e lo fotografo (CLICCA SULLA FOTO 4c). Qualcosa mi fa subito pensare che potrebbe essere il posto giusto: la porta sul fondo. Poi però le dimensioni non mi tornano. O è stato cambiato qualcosa oppure (ipotesi più probabile) l'entrata dell'Albergo Italia è stata ricostruita all'interno di un condominio lì vicino molto simile e più elegante. Riguardando il film si capisce che il posto non può essere quello. Nel successivo speciale verrà dimostrato che la hall è a Cento all'interno del Bar Italia.
4) LA TRATTORIA: Torno a casa con poco o niente di quello che speravo, insomma. Così mi butto di nuovo su Internet a cercare cominciando a pensare che il cartello “Loc. Boccasette” non c’entri proprio per nulla col luogo in cui è posizionato. Mi concentro sul castelletto, sulla torretta che si vedono dietro alla trattoria. Quelli non possono averli abbattuti così, quelli devono esistere ancora. Noto che la torretta è molto simile a quella del Castello degli Estensi a Ferrara e mi convinco che dobbiamo essere in zona Emilia, non a Boccasette. Poi, improvvisamente, la svolta: tra i mille siti che parlano di location ce n’è uno che riguarda il turismo in Emilia Romagna.
www.emiliaromagnaturismo.it/paesaggidautore/downloads/Cartina_Cinema.pdf
E’ una cartina della regione in cui sono segnate tutte le città conosciute in cui sono stati girati film. LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO ovviamente c’è: guardo le location e vedo Comacchio e Lido degli Scacchi. Tutto come previsto. Poi però, con il “cerca”, vedo che il film di Avati è citato anche accanto al minuscolo paesino di Minerbio (CLICCA EVENTUALMENTE SULLA MAPPA, più in alto, per capire dov'è). Comecome? Mai sentita, questa! Cerco Minerbio collegato ad Avati ma trovo poco o niente di importante, sulla rete. L’ennesima bufala? Cerco una foto di Minerbio, vado su Google Earth. Prima guardo il paese dall’alto e poi guardo un po’ di foto degli utenti: un piccolo paese che non mi pare avere niente a che fare col film di Avati. E la foto è presa dal’alto, la zona è ben visibile. Ma allora perchè? Controllo e ricontrollo: non c’è un castello, in città, né tantomeno una chiesa persa nel verde. Avranno preso qualche scena sull’acqua, un ponte, mi dico, o sarà solo l’ennesima segnalazione buttata lì tanto per fare, magari confondendo LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO con qualche altro film avatiano.
Però la cosa è curiosa, e decido di scrivere solo Minerbio avviando Google immagini: me ne scorrono davanti un mucchio finché, a pagina 6, sulla destra, compare un castelletto: “siamo a Soverzano, vicino a Minerbio”, leggo... Entro nel sito e ho la sensazione che la soluzione sia vicina. Il CASTELLO DI SAN MARTINO a SOVERZANO è un piccolo castello immerso nel bosco a qualche chilometro di distanza da Minerbio, legato pure a qualche leggenda popolare. Forse ci siamo, mi dico. Cerco immagini solo di quello e tra le tante mi spunta fuori quella di un porticato. Controllo sul fotogramma del film perché non so se è proprio lo stesso ma poi mi convinco di sì: è proprio quello di fianco alla Trattoria (CLICCA SULLA FOTO 6), non c’è da sbagliarsi! Apro Google Earth e guardo il paesaggio dall’alto. Guardo di fianco al castello e mi concentro sulla zona all’ingresso del parco. Con un po’ di fantasia la ricostruisco. Ci siamo: le foto sono chiare! Domenica pomeriggio partirò, mi dico, e andrò lì per il controllo definitivo. Altro che Boccasette: a due passi da Bologna siamo! Il cartello (CLICCA SULLA FOTO 7, il punto di domanda mostra il punto in cui oggi dovrebbe essere il cartello) l’ha messo Avati per far credere che fossimo nel Polesine! Non necessariamente in malafede (quindi per deviare le ricerche), forse solo perché secondo lui la storia doveva essere ambientata nel Polesine e Boccasette era un nome suggestivo e indicativo.
5) LA CHIESA: Poi mi ricordo le sagge parole del Legnani: “La chiesa dev’essere vicino alla Trattoria, la zona secondo me è la stessa”. Chiamo mia madre e le faccio tirar fuori tutti i libri del Touring chiedendole di cercarmi delle chiese in zona Minerbio. Lei spara i nomi e io su Google ne cerco la foto. Ad un certo punto mi dice: “San Giovanni Triario”. Clicco svogliatamente (fin lì solo delusioni) e mi appare, alla quarta foto, una chiesa dannatamente simile a... Entro nel sito, ingrandisco la foto e gioisco: è la chiesa che sto cercando da una vita!!! Identica ad allora, precisa (CLICCA SULLA FOTO 9)! Non è cambiata di una virgola! Sempre immersa nel verde. Vado su Google Earth per individuarne la posizione. Guardo lì nei pressi del Castello di Soverzano e vedo che, uscendo dal parco (e quindi dalla Trattoria) si gira a destra e si scende a sud... Cerco San Giovanni Triario e Google Earth mi trova un punto lì nei pressi. Guardo bene in zona... Eccola! La vedo! La pianta inconfondibile... Non c’è il campanile... E’ la chiesa del dipinto di San Sebastiano! (CLICCA SULLA FOTO 11)
DAL VIVO: Domenica pomeriggio parto con la macchina fotografica e mi appresto al viaggio per Minerbio. La giornata è splendida, ideale, e tra l’altro Avati girò proprio in maggio, se è vero come si dice negli extra del dvd che durante le riprese si verificò il tremendo terremoto del Friuli (6 maggio 1976).
Siamo al castello di Soverzano, giro e parcheggio di fronte all’entrata. Quasi vittima della Stendhal rivedo d’improvviso tutto, tutto come allora, quasi come in un silenziosissimo sogno (non c’è anima viva, in giro): la Trattoria “Alle terme” del cav. O.Poppi è ancora lì. Chiusa e senza l’insegna improvvisata da Avati allora, certo, ma il copricapo papale c’è ancora, nella struttura in ferro che sosteneva l’insegna. La torretta oggi si vede di meno, sullo sfondo (la vegetazione è più folta), ma i merli, il porticato lungo e basso... (CLICCA SULLA FOTO 8) Tutto identicopreciso, compresa la chiesettina davanti alla quale stava appiccicata a un albero la maledetta indicazione per Boccasette. Scatto un bel po’ di foto e me ne parto in direzione San Giovanni Triario. Faccio un chilometro e già sulla destra spunta tra gli alberi lei, la chiesa! Ci arrivo, l’ammiro, la fotografo... Magnifica! (CLICCA SULLA FOTO 10) Ci giro attorno per venti minuti per godermela fino in fondo (CLICCA SULLE FOTO 12 e 13), poi faccio per entrare. E’ chiusa! Mi dovrà forse restare il dubbio? L’interno era lo stesso o si trattava dell’ennesimo trucco avatiano? C’è scritto di fare un numero telefonico per ottenere l’appuntamento ed entrare. Lo faccio, ma il padre è malato e non può venire. L’altro numero squilla a vuoto. A questo punto suono nel caseggiato di fianco alla chiesa e mi risponde un’altra persona squisita, che accetta gentilmente di aprirmi la porta. Entro e... manca solo il San Sebastiano di Legnani, ma la chiesa è lei. Anche all’interno! Riconoscibilissima! Tombola! (CLICCA SULLE FOTO 14 e 15)
Per concludere in gloria, anche se ormai appagato, decido di andare a Cento. Già, a Cento perché in una scena si vede sullo sfondo di un porticato un’insegna in cui si legge (non chiaramente ma quasi): HOTEL CASTELLO, CENTO (FE). Siamo in zona, perché no? Hai visto mai che è l’Albergo Italia...
Invece no. Ci arriviamo ma non ci assomiglia nemmeno per sogno. Il logo con la carrozza è però proprio lo stesso di allora, per cui entriamo e troviamo l’ennesimo, gentilissimo signore (gran paese, l’Emilia), che è lì da una vita. Chiedo di Avati e ci risponde che sì, si ricorda. Si ricorda che Avati e la troupe alloggiavano lì da lui, durante il film! E che lui gli aveva prestato i piatti e l’insegna ellittica del suo Hotel, dietro alla quale Avati aveva scritto “Albergo Italia”. Confrontate le foto: L’insegna Albergo Italia è grande quanto quella dell’Hotel Castello perché... è la stessa! (CLICCA SULLA FOTO 16) Non siamo ancora riusciti a trovarlo, l’Albergo Italia (anche se sappiamo che la parte esterna, con la porta che dà sul vicolo, è in via Fogli 11), ma quello per cui eravamo partiti sì, e possiamo dircene orgogliosi. Io, personalmente, ho finalmente trovato le risposte che cercavo e ho potuto entrare in alcune delle location più "misteriose" del nostro cinema. La Chiesa e la Trattoria esistono ancora, ora come allora! E sono entrambe a Soverzano, maledizione! Altro che Polesine!
UN CONSIGLIO AGLI INTERESSATI: Se conoscete bene il film e riuscite a ricostruirvi mentalmente una pianta dei due siti, cercate su Google Earth “San Martino in Soverzano” e poi “San Giovanni in Triario” e divertitevi a scrutare dall’alto la zona fino ad individuare esattamente la Trattoria e la Chiesa. Se poi scrivete “Ca’ Venier” troverete pure l’attracco del traghetto.
-------------------------------------------------VISITA D'INVERNO------------------------------------------------
Durante l'inverno il paesaggio cambia molto: tante delle cose che sono coperte delle foglie in estate appaiono come d'incanto d'inverno. Tutti particolari che nel film erano comunque piuttosto ben visibili. Date un'occhiata cliccando sulle quattro foto qui sotto e vedrete.
- Si rimanda all'approfondimento sull'inquilino della casa per leggere la storia completa del casolare sul quale vennero disegnate le bocche.
- Si rimanda all'approfondimento sulle foto di scena per vedere un buon numero di foto di scena inedite scattate dall'aiuto regista Cesare Bastelli.
- Si rimanda all'approfondimento sulle ulteriori location del film per chi vuole saperne ancora di più...
ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO ZENDER
4 Agosto 2009 11:19
:-D
bravo !!!!
che emozione vedere i posti come sono oggi !!!!
SIA LA CASA DALLE FINESTRE CHE LA VILLA DOVEVANO ESSERE MESSE A NUOVO E TENUTE COME ATTRAZIONE PER IL FILM CON TANTO DI GITE PRESSO LE VARIE LOCATIONS DEL FILM ..... FOSSIMO IN AMERICA QUALCUNO AVREBBE FATTO COSI' SICURAMENTE !!!!
MAGARI COM'E' ACCADUTO A TORINO PER VILLA SCOTT , SET DI PROFONDO ROSSO, FINO A POCO TEMPO FA IN ROVINA E PIENA DI STERPAGLIE ...E OGGI FORTUNATAMENTE MESSA A POSTO E META DI TUTTI NOI FANS ...SPERIAMO...PRIMA O POI CHE QUALCUNO CI PENSI.
un saluto.
lorenzo botta .
11 Aprile 2024 19:01
Mi è dispiaciuto sapere che non c'entrava niente Volano perché tempo fa vidi un bel documentario sulle location del romanzo di Bassani L'Airone (tra l'altro con lettura di alcuni brani proprio da parte di Capolicchio) e mi ero illuso di riconoscere qualche location del film. Pazienza. Lavoro veramente pregevole. Complimenti.Apoffaldin