“Sexynchiesta di Osvaldo Civirani" (così i titoli di testa) che segue il filone dei "mondo" raccontando la condizione della donna e la sua presunta emancipazione. Definiamola presunta perché il messaggio del film di Civirani (il narratore è Mario Colli) tende come d'abitudine a contraddire attraverso le immagini quello che sembrerebbe suggerire in partenza. L'avvio è tutto sul trucco e il maquillage delle modelle (con qualche forzato parallelo in Papuasia!), ma poi il film comincia il suo viaggio turistico per l'Europa: a Berlino s'inquadrano donne al lavoro che squartano mucche ("Hanno loro il coltello dalla parte del manico!",...Leggi tutto suggerisce il commento tanto per far capire il tipo di ironia), i travestiti nei night the cantano e danzano... perché va detto che i numeri musicali come sempre si sprecano, in questi primi "mondo": occupano minuti senza grandi spese e se ne vedon d'abitudine una decina, associati a spogliarelli d'ogni tipo (che si fermano al doppio pezzo mai tolto, sia chiaro). In Inghilterra breve riflessione su Christine Keeler; poi si parla della maggior cultura delle inglesi e si intervista apposta quella che pare la più oca... In Francia si passa da uno strip sulla tour Eiffel al Moulin Rouge mentre in Italia si va sui luoghi comuni: Milano capitale economica, Roma città del cinema e Venezia del Festival, del cinema. Davanti alle capanne sulla spiaggia del Lido passa anche Alberto Sordi: due secondi giusto per inserirlo nei cast specializzati, perché sui titoli di testa compare solo la De Carlo.
Il mondo movie non era ancora alla ricerca di violenza e sangue per appagare le platee affamate; voleva più che altro rifarsi al suo modello blasettiano, un composit di scenette pruriginose (per l'epoca, of course) come balletti o spogliarelli dalla parvenza vagamente fine. Si intuisce come questo film, seguendo il filone, sia un'immane tortura (altro che falaka!) che non viene alleviata nemmeno dal solito commento off in questo caso abbastanza trattenuto nei toni. Non c'è una scenetta decente tra quelle presentate: di proibito c'è davvero poco.
L'unica tentazione è quella di premere lo stop del lettore dopo i primi minuti di film, tanto sono noiosi i finti spettacolini in finti night, ripetitive le carrellate lungo le vie di Amburgo o di Parigi, insopportabile il commento (razzista e qualunquista come e più del solito). Dai mondo movie si sa già quello che ci si può attendere, ma qui si va oltre le peggiori aspettative. Vi appaiono, di sfuggita, noti personaggi fra cui la Bardot, Sordi, Dapporto, addirittura Godard, ripresi probabilmente senza il loro consenso.
MEMORABILE: Lo spogliarello dall'alto della Torre Eiffel e quello in gondola sul Canal Grande.
Il solito campionario di bellezze femminili con l'aggiunta di qualche curiosità - talvolta sfrontata - narrata dalla voce fuori campo con sarcasmo e distacco, quasi come se la cosa non lo riguardasse. Un turbine di ballerine in abiti succinti e immagini - per i canoni italiani di allora - provocatorie, destinate a un pubblico in cerca di queste sensazioni (la pornografia era cosa per pochi). Sentir dire che “la donna in Inghilterra ha iniziato a portare i pantaloni” inchioda al tempo che fu questo stucchevole documentario.
L'emancipazione femminile (ovviamente vituperata) è il tenuissimo fil rouge di questa "sexyinchiesta" di Civirani, che tenta di ibridare i due filoni del "mondo", quello jacopettiano e quello sexy-night, con prevalenza del secondo. Ma i numeri sono modesti (si salva quello della donna-ragno), né bastano dieci secondi di B. B. in campo lungo a Saint Tropez per far rivivere il fascino dell'epoca.
Un film che può essere visto come un fenomeno di costume (il razzismo e il sessismo come reazione ai primi inizi di emancipazione femminile) ma anche come una cartina di tornasole di quanto il cinema dell'epoca fosse importante nella società (chi si aspetterebbe, in un film di Civirani, di vedere anche il grande Godard, sia pure di sfuggita?). Per il resto, un film noioso, finto, ripetitivo.
Osvaldo Civirani HA DIRETTO ANCHE...
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Incredibilmente uscito in dvd da edicola, per la Hobby & Work nella collana dedicata alla Bardot, di cui rappresenta, forse, la più breve apparizione in un film