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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Secondo film americano (dopo il poco interessante, se si escludono le scene di sesso con Nastassja Kinski, MARIA’S LOVERS) del russo Andrei Konchalovsky, questa volta sulla scia degli action alla Sylvester Stallone ma con un occhio alla spettacolarità di CASSANDRA CROSSING (da cui riprende l'idea del treno lanciato in una corsa inarrestabile). La visione eroica di Menahem detto Manny (ha lo stesso nome del produttore del film. Un caso?) in contrasto con la cieca e stupida volontà vendicativa del direttore della prigione sembra figlia di quel manicheismo tanto in voga nell'America...Leggi tutto di Reagan; in realtà Konchalovsky se ne serve forse solo per non disilludere troppo il suo nuovo pubblico, perché a ben vedere il personaggio di Manny interpretato dall'ottimo Jon Voight (che qualcuno ricorderà in un ruolo antitetico nel favoloso UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA) è meno positivo di quanto non appaia a prima vista: è, secondo le sue stesse parole, “un essere umano, che è peggio di una bestia”, un misantropo irrimediabile, incapace di provare sentimenti normali, violento e irriconoscente con gli amici (Eric Roberts, un attore validissimo troppo sottovalutato, intenso e convincente come pochi altri) e persino con le donne più indifese (la fredda Rebecca De Mornay, presenza piuttosto inutile, nell'economia del film). Konchalovsky sa tenere alti i ritmi e la tensione, riprende le desolate lande innevate con uno stile sconosciuto agli americani, sa mettere in scena momenti di rara crudeltà e violenza senza mai scadere nel voyeurismo gratuito. Non ha creato un capolavoro di originalità, certo. RUNAWAY TRAIN è però un più che buon esempio di come uscire dai rigidi schemi dello spettacolo hollywoodiano senza dare troppo nell'occhio. Interessante.

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Caesars 6/07/07 09:21 - 3805 commenti

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La cosa più interessante della pellicola è che pur essendo americana è diretta da un russo (Andrej Koncalovskij) e la cosa traspare in modo molto evidente: pur essendo un film d'azione i ritmi sono completamente diversi dal tipico prodotto Hollywood style e manca anche la netta separazione dei personaggi in buoni e cattivi (sicuramente il peggiore è il direttore del carcere, ma anche il protagonista, interpretato dall'ottimo John Voight, non riesce ad ispirare una grande simpatia). Non male, anche se poteva essere meglio.

Puppigallo 3/08/07 09:14 - 5294 commenti

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Trama: due galeotti disperati e braccati e una scassamaroni (che riuscirà anche a metterli uno contro l’altro) su un treno senza controllo, a 20 sottozero. E’ un film duro, dove la faccia sfregiata di Voight (bravo) si amalgama bene con la ferraglia sulla quale viaggiano e soprattutto con l’ostilità del clima (sembra quasi di sentire il gelo). Pellicola non sempre efficace, ma nel complesso decisamente riuscita (non ha molto da dire, però quel poco riesce spesso a dirlo molto bene). Bel finale. Da vedere, possibilmente d’inverno e al caldo.
MEMORABILE: Testa nel water.

Magnetti 3/08/07 11:08 - 1103 commenti

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Inizio (vita carceraria) così così. Poi diventa un capolavoro. Il treno (che ricorda il camion di Duel) corre senza freni nelle deserte, innevate e ghiacciate lande dell'Alaska (con una fotografia splendida e "selvaggia") diventando una sorta di bestia impazzita e furente. Nulla possono i malcapitati al loro interno. J. Voight interpreta benissimo un uomo "massiccio e incazzato" che ce l'ha con il mondo intero. Bene anche il suo alter ego, il direttore del carcere. Finale da brividi con Voight sul tetto del treno.
MEMORABILE: La ragazza che urla a J. Voight: "Sei una bestia", e lui "non sono una bestia. Sono molto peggio. Sono un essere umano".

Capannelle 5/11/07 14:23 - 4420 commenti

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Thriller che si avvale di un'ottima regia, delle bellissime ambientazioni nella fredda e selvaggia Alaska, di attori sopra le righe: in primis l'asprezza di Jon Voight versione sfregiato, poi una De Mornay che qui non fa la "fatalona", il secondo galeotto forse troppo accentuato, il direttore del carcere cinico quanto basta. Le acrobazie sul treno sono appassionanti e, direi, anche più credibili di tanti altri film d'azione la cui trama "deraglia" davvero.
MEMORABILE: Come il direttore del carcere spiega le sue ragioni al gestore del traffico treni.

Il Gobbo 19/11/07 09:18 - 3015 commenti

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Ottima esecuzione di una sceneggiatura di Akira Kurosawa, realizzata dal Mikhalkov "minore" nel suo periodo americano. Tensione alle stelle, grande spettacolo, uso efficacissimo delle glaciali locations, attori in parte, ritmo notevole, e scandito dall'inesorabile incedere del treno, fra il tir di Duel e la locomotiva gucciniana. Puro entertainment? E chi se ne frega? Eccellente.

Redeyes 22/04/08 11:28 - 2453 commenti

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Pellicola che pur sfruttando un'idea non certo originalissima appassiona immediatamente merito sopratutto di un Jon Voight strepitoso. La corsa disperata del treno verso la fine, verso una sorta di liberazione, accentuata dal rude, cinico Voight e dallo sbarbato Eric Roberts guidato dal suo mentore è una delle scene più emozionanti. Il film non degenera tuttavia nel facile sentimentalismo, nonostante ci siano un paio di scene ad alto rischio. Fotografia eccellente ed interpretazioni altrettanto emozionanti!

Cangaceiro 16/07/08 11:45 - 982 commenti

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Film visto e rivisto fin da piccolo e che mi ha sempre affascinato. Le violenze iniziali in carcere, la fuga per le fogne ed il treno che schizza via senza controllo sono cose che non scorderò mai. La resa di alcune scene è davvero rudimentale ma poco importa. Fondamentale è la storia di questi due a loro modo adorabili disperati, che dimostrano a se stessi e al mondo di non essere due rifiuti umani ma persone in grado di fare qualcosa di grande, lanciando questo messaggio in modo molto netto. Eroico e toccante il gesto finale di Manny/Voight.

Straffuori 4/08/08 21:27 - 338 commenti

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Train-movie teso, movimentato e veloce, con attori protagonisti canaglie e bastardi quanto basta (su tutti un fisicatissimo, massiccio e orso Jon Voight) e Eric Roberts doppiato da Luca Ward. Il film pur essendo un low budget (praticamente hanno portato al demolitore 4 locomotori cargo) ha un'ottima resa. Da vedere e avere.
MEMORABILE: "La Limousine per Broadway".

Cotola 23/12/08 20:18 - 9079 commenti

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Bel thriller diretto dal russo Koncalovskij che ha il suo punto di forza in un ritmo davvero serrato e vertiginoso che ad un certo punto avvolge lo spettatore per non lasciarlo più fino alla fine. Sicuramente un film di genere ma decisamente una spanna sopra la media grazie anche alle discrete caratterizzazioni dei personaggi.

Patrick78 24/01/09 16:15 - 357 commenti

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Bel film d'azione diretto dal russo Konchalovksi e sorretto dalla grande interpretazione di Voight nei panni di un evaso che tenterà una fuga impossibile a bordo di un treno senza macchinista attraverso l'Alaska. A rendergli la vita dura ci penserà il direttore del carcere (Ryan in una prova di rara brutalità e fanatismo). La forza di questo lavoro si può già capire dalle prime sequenze girate nel carcere che ci calano perfettamente nel clima violento e disperato dei carcerati tra cui si possono riconoscere Bunker e Trejo in due piccoli ruoli.

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Galbo 28/01/09 12:16 - 12413 commenti

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Diretto dal fratello del regista russo Nikita Michalkov, è un ottimo esempio di "train movie", molto ben realizzato e caratterizzato da un grande ritmo e da ottime riprese d'azione. In un contesto ambientale ostile, ben fotografato, si muovono alcuni personaggi ma il vero protagonista della pellicola è il treno lanciato a tutta velocità verso l'impatto finale. Buono il cast.

B. Legnani 29/03/09 21:21 - 5550 commenti

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Bel film. Non parte al meglio, perché la fase in carcere e la fuga hanno qualche caduta, ma con l'arrivo in stazione il film decolla e non molla più. Forse sono un po' inverosimili i dialoghi dei tre, ma bisogna dire che non è facile immaginare cosa ci si potrebbe dire in circostanza come questa. Notevoli anche le scene degli addetti alla linea. Il film azzecca alla grande quattro o cinque facce e si conclude splendidamente, con un minuto finale indimenticabile, che si fa scespiriano ben prima che lo dica la sovraimpressione dal "Riccardo III".
MEMORABILE: L'ultimo minuto.

Daniela 31/03/09 17:51 - 12699 commenti

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Opera in crescendo, che sfrutta magnificamente il contrasto fra il bianco del paesaggio gelato e il treno che lo attraversa a folle velocità. L'inizio, con la presentazione dei caratteri e la fuga, sa di maniera, ma poi la storia diventa sempre più avvincente e si fa seguire col fiato sospeso. Bravo Roberts, grandioso Voight in un personaggio duro e violento, il cui scontro con il direttore bastardo Ryan assume un carattere epico. Finale bellissimo, indimenticabile (ci fosse stato Stallone al posto di Voight sarebbe finito cosi? Non credo).
MEMORABILE: Gli ultimi minuti

Rambo90 23/01/10 03:54 - 7707 commenti

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Rude film d'azione con ottima caratterizzazione dei personaggi (insomma come non se ne fanno più). Il ritmo ogni tanto tende ad allentarsi ma è tenuto comunque alto dall'ottima regia e dalla grande performance dei protagonisti, praticamente soli per quasi tutta la durata del film. Ottime sequenze d'azione violenta (il combattimento in galera) che sfociano in un finale molto commovente. Quasi perfetto.

Nando 9/06/10 17:04 - 3822 commenti

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Film adrenalinico che si svolge completamente su un treno lanciato a forte velocità da due galeotti alla ricerca della libertà perduta. Intenso ed appassionante vede un valido Voight, caratterizzato da una violenza tutto sommato tendente alla misericordia, ed un acerbo ma sufficiente Roberts. Belle le campagne innevate che accompagnano il locomotore ed i vagoni.

Kanon 14/09/10 22:05 - 604 commenti

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La De Mornay non era del tutto necessaria e forse inficia un pochettino l'esito finale di un film altrimenti magnifico. Il resto del cast principale viaggia sparato come il treno in questione: Voight, Roberts e Ryan sono a loro modo perfetti per il ruolo richiesto e si ritagliano spazi notevoli. Se bellissimo è il cambio di passo dall'azione della prima parte al quasi kammerspiel esistenziale della seconda, l'inesorabile finale consegna alla storia il personaggio di Manny. Culto.

Lucius 28/11/10 13:56 - 3015 commenti

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Ottimo film carceriario e adrenalitico che vede i due protagonisti, un direttore di carcere ed un evaso alle prese con una sfida fisica e personale all'ultimo secondo tra i ghiacci e il gelo polare. La pellicola è caratterizzata da incredibili sequenze e virtuosi movimenti di macchina con riprese in continuo movimento, soprattutto quelle realizzate sul treno in corsa. Ottima dprova degli attori. Tutto da gustare, ma non in viaggio in treno.

Mickes2 9/01/13 11:58 - 1670 commenti

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Da soggetto e sceneggiatura dell’Imperatore, prende vita un bellissimo film d’azione dai toni epici. A un’introduzione leggermente dozzinale si sostituisce una virtuosa fuga al cardiopalma immersa nelle gelide lande desolate dell’Alaska con protagonisti il bestiale Manny (anzi, l’essere umano, che è molto peggio!) e il giovane Buck, a tutta birra verso la tanto agognata libertà. Speranzoso, virile, folle, duro percorso di tentata espiazione. Fattore psicologico sempre allerta, suspence ugualmente palpabile. Finale amarissimo e memorabile.
MEMORABILE: "Non c'è belva tanto feroce che non abbia un briciolo di pietà. Ma io non ne ho alcuno, quindi non sono una belva".

Lythops 24/02/13 17:46 - 1019 commenti

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Inizialmente carcerario e poi di genere ipoteticamente catastrofico, è un film realizzato molto meglio di altri train movies proprio perché la sorte delle quattro loco-diesel è indissolubilmente legata a quella dei tre personaggi che sono all'interno di una di esse e che in comune tra loro hanno ben poco. Apprezzabile soprattutto per il lato scenografico e per la verosimiglianza, mentre ho trovato abbastanza deludenti i dialoghi e un po' troppo superficiale la caratterizzazione psicologica. Film comunque apprezzabile.

Jurgen77 26/02/13 08:07 - 629 commenti

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Fantastico thriller "galeottico" ricco di suspence e colpi di scena. Ambientazioni e scenari fantastici per una trama che tiene incollati dall'inizio alla fine. Superbo, brutale, minimale John Voight. Buona anche la colonna sonora. Una vera chicca, per gli amanti del genere "carcerario - grandi fughe"...

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Rigoletto 11/01/14 16:10 - 1788 commenti

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Definirlo appassionante (e commovente) è dir poco. Due film in uno, capace di passare da un luogo apparentemente statico (ma al suo interno assai dinamico) come una prigione di massima sicurezza a uno dinamico come un treno impazzito, simbolo di ribellione e libertà da conservare a ogni costo. Fra splendidi paesaggi tinti di bianco e brutalità gratuite si staglia, monumentale, la prova di Jon Voight, quasi fosse una figura mitologica incapace di scendere a patti con niente. Grandi Roberts e Ryan, mostruoso alter ego dello stesso Voight. ***!
MEMORABILE: Il finale da Oscar.

Vitgar 13/09/14 10:02 - 586 commenti

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Sontuoso film da un soggetto niente meno che di Akira Kurosawa. Proprio in questo senso il racconto assume significati simbolici importanti. La locomotiva incontrollabile e le reazioni dei tre personaggi coinvolti incarnano, a mio parere, l'incontrollabilità della vita stessa nelle sue manifestazioni più istintive. Ambientazione e colori perfettamente in linea con il pathos del racconto, dialoghi importanti. Voigt, ben lontano dal bamboccione di Un uomo da marciapiede, fa bene la sua parte. Il finale di Gucciniana memoria ci fa sorridere.
MEMORABILE: Sara dice "Sei un animale..." e Mannie risponde "No.. sono un uomo.. e quindi è peggio".

Saintgifts 11/05/15 11:22 - 4098 commenti

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Che me lo ricordassi dopo trent'anni (lo vidi alla sua uscita) mi fa pensare che qualcosa di particolare il film debba avere. Le cose che mi colpirono (e che alla fine risultano protagoniste) sono: il gelo esterno, che una fotografia "spietata" riesce a infondere, contrapposto al sicuro, ma non tranquillo, calore degli ambienti (treno compreso) e la situazione ansiogena, dove niente è sotto controllo e dove ognuno, solo per i propri interessi, cerca la propria soluzione fino a un'accettata ineluttabilità degli eventi.

Quietcrash 11/06/15 21:11 - 83 commenti

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Film d'azione adrenalinico dalla trama piacevole che scorre e non annoia lo spettatore. Le frasi epiche sono bellissime e lasciano di stucco: non si sa se considerarle battute o se invece sono serie per sottolineare la situazione drammatica. Alla fine resta un lavoro ben fatto, da un soggetto di Kurosawa. Buono.

Nicola81 7/07/15 21:06 - 2871 commenti

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Inizia come un violento dramma carcerario ma prosegue come un meccanismo ad alta tensione, ben diretto e dalla suggestiva ambientazione, ma forse un po' pretenzioso. I personaggi sono decisamente convenzionali (il criminale feroce ma dotato di un forte carisma, il pivello che lo ammira senza riserve, il fanatico uomo di legge), ma il finale non lo è affatto. Jon Voight è superbo, Ryan appena un gradino sotto, Roberts cresce alla distanza, piagnucolosa e in fin dei conti inutile la De Mornay.
MEMORABILE: Il finale.

Modo 17/05/16 23:55 - 952 commenti

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Film ruvido che parte in sordina ma che trascina lo spettatore in un crescendo di adrenalina. Con mezzi artigianali il regista si focalizza sulle sofferenze e follia dei personaggi, tutti molto convincenti. Suggestiva la fotografia e abilissima la regia nel riprendere la vicenda negli angusti spazi interni della locomotiva. Passano gli anni ma il fascino non si dilata.

Parsifal68 21/09/16 11:10 - 607 commenti

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Due detenuti fuggono da un carcere di massima sicurezza e, dopo varie peripezie, salgono su un treno il cui macchinista è morto. Sarà una corsa verso l'ignoto. Konchalovskiy, fratello d'arte, dirige un discreto action-movie che si snoda su paesaggi innevati di rara bellezza e collocando tre personaggi (c'è anche un'operaia) molto diversi tra loro, sottolineandone i caratteri con buona maestria. In particolar modo è intenso il personaggio di Roberts, succube di Voight, ma affascinato dal suo carisma. Da vedere.

Schramm 7/10/17 14:51 - 3495 commenti

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Sullo schermo si forma la resinosa condensa dell’universo bunkeriano, raggrumato in una cruda giroscopia che fa storia del prison-movie, poi riparte il treno della stazione bianco arsenico de La Ciotat, per ripristinare lo spavento di allora: un gatto nero delle nevi per un’evasione da un altro mondo, una fuga di mezzanotte senza ritorno dove anche dentro a una scheggia impazzita s'è più barbari che mai. Voight grandiosa sintesi del bruto a 360°, Roberts reincarna Snider, McMillan torna a scommettere sulle vite altrui. Stecche musicali giungono a sproposito, sgasando un film altrimenti immane.

Buiomega71 8/10/17 11:46 - 2924 commenti

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Cinema possente, travolgente (come la locomotiva senza conducente che viaggia verso l'ignoto e il nulla), viscerale e amalgama titanica di sangue e acciaio tra desolate e sterili location innevate. La poetica konchalovskiana si sposa con l'action muscoloso americano (Siberiade non è passato invano) con picchi di inaudita e feroce violenza (l'incipit in carcere) sino a un finale che ha il sapore della tragedia greca. Fiore all'occhiello della Cannon in un tripudio di malvagità umana, amicizia virile e antieroismo. A un passo dal capolavoro.
MEMORABILE: "Io non sono un animale, sono un essere umano, che è molto peggio!"; I metodi poco ortodossi di John P. Ryan: testa ficcata nella tazza del bagno.

Rocchiola 29/10/19 11:32 - 972 commenti

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Due evasi finiscono a loro insaputa su un treno privo di conducente lanciato in una folle corsa senza controllo. Da un soggetto di Kurosawa, sceneggiato da Ed Bunker (il Mr. Blue delle Iene), un buon film d’azione che evita le esagerazioni dimostrandosi più attento alle psicologie umane. L’iniziale parentesi carceraria è abbastanza stereotipata ma la corsa in treno è un crescendo d'emozioni che culmina in un finale duro e pessimistico. Tra Speed e L'imperatore del nord è questo il miglior esito americano del russo Konchalovskij.
MEMORABILE: “Tu la faresti quella vita di merda?" "Magari potessi”; "Sei una bestia". "No sono un essere umano che è molto peggio"; La mano spappolata.

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Thedude94 20/01/20 23:59 - 1101 commenti

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Per girare un film di fuga in treno si sa, bisogna esser bravi, e Konchalovskiy dimostra qui le qualità di un gran maestro di regia: velocità e azione rendono l'opera un esempio, per il genere di cinema che rappresenta. Inoltre le ottime prove attoriali di Voight, Roberts e della De Mornay fanno sì che la tensione resti palpabile dall'inizio alla fine, in un vortice di emozioni e sensazioni che rimangono sulla pelle di chi guarda questo spettacolo. Meravigliose le ambientazioni innevate e il prologo, ricco di scazzottate, in carcere.

Minitina80 6/08/22 18:40 - 2990 commenti

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Un film profondo e dalle molteplici sfumature, capace di imprimere una forza tremenda alle immagini. Il treno sembra ergersi a metafora dell’uomo che, ormai corrotto nell’animo, deraglia a folle velocità, pronto a schiantarsi contro il destino che si è costruito. Non esistono linee di confine visibili e ci si ritrova ammassati nel grande calderone dell’umanità abbietta e colpevole che non indica vie di salvezza a nessuno. Impressionante l’interpretazione di Jon Voight, anche se Roberts non è da meno, immersi in un paesaggio innevato e gelido che funge da coprotagonista silenzioso.
MEMORABILE: L’epilogo con Manny in piedi sul treno.

Pessoa 11/09/22 11:30 - 2476 commenti

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Action-thriller di grande respiro di Konchalovskiy che adatta un vecchio script di Kurosawa ai palati degli eroi da salotto abituati alle iperboli di Stallone & co. A distinguerlo dalla massa di prodotti simili ci pensano una regia molto curata, confortata da una produzione importante, e un Jon Voight che ci crede fino all'ultima memorabile sequenza. Le musiche contribuiscono a confondere le carte, ma quello che ne deriva è cinema puro, capace comunque di tirar fuori adrenalina vera senza spegnere il cervello. Un piccolo classico, capace di offrire a tutti una visione gratificante.
MEMORABILE: La scena finale; L'evasione dal carcere.

Paulaster 10/12/22 18:02 - 4451 commenti

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Due evasi fuggono su un treno senza conducente. Film carcerario nel prologo, con toni piuttosto coloriti e facili nelle scene della rivolta, vira poi nel disaster movie. Le dinamiche sul treno impazzito son girate bene negli esterni e sfruttando gli elicotteri per la spettacolarità. Ovviamente bisogna allungare il brodo e l'ingresso della De Mornay serve più per le quote rosa. Scarsi i momenti dalla centrale operativa, con dialoghi troppo leggeri (tolta la scena gratuita in bagno). Discreta scelta per il finale, con i personaggi come facce della stessa medaglia.
MEMORABILE: La coltellata nella mano; Voight che impreca verso l'elicottero; L'ultimo vagone tranciato.

Gottardi 30/01/23 12:33 - 396 commenti

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Evaso da un carcere di massima sicurezza in Alaska, un malvivente rotto a tutto con un compagno imberbe sale su un treno lanciato a tutta velocità senza conducente. Tesissimo film che partendo dai tradizionali canoni del film carcerario, compreso il contrasto col direttore sadico, diventa un thriller senza respiro in cui la terra gelata e sconfinata diventa paradigma della solitudine dell’animo. Efficace nell’alternare scene mozzafiato con dialoghi altrettanto senza respiro. Grande Voight nello sprizzare livore, e anche tutti i coprotagonisti. Regia giustamente asciutta e ficcante.
MEMORABILE: Il muso sfasciato della locomotiva che corre nella tormenta; Voight in piedi sul tetto della locomotiva.

Alex75 24/04/23 13:42 - 882 commenti

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Dramma carcerario con evasione che evolve nel racconto di una situazione estrema come quella di un treno in corsa senza controllo, coprotagonista non umano che segna il film assieme al viso congestionato e alle espressioni esaltate del sorprendente Voight e al contrappunto della ghigna di Ryan. La caratterizzazione antieroica dei personaggi e le citazioni colte ben centrate (Shakespeare) staccano l’opera di Konchalovskiy dal manicheismo e dalle esasperazioni muscolari tipiche del genere. Di notevole virtuosismo le riprese a bordo e all’esterno del convoglio.
MEMORABILE: L’impatto col treno 12; Sara a Manny:"Sei una bestia". Replica di Manny: "No sono un essere umano, che è molto peggio"; Il finale.

Jena 18/02/24 21:08 - 1563 commenti

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Konchalovsky gira il suo Vite vendute, ambientato però tra i ghiacci nordici. Dopo una prima parte carceraria che fa sembrare i soggiorni ad Alcatraz giardini d'infanzia, la seconda si affida a un dinamismo sfrenato e stupefacente per l'autore di Maria's lovers. Strepitoso il confronto tra i duri più duri Voigt (indimenticabile il suo dente d'acciaio) e il bastardissimo Ryan, bellissima l'ambientazione simil siberiana, affascinante il treno che avanza inarrestabile. Inno all'anarchismo puro, alla libertà e alla rivolta contro il potere, chiaramente espresso nel poetico finale.
MEMORABILE: L'attentato a Voigt; "Qui ci sono Dio e Io"; La collisione dei treni; L'arrogante finisce con la testa nel water; La sfuriata di Voigt contro Ryan.
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  • Discussione Zender • 7/10/17 18:51
    Capo scrivano - 47878 interventi
    Non è questa la fuffetta, Schramm. Se dici che l'adattamento di questo film è stravolto sarebbe interessante sapere dove, magari con esempi e la cosa sarebbe interessante, senza alcun dubbio. Quindi è OVVIO che si può dire che è falsato il film, ma lasciamo perdere di allargarci a tutti i film riadattati, perché è cosa ovvia su cui non serve ragionarci ancora.

    Però il fatto è che l'impressione è sempre che poi tu ci metta il carico allargando il campo. E lì scattano il flame e l'OT. Quindi ripeto, parliamo del film, del doppiaggio e di come nello specifico è stato falsato che va benissimo. Altrimenti è ovvio che sono costretto a spostare tutto su davibook, perché ripeto, di discussioni sul doppiaggio ne abbiamo a centinaia sparse nei forum dei film e si finisce sempre col solito muro contro muro. Su davibook si può continuare, qui no.
    Ultima modifica: 7/10/17 18:52 da Zender
  • Discussione Digital • 7/10/17 19:33
    Portaborse - 4007 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    far notare che parte delle frasi dette avevano tutt'altro senso a monte a me sembra invece un bel di più sulla conoscenza complessiva del film, come rivelare una curiosità o parlare di altre sue caratteristiche. però che dire, se è fuffetta, mi scuso.
    Se effettivamente ci sono frasi distorte non è una bella cosa però ripeto il problema non sussiste, sopratutto per chi ha dimestichezza con l'inglese. Poi come ha detto Zender, è utile in questi casi, portare alla luce parte dei dialoghi, facendo vedere la differenza tra il doppiaggio italiano e quello originale. Quella sì che è una cosa interessante.. ;)
    Ultima modifica: 7/10/17 19:34 da Digital
  • Discussione Capannelle • 7/10/17 19:39
    Scrivano - 3543 interventi
    Infatti intendevo fare degli esempi concreti su "A 30 secondi dalla fine" per capire Schramm cosa avrebbero combinato i doppiatori italiani e se può valer la pena cercarlo in originale.

    Per un confronto cacchio cacchio https://www.youtube.com/watch?v=p0plg_ffRdc

    A titolo di esempio quando il direttore incontra per la prima volta Voight in prigione gli dice "On your feet convict" che italiano diventa "In piedi idiota". Non stravolge la sequenza ma indica una certa libertà interpretativa.

    Sulle voci è sempre opinabile: Voight è diverso ma secondo me hanno scelto bene. Il direttore è meglio in italiano. Il ragazzo e la De Mornay in originale dimostrano più carattere.
    Ultima modifica: 8/10/17 11:15 da Capannelle
  • Discussione Kanon • 7/10/17 22:59
    Fotocopista - 834 interventi
    Comunque, per dovere di cronaca, tempo fa andai a cercare in lingua originale la metratura del salto fognario, perché in italiano Voight parla di "100 m" (e lì si pensai ad una castroneria nel doppiaggio). Così già che c'ero andai a cercare alcuni momenti per me salienti e ne venne fuori che :

    - il salto dallo scarico fognario che fanno Voight & Roberts è davvero di circa 100 metri (300 feet = 91 m) ed è la cosa che mi lascia più perplesso....

    - il piccolo monologo di Ranken rivolto ai detenuti è depurato (in italiano) di qualche oscenità ma per me resta intatta (grazie a Rossi) la sua carica di disprezzo

    - il monologo di Manny riguardo al lavoro da lavacessi è praticamente uguale ed anzi, sempre per i miei gusti, la voce di Rizzini lo esalta
    Ultima modifica: 7/10/17 23:00 da Kanon
  • Discussione Schramm • 8/10/17 17:22
    Scrivano - 7689 interventi
    Zender ebbe a dire:
    se è stravolto sarebbe interessante sapere dove, magari con esempi

    la mia considerazione è stata generale perché come già detto a capa non si tratta di una porzione da niente. fare esempi specifici significherebbe riprendere il dvd, starci sopra una giornata e stilare tutte le comparazioni frase per frase. purtroppo anche volendolo non ne ho modo e tempo, non essendo neanche mio il dvd. volevo farlo per distretto 13, dove i dialoghi son stravolti quasi al 100%, e ancora non ce l'ho fatta (nel frattempo le visioni si accavallano e purtroppo la vita lontano dallo schermo è fatta di mille impedimenti)

    Zender ebbe a dire:
    parliamo del film

    eh, io quello facevo... ;)

    tutto il resto è sul db.

    ad ogni buon conto ho appioppato al film ***! per motivi altri, ed è pur sempre un voto mica da chiodi.
  • Curiosità Schramm • 9/10/17 17:56
    Scrivano - 7689 interventi
    * Danny Trejo andò a visitare un amico sul set, assistente del produttore. Edward Bunker lo riconobbe perché furono assieme a San Quintino, e lo caldeggiò per fargli ottenere una breve parte Konchalovskiy rimase così impressionato dalla sua fisicità che gli offrì un ruolo.

    * Jon Voight trovava che il personaggio fosse del tutto sbagliato e non voleva granché saperne di fare il film. Konchalovskiy lo persuase facendogli notare che i migliori villains cinematografici sono stati forgiati da attori che incarnano stereotipi. Voight finì per vincere il Golden Globe e ottenere una nomination all’oscar.

    * Nel prepararsi al ruolo di Manny, Jon Voight ha passato molto tempo con prigionieri di San Quintino, presentatigli da Bunker. Con alcuni di loro restò in contatto anche anni dopo il film.

    * Lo script originale di Kurosawa era ispirato a un reale incidente riguardante una locomotive rimasta orfana di conduzione che deragliò inserendosi nella linea ferroviaria principale.

    * Il film segna il debutto di Danny Trejo e Tommy 'Tiny' Lister, che da lì in avanti si specializzeranno in ruoli di duri.

    * Il film è dedicato alla memoria di Richard Holley. Holley rimase ucciso il 9 marzo 1985 pilotando l’elicottero durante le riprese delle scene finali in cui il treno passa per le gallerie. L’elicottero colpì la cima di una di queste e andò a schiantarsi.

    * L’Alaska Railroad Corporation pose restrizioni al film. In primo luogo, proibì di mostrare nome e logo della compagnia, rimpiazzata da una fittizia 'A&E Northern'; impose precauzioni extra alla crew e agli attori, declinando responsabilità pensali qualora non fossero state rispettate.

    * Akira Kurosawa intendeva girare il film a New York. Il progetto venne cancellato perché le condizioni climatiche furono così avverse da impedirne la lavorazione.

    * In principio il personaggio di Jon Voight era un killer condannato a morte, ma Edward Bunker lo trasformò in un detenuto confinato a un ingiusto periodo di isolamento, perché non era per le leggi del carcere attendibile che i detenutio rispettassero così tanto un omicida.

    * Marlon Brando incensa il film nella propria autobiografia, scrivendo di sentirsi molto affine al personaggio di Manny.

    * Eric Roberts lavorò duro parecchi mesi per ottenere una muscolatura massiccia di circa 14 chili. Per caratterizzare Buck, si ispirò ai personaggi del quartiere del Mississipi in cui crebbe, essenzialmente tutti ex detenuti.

    * I baffoni di Manny vennero suggeriti dallo stesso Jon Voight dopo aver visto il documentario sulle prigioni Scared Straight!

    * È uno di altri film hollywoodiani basati (o liberamente ispirati) a sceneggiature di film mai realizzati da Kurosawa: tra gli altri, L'oltraggio, Guerre stellari, Crocevia della morte, Ancora vivo, I magnifici sette e I magnifici sette nello spazio.

    * Jeff Bridges declinò il ruolo poi andato a Eric Roberts, che rimpiazzò a sua volta Tom Berenger, che dovette declinare per gli impegni presi con Platoon.

    * Il tecnico del suono Ken J. Johnson prese parte a un film molto simile a questo nell’impianto, diretto da Tony Scott: Unstoppable - Fuori controllo.

    * La prima stesura dello script conteneva non poche differenze: il film era ambientato nel Wisconsin, non in Alaska; l’inizio vedeva un treno passare vicino alla prigione, accompagnato da un brano soul suonato con la chitarra da Jonah (Edward Bunker); Manny è dentro per uxoricidio e non per rapina; Ranken è più giovane, più sadico e fuori controllo, e spezza un braccio a Manny per aver ferito lievemente una guardia; non ci sono scene di boxe; il capotreno non muore d’infarto, ma schizzando via dal portello del vagone quando prende una curva troppo velocemente; era prevista una sequenza di inseguimento con altri treni, che riuscivano ad accerchiare quello fuori controllo, e a fermarlo; il treno rischia di deragliare in una piccola cittadina e non in un’industria chimica.

    * Obie Weeks era un impiegato dell’Alaska Railroad ai tempi delle riprese. ottenne una parte in quanto aspirante attore e già membro dell’Actors' Equity.

    * Rebecca De Mornay rimpiazzò Karen Allen.

    * Akira Kurosawa si associò con Joseph E. Levine per produrre il film nel 1965. Aveva in mente Lee Marvin, Henry Fonda e Peter Falk come protagonisti.

    * Akira Kurosawa e Andrey Konchalovskiy hanno in commune le iniziali del nome.

    * Jon Voight e Danny Trejo si ritroveranno a lavorare assieme in Heat - La sfida (che ebbe anch’esso Bunker quale consulente) e Anaconda.

    * Jon Voight e Eric Roberts reciteranno di nuovo assieme in Testimone involontario.

    * Nello stesso anno in cui il film ottenne tre nomination all’oscar, Kurosawa la ottenne per Ran.

    * Le prime quattro parole della citazione del Riccardo III di William Shakespeare che fanno da epigrafe conclusiva del film (No beast so fierce but knows some touch of pity. But I know none, and therefore I am no beast) sono poi diventate il titolo di una delle opera di maggior successo di Edward Bunker (da noi tradotto come Come una bestia feroce).

    (Fonte: Imdb)
  • Curiosità Buiomega71 • 13/12/17 19:32
    Consigliere - 26074 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (martedi 29 novembre 1988) di A 30 secondi dalla fine:

  • Homevideo Rocchiola • 29/10/19 11:45
    Call center Davinotti - 1260 interventi
    Io ho il DVD della Quadrifoglio che utilizza un nuovo master scansionato in 2K. L'immagine è abbastanza pulita ma poco incisiva soprattutto in alcune panoramiche in esterno in cui emergono maggiormente i difetti. L'audio italiano è piuttosto debole. Non ho visionato il bluray, ma da alcuni commenti rilasciati in rete, sembra che i problemi suddetti siano esclusivamente imputabili al DVD, mentre il BD appare più incisivo e performante.
  • Homevideo Rocchiola • 4/11/19 10:38
    Call center Davinotti - 1260 interventi
    Riacquistato in bluray. Il prodotto è sempre marchiato Quadrifoglio ma la qualità è decisamente superiore al DVD. Un pò di grana è rimasta ma l'immagine appare più pulita e dettagliata grazie ad un miglior definizione generale. Anche i colori sono più incisivi malgrado l'ambientazione del film non offra grandi variazioni cromatiche. L'audio in dts è potentissimo e chiaro, davvero efficace !!!
    Ottimo prodotto altamente consigliato e decisamente superiore al suo cuginetto povero che è il DVD.