Lontanissimo (visivamente e narrativamente) dai neo-polar che ci ha proposto di recente il cinema francese, il film inizia come un classico ed elegante poliziesco, ma quando si inizia a credere di avere a che fare con un giallo alla Agatha Christie il film cambia registro ed orizzonte per interessarsi alle dinamiche familiari del protagonista e mentre il giallo viene risolto in maniera deludente e sbrigativa, l'aspetto "melò" viene condotto in modo piatto e incoerente. Una regia senza guizzi e una fotografia piatta fanno del film un'occasione persa.
Strano film per Chabrol che si serve di una trama gialla appena abbozzata per sondare e descrivere il rapporto tra il protagonista, l'ispettore Bellamy, ed il suo fratellino alcolizzato. Lo spettatore intanto resta in paziente attesa del colpo di scena, che non ci sarà, perché il regista vuole mostrare ciò che l'occhio non riesce a vedere e si perde nel mare limpido vicino al cimitero, dolce il navigar. Forse troppo sospeso, magari irrisolto, ma tutto sembra essere inesorabilmente al suo posto, anche ciò che non lo è.
Tra dramma e giallo alla francese, l'ultimo film di Chabrol non è certo tra i suoi più
convincenti. La pecca più vistosa è nei ritmi troppo dilatati ed in un plot narrativo
non sempre chiaro, specie nelle fasi iniziali. La storia prosegue lentamente e con troppe pause per coinvolgere davvero. C'è anche spazio per punte di ironia e sprazzi grotteschi (la figura dell'avvocato; l'arringa in tribunale) Finale deludente per come risolve la pista gialla e melodrammatico per come conclude quella familiare.
Definitivo commiato di Chabrol al cinema in un film che si diverte a esasperar le linee guida del suo stile narrativo. Così la trama noir, già altrove ridotta a solida base di divagazione, diventa assoluto pretesto per indagare la fragilità di un uomo incapace di derogar alla sua mentalità da poliziotto, labile maschera di fronte alle insicurezze del privato (i rapporti diversamente irrisolti col fratello e moglie). Depardieu (pingue Maigret senza pipa, baffi e pelle) ritrova convinzione e capacità di rendere la complessità. Fisiologici passaggi a vuoto.
MEMORABILE: Il giovane avvocato che canta la sua difesa in stile Brassens; La cena in casa della coppia “gaia”; La matura sensualità di Marie Bunel.
Mentre sta trascorrendo una vacanza in compagnia della moglie e il fratello minore alcolizzato, un commissario di polizia indaga sul caso di una truffa assicurativa che forse ha implicato un omicidio... Uno dei due Georges a cui è dedicato il film è Simenon ma l'omaggio del regista è più volenteroso che riuscito: non basta la pigra l'ambientazione provinciale ed una trama volutamente ambigua per ricreare l'atmosfera dei romanzi extra-maigrettiani dello scrittore. Quanto a Depardieu, invade lo schermo anche letteralmente ma appare confuso ed opaco come il resto. Sbadiglio in agguato.
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