Dieci secondi col diavolo - Film (1959)

Sei reduci di guerra si prestano come disinnescatori di bombe, rischiando la vita ogni giorno e facendosi pagare moltissimo. Non c'è dubbio che è una buona opera (se non fosse per l'eccessiva lunghezza dei dialoghi). Tutto sommato un film che si lascia vedere. Bravi gli interpreti.

Primo film in trasferta per il regista americano che torna su argomenti di tipo bellico. Lo spunto iniziale è intrigante (sei reduci tedeschi che dietro compenso disinnescano mine nella Berlino sconvolta dal conflitto appena finito), peccato che Aldrich abbandoni presto l'interessante visione di una Berlino martoriata dalla sconfitta per concentrarsi sul solito conflitto tra uomini (due in particolare, Palance e Chandler) per il comando, i soldi e l'amore di una donna. Discreto.

Lo scenario di questo film è sicuramente molto interessante. Una Berlino dilaniata dal bombardamento nemico si presenta ai noi con gli occhi di sei reduci di guerra che, ognuno con i propri motivi, si prestano a disinnescare ordigni sempre più complessi. Il duo Palance-Chandler è davvero eccezionale e dà vita a una sfida nella sfida che sa di odio, amore ma anche e soprattutto di morte.

Com'era già successo con Prima linea, la vera guerra di Aldrich non è in trincea tra opposte fazioni ma nella mente degli uomini e si combatte tra soldati che portano la stessa divisa. Due diversi modi di vivere (anzi di rinascere), l'idealista Palance e l'egoista Jeff Chandler (sosia di Volontè, tra l'altro) in una sfida mortale, la cui posta è molto più alta dei soldi che ci sono in palio. Tolgono il fiato le sequenze di disinnescamento, rese magnificamente col solo suono del metallo. Uno dei migliori film di Aldrich.

Sei reduci di guerra hanno il compito di disinnescare bombe inesplose in quel di Berlino. Aldrich dirige impeccabilmente un film che mantiene alta la suspense (quando gli ordigni esplodono improvvisamente si sussulta non poco), il cui unico difetto è quello di indugiare troppo in dialoghi fiume (e talvolta nemmeno così trascendentali) che vanno leggermente a rallentare un ritmo non sempre alacre. Nel cast svetta maggiormente Chandler, infido come pochi; Palance stupisce favorevolmente in un ruolo positivo; semplice tappezzeria la Carol.

Film minore del grande Aldrich, comunque degno d'attenzione almeno per lo spunto di base dei disinnescatori di bombe affine al sopravvalutato The hurt locker. Mutilato dai produttori da 130 minuti a poco più di 90 per l'eccesiva verbosità dei dialoghi, è un film a schema fisso che alterna scene di disinnesco ad alto tasso adrenalinico e intermezzi psicologico-romantici eccessivamente melodrammatici. Bello comunque lo scenario della Berlino post-bellica fra le cui macerie sbucano come capsule aliene le bombe inesplose. Nel complesso discreto.

Al termine della guerra, sei reduci tedeschi accettano di lavorare come artificieri per far brillare le bombe inesplose nella Berlino ridotta ad un cumulo di macerie... Bello spunto ma realizzazione non all'altezza: non si percepisce la disperazione/rabbia/amarezza degli sconfitti (i sei potrebbero essere soldati americani e cambierebbe poco), i rapporti con l'ufficiale alleato sono presentati in toni idilliaci, l'inserimento del personaggio della donna francese appare forzato. Da salvare invece le sequenze di disinnesco, di forte tensione, mentre nel cast spicca il volto sofferto di Palance.

Discreto film aldrichiano un po' sotto le aspettative, visto il nome del regista che in questo caso firma un'opera dignitosa ma inferiore ad altri suoi lavori. Peccato perché lo spunto di partenza era molto interessante e non è stato sfruttato a dovere. Buone le scene di disinnesco delle bombe, in cui la tensione si mantiene viva. Ben resa l'ambientazione amara del dopoguerra. Qualche passaggio a vuoto della sceneggiatura. Cast corretto con un Palance che si pone una spanna sopra agli altri.