Fall time - Film (1995)

Fall time

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/05/14 DAL BENEMERITO RAMBO90
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Rambo90 2/05/14 19:24 - 7707 commenti

I gusti di Rambo90

Rourke, in pieno periodo oscuro, è il classico criminale laido e senza scrupoli, che progetta una rapina in banca. Tre ragazzi si mettono in mezzo senza volerlo e la storia prende per loro una brutta china. Un film modesto nella regia ma interessante e non troppo noioso, soprattutto grazie alle interpretazioni sopra le righe che rendono i personaggi più accattivanti della media di queste pellicole. Il percorso negativo dei ragazzi è ben descritto e il colpo di scena finale è abbastanza inaspettato. Godibile.

Buiomega71 6/06/20 00:58 - 2924 commenti

I gusti di Buiomega71

Bucolico e nerissimo "crime movie" che parte come una commedia giovanilistica per sfociare in territori crudeli e sanguinosi, con un finale pessimista che non risparmia quasi nessuno (il cruento massacro nella baita tra i boschi). Eventi scherzosi che prendono una brutta piega, torture e umiliazioni (nella figura delllo psicotico di Baldwin sullo stile del Michael Madsen delle Iene), infide femme fatale (la Lee "acqua e sapone") e una ben poco larvata vena omoerotica sudaticcia. Ottima la ricostruzione degli anni 50, l'atmosfera afosa e il luciferino e spietato balordo di Rourke.
MEMORABILE: L'impiccagione andata a male; "Striscia dal tuo amico"; Il filmino amatoriale d'infanzia; La messa in scena finale della Lee; Le pulsioni omo di Leon.

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  • Discussione Buiomega71 • 6/06/20 10:09
    Consigliere - 26073 interventi
    Inizia come una commedia giovanilistica in maniera scherzosa e nostalgica , per poi virare bruscamente in un "crime movie" nerissimo e spietato, dove, alla fine, non viene risparmiato (quasi) nessuno nel gorgo degli eventi che prendono una bruttissima piega.

    Noir singolare, opera prima di un rinomato autore teatrale, che tra frizzi e lazzi Standbymeieschi e qualche bagliore lynchiano (la mamma che, impassibile a tutto quello che stà succedendo, resta imperterrita in cucina a preparare le torte), mostra , senza pietà. la perdita dell'innocenza e l'ingresso (brusco e brutale) nel mondo degli adulti, trasformando la placida e noiosa tranquillità della provincia americana in una polveriera sanguinosa e selvaggia, tra poliziotti freddati a bruciapelo, torte che cadono a terra nel giorno della festa di compleanno, sevizie e subdoli inganni (come insegna Lynch, oltre alla staccionata del florente e rigoglioso giardino idilliaco di rose, si nasconde il marcio).

    Un escalation di eventi inarrestabile , che, alla fine, non ha pietà e non guarda in faccia nessuno (il massacro finale alla baita sperduta nei boschi, le torture e le umiliazioni inflitte dallo psicotico Baldwin ai due ragazzi-"Striscia dal tuo amico"- non dissimili da quelle perpretate da Michael Madsen ai danni del poliziotto nelle Iene, tra tentate impiccagioni andate a vuoto, sberloni, confessioni da estorcere con le cattive e una ben poco larvata tematica omoerotica sudaticcia e appiccicosa), con una chiusa befarda e allucinata (la messa in scena della furba femme fatale di turno, il sangue che tutto ricopre, la fuga in treno, il luogo della mattanza ripreso dall'alto, i ricordi che si alternano alla realtà: i filmini amatoriali d'infanzia che aprono e chiudono il film).

    Ottima ricostruzione della desolata e afosa provincia del Minnesota degli anni 50, tra fattorie e stradine polverose, canzonette d'epoca e l'inesorabile violenza che prende forma tra il precipitare della situazione , contrapposto al "non succede mai nulla" nella calma piatta della provincia, come nei migliori noir dei fratelli Coen.

    Svettano un Mickey Rourke balordo senza scrupolo alcuno, che filosofeggia e uccide a sangue freddo in una sottospecie di Fonzie andato in acido, un Stephen Baldwin psicopatico (in uno dei suoi ruoli migliori) affetto da sadismo e da un'omosessualità nemmeno troppo sottaciuta (è innamorato di Rourke e si diverte a "giocare" perversamente con i due ragazzini che ha preso in trappola) e l'ex Laura Palmer, quì ingannevolmente "acqua e sapone", infida manipolatrice per i propri scopi, che ha una sequenza cult quando "violenta", sul prato, il povero Jason London.

    Il resto lo fanno le musiche di Hummie Mann e la bellissima fotografia di Mark Gordon.

    Un angusto trattato antropologico impietoso e tragico, ingiustamente poco visto e ricordato, che merita un recupero doveroso dall'oblio.

    Per il sottoscritto è già un piccolo cult.
    Ultima modifica: 6/06/20 16:28 da Buiomega71