Un film di produzione francese che segue fedelmente il romanzo di Pirandello. Mattia Pascal vince una grossa somma a Montecarlo e, approfittando del ritrovamento di un cadavere sconosciuto, si fa passare per morto cambiando il suo nome in Adriano Meis. L'Herbier dirige il film cercando di comunicare la stessa idea che lo scrittore siciliano aveva concepito per il suo scritto (e anche col suo benestare, poiché Pirandello vide il film e lo approvò). Mozzhukhin è un Mattia/Adriano dall'aspetto sofferente. Da vedere nella versione colorata, affascinante.
MEMORABILE: La ricomparsa in casa di Mattia e la conseguente paura della suocera che lo crede un fantasma.
Il soggetto del Fu Mattia Pascal venne consegnato da Pirandello a Marcel L'Herbier proprio perché ne facesse ciò che ne voleva. Ne esce un film impressionista che si attiene al romanzo per quanto riguarda la cronologia degli avvenimenti ma che riesce anche a distanziarsene uscendo dalle morse del genere letterario e del teatro (alcuni personaggi e alcune scene vengono cambiate e manipolate). Il risultato è un'opera nuova, "libera" (come per un poco si sente Mattia Pascal nella sua vita da Adriano Meis) e puramente cinematografica.
MEMORABILE: La caratterizzazione della vedova Pescatore.
Una bella e impeccabile trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo. L’Herbier sceglie una narrazione piana da filmone drammatico, svicolando dalle sottigliezze pirandelliane, ma puntellandola di scene intense. Decisiva la notevole bravura degli attori, dal protagonista Mozzhukhin fino ai personaggi minori, tutti di grande espressività (tra cui un Michel Simon giuggiolone). Completano il quadro una grande cura e attenzione visiva per interni (spesso cupi o inquietanti) ed esterni monumentali (il turrito paese di San Gimignano).
Versione muta del capolavoro di Pirandello, rispetto al quale L'Herbier si prende diverse libertà (approvate però da Pirandello) ottenendo comunque buoni risultati. La durata non è certamente mini (quasi due ore) ma la pellicola funziona comunque bene grazie ad una storia interessante e ad uno stile che ha parecchie frecce al suo arco. La regia di L'Herbier è solida ed il regista sa il fatto suo, ma a restare negli occhi e nella memoria sono soprattutto le notevoli le scenografia firmate anche da Cavalcanti. Bella la prova del protagonista. Particina d'esordio per Michel Simon.
MEMORABILE: Adriano de Meis cerca di "uccidere" Mattia Pascal.
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Pirandello cominciò ad apprezzare veramente il cinema solo nel 1929,quando uscì il sonoro.Il primo film sonoro italiano:"La canzone dell'amore"é tratto da una sua opera e fece da supervisore alla realizzazione della pellicola.
Zender, alcune correzioni...
È sbagliato il nome di Marcelle Pradot (e non Pradort).
Inoltre c’è un errore nel commento di Maineng: Hervé fa un ruolo secondario (addirittura non specificato: tra l’altro andrebbe spostato in fondo nell’elenco degli attori, perché tutti gli altri hanno una rilevanza maggiore), mentre il protagonista è Mozzhukhin.
Infine, l’appunto scritto nelle note mi sembra una curiosità che non ha senso mettere nella scheda di questo film (ma appunto nelle curiosità).
DiscussioneZender • 28/05/12 13:25 Capo scrivano - 47812 interventi
Ok, mi diresti se ho corretto giusto tutto (tranne i nomi, che son giusti per forza perché li ho copiato da Imdb)?
Di questo film esiste un'edizione italiana in DVD, distribuita daDNA Srl: HO UCCISO MIA MOGLIE (1951) + IL FU MATTIA PASCAL (1926) - (2 Film su un unico Dvd). Lingue: Francese (per “Ho ucciso mia moglie”) e Muto con accompagnamento musicale (per “Il Fu Mattia Pascal”) Sottotitoli: Italiano (Forced) (disponibili per entrambi i film) Rapporto schermo: 1.33:1 (Riadattato in formato 16/9 Pillarbox) Extra: Trailers DNA Il film è stato rieditato con il contributo dello studioso di storia del cinema Riccardo Cusin. Questa versione è disponibile anche in streaming su alcune piattaforme.