Megalodon: The frenzy - Film (2023)

Stupisce trovare il nome di un buon attore come Eric Roberts in questa temibile produzione Asylum che estrae dal cilindro un nuovo megalodon dopo i fasti dei MEG con Statham (di ben altra pasta); in realtà il ruolo nel quale il fratello della diva Julia è confinato è marginale, rispetto all'importanza assegnatagli in cartellone: gli tocca di fare il comandante Sharp della U.S.S. King, una nave da guerra che dopo una lunga lotta con il megalodon nel prologo ne è uscita con mezzo equipaggio fatto a pezzi e lo scafo semidistrutto a testate dal bestione inferocito.

Abbandoniamo però Sharp e il suo...Leggi tutto gruppo di marines per passare alla piattaforma Cratus, dalla quale la dottoressa Clark (Williams) si sgancia con un piccolo batiscafo (il Cratus II) per andarsene a trivellare allegramente i fondali. Figurarsi se nel farlo non tira giù mezza faglia di Sant'Andrea (siamo in California) e non si trova faccia a faccia con un altro megasqualo, che la insegue comicamente e che lei colpirà con il laser fin lì usato per traforare. Non bastassero la dottoressa e il suo gruppo di legnosissimi collaboratori, entra in gioco pure una seconda nave da guerra, la U.S.S. Fragasso (sta a vedere che è un omaggio al nostro glorioso regista omonimo), che andrà in soccorso un po' della U.S.S. King e un po' di quelli del Cratus. Tutti si troveranno davanti ben cinque megalodon che saltano e volano impazzando (il sostantivo "frenzy" li identifica correttamente), speronano scafi, balzano fin sopra al ponte per addentare chi incautamente cammina sul bordo...

Gli effetti come si può immaginare sono pessimi e fanno sorridere, per il gigantismo grossolano e mal realizzato che caratterizza i megalodon; si vedano ad esempio le scene di attacco ai bagnanti, ficcate in mezzo giusto per rispetto al genere e che fanno pesantemente sguazzare i bestioni tra barche, moto d'acqua, surf eccetera portandoli a divorare intere comitive di turisti. La cgi impera senza vergogna, gli artefatti digitali sono evidentissimi ed è chiaro quanto gli autori se ne freghino perché tanto la cosa fa trash e certi film piacciono proprio per quello. Gli assalti sono meccanici, privi di un minimo di pathos e le persone semplicemente scompaiono d'improvviso nella grande bocca delle bestie come pezzi di legno.

Se comunque le tante scene con i megalodon protagonisti potrebbero reggere parzialmente la baracca, quello che proprio non si può accettare è una sceneggiatura dai dialoghi fiume, che costringe ad ascoltare, per minuti che si fanno mezz'ore, considerazioni di nessuna importanza e che rendono inevitabilmente antipatici tutti i personaggi (a partire da una Caroline Williams insopportabile che non riesce a star zitta un solo secondo, quando è in scena!). Se già la storia è patetica, e sorvoliamo pietosamente su quelli del Cratus che intrappolano il megalodon, doversi sorbire interminabili spiegazioni su tutto ciò che i nostri progettano di fare per contrastare i mostri marini (uno dei quali ad un certo punto partorirà al volo i suoi babysquali, tanto per gradire) è una vera tortura! Di solito sono i catastrofici a scontare il problema dei dialoghi infiniti sulle cause tecnico scientifiche di fenomeni assurdi… Gli shark movies ci evitino almeno quelli!

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