The covenant - Film (2023)

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Salvate il soldato Ahmed, collaboratore degli americani in Afghanistan mentre infuriano gli ultimi anni di guerra contro i talebani. Guy Rutchie abbandona i suoi noir virtuosistici e scintillanti per concedersi una sobria pausa che recupera tematiche care al cinema statunitense. Spezza come da tradizione in due il film in un'andata e un ritorno, sempre in coppia. L'andata è una tipica operazione bellica, con un contingente al servizio del sergente John Kinley (Gyllenhaal) che da una delle basi in Afghanistan parte per distruggere un deposito di esplosivi talebano segnalato dalla spia di turno. Ad accompagnarlo c'è...Leggi tutto anche Ahmed (Salim), meccanico locale con famiglia a carico e con compiti da traduttore simultaneo infiltrato.

La missione è tutt'altro che semplice e non finisce per il meglio, con Kinley colpito e salvato da Ahmed, il quale improvvisa con il legno una barella e riporta il suo superiore al campo base. Risvegliatosi in ospedale, Kinley capisce a chi deve la vita e, una volta rimpatriato in California, si attiva per far avere ad Ahmed i visti per lui e la sua famiglia in modo da poterlo trasferire negli Stati Uniti. Vai te a trovarlo però, anche perché nel frattempo i talebani han messo sulla sua testa un'ingente taglia: si sa dove sta suo fratello, uno spacciatore, e forse raggiungendo lui si potrà arrivare anche ad Ahmed. Della missione se ne vuole occupare personalmente Kinley, riconoscente all'uomo cui deve la vita. Ritorno in Afghanistan, quindi, e via all'operazione recupero...

Un Ritchie che mostrando buona mano dirige un action di discreta levatura nella prima parte trovando nella seconda le scene migliori. Se infatti il primo tempo è la riproposizione canonica di uno schema stravisto, in cui centrali sono in fondo gli scontri a fuoco e intorno poco altro si costruisce, il secondo scende più in profondità nell'animo dei due protagonisti e può meglio sfruttare l'ottima recitazione degli stessi. E se per Gyllenhaal non è una novità, è Salim la sorpresa: bella espressività, l'aria perfetta dell'eroe suo malgrado. L'avventura dei due tra scenari afghani che brulicano di talebani armati ha buoni momenti, per quanto nessuno di essi resti particolarmente impresso.

La sensazione è quella del film senza grandi ambizioni, per quanto gradevolmente costruito, capace di non far pesare le oltre due ore di durata; girato col pilota automatico, si rivela modesto quando rievoca i drammi della guerra nei flashback di Gyllenhaal e - almeno nella prima parte - poco significante nelle fasi d'azione. Successivamente qualche bel faccia a faccia (con chi appoggia il ritorno di Kinely in Afghanistan, con il fratello di Ahmed, con Parker...) prefigura il cambio di marcia e - pur rimanendo nell'ambito del déjà vu - le cose migliorano. Insomma, un Ritchie che si dedica a standard più anonimi del consueto pensando a soddisfare le aspettative degli amanti del genere. Scontri quasi da western coi talebani inturbantati, che muoiono come mosche centrati da decine di pallottole volanti...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/07/23 DAL BENEMERITO SISKA80 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 2/08/23
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Siska80 3/07/23 10:51 - 3837 commenti

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Durante la guerra in Afghanistan un interprete locale le tenta tutte per portare in salvo un sergente ferito. Ritchie non sbaglia un colpo e accompagna lo spettatore lungo un viaggio avventuroso fatto di tanta azione e spirito di solidarietà: due ore non pesano affatto e non solo grazie al ritmo, alle musiche incalzanti e ai dialoghi efficaci, ma anche e soprattutto per merito di un cast affiatato dalla recitazione sobria, scelto con cura e in grado di rendere credibili i propri personaggi (un plauso speciale in tal senso va ai due protagonisti Gyllenhaal e Salim). Consigliato.

Daniela 21/07/23 00:34 - 12695 commenti

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Dopo il frizzante Gentlemen e il mediocre Aladdin, tra uno Statham e l'altro Guy Ritchie tira fuori un film che non ti aspetti che, pur senza discostarsi nella trama in maniera significativa dai precedenti film USA sulle sporche guerre mediorientali - qui siamo in Afghanistan poco tempo prima del ritiro del contingente militare - privilegia concentrarsi sul rapporto che si instaura tra due uomini diversi in tutto ma uniti nella lotta per la sopravvivenza in condizioni disperate invece che sulle scene d'azione, pur presenti oltre che ben dirette. Ottime le prove dei due protagonisti.

Rambo90 27/07/23 17:15 - 7707 commenti

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Un Ritchie che rinuncia alla sua ironia e alla costruzione a cui ci ha abituati dei suoi film per raccontare una storia molto drammatica, serrata nell'azione e nel ritmo e che avvince fin da subito. Il punto di forza sono i caratteri dei due protagonisti, ben costruiti e ben interpretati, così che le numerose scene action acquistano il giusto pathos perché ci si è affezionati a loro e al loro destino. Seconda parte in crescendo con un'ottima regia. Notevole.

Puppigallo 29/07/23 10:33 - 5293 commenti

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È la storia di un forte legame (inaspettato, visti i presupposti) che si crea tra due uomini dopo che la situazione precipita. Più che la prima parte, di routine, con le missioni di ricerca, è interessante la seconda, in cui la guida e interprete fa qualcosa che va al di là del semplice aiuto. Non male anche la reazione del protagonista tempo dopo "Sono un uomo che non può più dormire". Diretto con mestiere, riesce nel complesso a portare lo spettatore in una realtà pericolosa, dove la morte aleggia, pronta a manifestarsi in qualsiasi momento.
MEMORABILE: Percorso massacrante sotto al sole con carretto pieno; La reazione del protagonista al telefono, quando sta per essere messo in attesa; Sulla diga.

Enzus79 1/08/23 22:07 - 2916 commenti

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Afghanistan: il rapporto fra un sergente americano e il suo interprete locale, con il secondo che rischia la vita per salvare il primo. Buon film, con momenti drammatici di rilievo, soprattutto nella seconda parte. L'azione non prende mai il sopravvento, e questo rende la trama sempre più interessante. Scorrevole. Jake Gyllenhaal convincente. Regia di Guy Ritchie efficace. Discreta la colonna sonora.

Magerehein 5/08/23 11:42 - 1006 commenti

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Non si può non restare impressionati di fronte al personaggio dell'interprete tratteggiato molto sentitamente da Salim, vero eroe della situazione, e al rapporto che si svilupperà fra lui e Gyllenhaal (il quale si adopererà poi per rendergli il favore) nel corso del film, un'amicizia che cresce senza retoriche e che costituirà il principale motivo di visione. Il resto è difatti un classico war movie in salsa USA in cui i nemici muoiono come mosche. In particolare è piuttosto esagerato e inverosimile lo scontro finale, che rammenta notevolmente quello de Il colonnello von Ryan.
MEMORABILE: I talebani potrebbero assaltare la diga coi pick up ma li fermano all'inizio e proseguono a piedi senza alcuna protezione, con ovvie conseguenze.

Max dembo 9/08/23 00:16 - 427 commenti

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Film fondamentalmente di propaganda, americana e hollywoodista, che per come rappresenta i talebani (un giorno nemmeno molto lontano) verrà visto come dagli anni '70 si vedono certi western anni '40-'50 per come rappresentavano gli indiani. E' comunque un film ben fatto, pur nella sua scontata prevedibilità di intrecci e personaggi con il musulmano "buono" e integrato alla causa dei "bianchi"; e che poco si direbbe opera di Ritchie, privo delle sue spesso insopportabili continue autorefenzialità "modiste", e un montaggio senza fronzoli.
MEMORABILE: La scena delle esplosioni dei mezzi del convoglio, vista ormai mille volte, ma ben fatta; La botta in testa a Gyllenhaal; "Interpretare, o tradurre?".

Bizzu 19/08/23 01:44 - 217 commenti

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Nella realizzazione del film, qualcuno deve aver messo il guinzaglio a Guy Ritchie. Forse è proprio questo l'ingrediente di successo della pellicola: una storia scialba (non perché poco avventurosa, ma a causa della pesantissima retorica USA, che trasforma tutto in un cliché) viene rivitalizzata da una regia abituata all'azione più frenetica; da una scrittura che vorrebbe spararla grossa, ma cerca di rimanere nei canoni del filmone Hollywoodiano, riuscendo a confezionare un buon prodotto. Belle sparatorie, appropriato lo "stacco" a metà pellicola per riprendere fiato.

Galbo 19/08/23 07:53 - 12411 commenti

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Un film lontano dal cinema tradizionale (e ultimamente mediocre) del suo regista, che abbraccia in questo caso il cinema bellico con un buon risultato complessivo, al netto di certe esagerazioni della trama, specie nella parte centrale. Il film funziona nel descrivere il rapporto umano tra i protagonisti (interpretati da due ottimi attori), nella riuscita ambientazione e nella realizzazione delle scene d’azione. Il tutto integrato dall’incisiva colonna sonora. Un buon film, sebbene non originale.

Giùan 21/08/23 07:55 - 4582 commenti

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Dopo la davvero notevole sublimazione del canone cinematografico e il niente male "dopotanto" vendice eccesso testosteronico, la terza commissione di Ritchie per Prime è quel che si dice un buon film, in cui contravvenendo (con relativa sorpresa) ai propri giochi di prestigio accelerati, il regista inglese racconta con asciutta ma sensibile sicurezza una storia di guerra esterna e pace interiore. Il mascheramento di un'ossessione di amicizia virile che passa attraverso la restituzione vita per vita. Molto déjà vu (da altre parti e contesti) ma che bravi Gyllenhaal e Dar Salim.

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Capannelle 28/08/23 12:12 - 4420 commenti

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Lodevole nelle intenzioni ma riuscito a metà. Gyllenhall e Salim offrono una prova notevole ma le esagerazioni del racconto (il carretto sospinto in montagna, l'arrivo della cavalleria nel finale con il tiro di precisione) vanificano quanto di buono costruito banalizzando tra l'altro un problema (la repressione dei "collaboratori") i cui effetti si trascineranno per tempo. Regia che non osa più di tanto forse perché impegnata a trovare l'equilibrio tra action e momenti intimi ma non aiuta l'onnipresenza dello score musicale di Benstead che tanto bene aveva fatto in Wrath of a man.

Piero68 29/08/23 13:49 - 2960 commenti

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Dimenticati ormai i piccoli capolavori confezionati da Ritchie agli inizi, il regista si tuffa in un war-movie che, ambientato in un contesto reale, non riesce ad andare oltre il banale. Ritchie si limita infatti al compitino, seguendo e mantenendo tutti gli stilemi classici di questo genere di film. Troppo autocompiacimento e la tipica retorica made in USA. Per carità, la pellicola è confezionata bene e le prove attoriali convincenti, ma da un regista che ci aveva abituati a prove bnen migliori ci si aspetta sempre qualcosa in più.
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  • Musiche Max dembo • 10/08/23 18:12
    Servizio caffè - 425 interventi
    Sui titoli di coda con le immagini dei veri protagonisti della vicenda, "Truth" di Alex Ebert, che già aveva fatto diverse cose per il cinema, compresa la intera colonna sonora del bel "All Is Lost"https://www.davinotti.com/film/all-is-lost-tutto-e-perduto/32792 (2013), di J.C. Chandor, con Robert Redford. 

    https://youtu.be/_62hfITLlU0

    Ultima modifica: 10/08/23 18:15 da Max dembo
  • Discussione Capannelle • 28/08/23 00:14
    Scrivano - 3540 interventi
    Bisognerebbe correggere il commento del Davinotti perchè da quanto leggo in giro il film non è ispirato ad una storia vera.
    Ritchie vuole mettere in scena un dramma che ha riguardato tanti interpreti afghani e commermorare il loro sacrificio (a fine film si ricorda che 300 di loro sono stati uccisi dai talebani) ma la storia di John e Ahmed non è mai successa: nessun carretto spinto per le montagne e nessuna azione di recupero. Era un po' troppo...
    Ultima modifica: 28/08/23 00:17 da Capannelle
  • Discussione Zender • 28/08/23 08:18
    Capo scrivano - 47865 interventi
    Sì, penso si riferisse appunto al contesto in cui tutto accade e che viene descritto accuratamente all'inizio del film ma hai ragione, la frase può creare equivoci e far pensare alla singola storia dei protagonisti quindi gliel'ho tolta. Grazie, sono sempre apprezzate le correzioni sui papiri (essendo il Davinotti correggibile per sua stessa definizione).
    Ultima modifica: 28/08/23 08:20 da Zender