Buiomega71 presenta: La lunga estate del brivido dell'imprevisto- 23 Inediti non davinottabili-
Fred Walton, essì, Fred Walton. Piccolo maestro del brivido, che ha nel carnet classiconi come
Quando chiama uno sconosciuto ("
Hai controllato i bambini?" Brrrr) e il suo sequel (comunque non malaccio), la geniale (per chi scrive) e "scherzosa" variante di
Venerdì 13 (
Pesce d'Aprile) e l'ottimo
I delitti del rosario (non ultimo ci sarebbe anche la sua versione-televisiva-di uno dei mie cult:
La fabbrica delle mogli)
Fred Walton, così magro e spettrale, che a volte paragono a un John Carpenter in micro (confrontare
Halloween con
Quando chiama uno sconosciuto), che dovrebbe essere sinonimo di suspence e tensione
E così che questo suo
Trapped risulta , alla fine, essere un lavoro di mera routine
Mi duole non scriverne bene dello zio Fred, ma il risultato finale lascia uno spiacevole gusto di occasione mancata
Un uomo (dal movente non dissimile da quello di Chuck Connors in
Mad Bomber) penetra di nascosto in un palazzo adibito a uffici, centri commerciali, parcheggi sotterranei, appartamenti, palestre e laboratori, manomettendo tutti i sistemi di controllo. Nel palazzo restano per ultime la manager Kathleen Quinlan e l'amica Katy Boyer (nonchè un uomo che fà spionaggio industriale-Bruce Abbott di
Reanimatoriana memoria-). Il folle (armato di sola mazza da baseball) comincia a uccidere i guardiani notturni e l'amica della Quinlan, per poi "giocare" con lei al gatto con il topo, in una lunga notte di terrore, fino allo scontro finale nel garage sotterraneo...
Walton non manca di ottimi momenti (su tutti l'incipit, con i ritagli di giornale sulle intossicazioni letali causate dai laboratori collocati nel palazzo, e il killer-a casa sua- con le foto del figlioletto in primo piano, che si prepara alla vendetta, con accanto a sè un cadavere su una sedia a rotelle con uno scarafaggio che le esce dalla bocca) e fà buon uso delle atmosfere e delle angoscie claustrofobiche (per certi versi si vedeva che il polso e lo stesso di
Quando chiama uno sconosciuto: stanze buie, telefoni che squillano, effetti "bus", fughe per le scale e per i corridoi, alcune scelte visive notevoli come l'antro spettrale dell'appartamento all'ultimo piano)
Però, il film, difetta nel manico, ovvero, molti colpi di scena telefonati (l'auto che non parte) e finanche noiosi ( il girare a vuoto della Quinlan dove non succede praticamente nulla o quasi-o il suo improbabile arrampicarsi nel vuoto manco fosse spider-girl). Il killer (con faccia anonima) che si aggira nel mall (reminiscenze ai
Supermarket dell'orrore) armato di mazza da baseball e a dir poco sciapo e per nulla incisivo e il gran finale nel garage sotterraneo con inseguimenti d'auto e risolto approssimativamente, come nel più convenzionale telefilm poliziesco (e già qui si sente davvero poco l'anima waltoniana)
Colpo di grazia il doppio finale, dove fino all'ultimo speravo che Walton regalasse un Coup de théâtre, invece:
ATTENZIONE SPOILER
Ti piazza un happy end da chiodi che affossa il film nell'inutilità
FINE SPOILER
Ancora Walton che dona sprazzi gustosi (i babbuini che gironzolano per gli uffici e sulle scivanie strappando fogli, la Quinlan che si toglie le scarpine col tacco per scendere più velocemente le scale, o le usa come esca con le suole inzuppate di vernice rossa, la citazione a
Halloween quando Walton mostra le stanze e i corridoi vuoti), ma poi , la tensione non riesce a reggere per tutto il film, con poca violenza (qualche mazzata) e soluzioni banali e scontate
La Peterson farà molto meglio (con la stessa intelaiatura da "office killer") con
Senza Scampo
Un opera decisamente minore di un piccolo grande maestro del brivido
Alcune sonorità azzeccate nella colonna sonora di Stephen Cohn (altre sembravano quelle composte da Robert Cobert per i "thrilling" televisivi di Dan Curtis)
Momento cult: La Quinlan si ritrova in un ufficio buio e spettrale, e si ritrova un babbuino (piuttosto incazzoso) sulla scrivania che fà a brani dei fogli e la fissa digrignando i denti