Divertente film-inchiesta di Augusto Tretti, che attraverso alcuni episodi di vita comune racconta l'incidenza dell'alcool sulla nostra società. La prima "vittima" è la più tipica delle casalinghe, che tra un rammendo e una ramazzata dà fondo alla sua bottiglia di Marsala all'uovo. D'altra parte come evitarlo, se in tv passano continuamente pubblicità di bevande alcoliche? Così, depressa e mezza sbronza, cerca il dialogo col postino e con il ragazzo dell'acqua, che invita a bere qualcosa sfogandosi. Dovrebbe essere una parentesi triste, ma si finisce col ridere! Si passa poi a un gruppo di contadini veneti a tavola col loro Recioto. Il padre di famiglia cura il figlio malato a colpi di rosso ("Altro...Leggi tutto che le medicine!"). Poi ecco l'uomo del gas, che arriva per portare una bombola e finisce offeso dai padroni di casa che (giustamente) gli danno dell'alcolizzato (sta in piedi a fatica...). Licenziato in tronco! Si passa quindi ai giovani che alzano il gomito in discoteca e a un attore in declino, che trova nella bottiglia l'unico conforto di una carriera ormai finita. Breve visita a una fabbrica di vini (con le problematiche legate alla reclamizzazione del prodotto), infine ampie libagioni a un ritrovo di alpini e bottiglie nascoste tra i mattoni in un cantiere edile, dove qualcuno finisce col cadere da una scala. Si conclude con qualcuno della troupe che dice al regista: "Ma con tutti i problemi che ci sono in Italia lei fa un film contro l'alcol?". Beh, se il risultato è questo la risposta deve essere "Sì, certamente"; perché, visto oggi, il film ha un effetto esilarante.
"Alcool" è un intrecciarsi di storie di alcolisti di varie estrazioni sociali in un’Italia bombardata da immagini pubblicitarie, che predispongono il popolo a pensare: “consumo, dunque esisto”. La provincia di Milano finanziò quest'opera per denunciare il dilagare dell’alcolismo. A mio avviso “Alcool” è un curioso esperimento con esiti abbastanza efficaci, anche se a tratti inevitabilmente comico a causa dell'uso di attori non professionisti (e per le ambientazioni a dir poco squallide). Culto nei cineforum!
Gemma raccolta casualmente durante un Fuori Orario, "Alcool" è un film di forte comicità involontaria che descrive con tenera approssimazione un fenomeno grave e sempre dilagante del mio Veneto, l'alcoolismo. Giustamente Tretti denuncia la superficialità con cui si convive con l'alcool e il suo forte radicamento culturale, il suo essere panacea assoluta (il vino dato ai bambini) ma lo fa con povertà di mezzi, squallore d'ambienti, recitazione pedestre. Fantastico l'addetto del gas in perenne basculamento dovuto al Tocai!
Film di denuncia sull'incessante e sempre più crescente significato (nella società) e consumo di alcol che però ha dei notevoli risvolti comici dovuti alla totale amatorialità degli attori. Sono varie storie anche se c'è un simpatico tipo che fa da filo conduttore a tutte le vicende. Sotto la coltre della squallida messa in scena, riesce timidamente a rendere l'idea che lo anima anche se, visto dai giovani, potrebbe provocare l'effetto contrario! Pallinaggio solo per il culto!
4 o 5 storie di individui frustrati o annoiati che si fanno distruggere dall'alcool, vuoi per abuso, vuoi per errato consumo. Se tale sostanza è ricchezza nazionale in quanto esportata, o salutare perché spazzina delle arterie, la medesima ha pure il potere di ridurre molte persone a spazzatura... Quel che è peggio è che il loro disastro scoppia in faccia anche a chi, profondamente o marginalmente, li incrocia nel lungo cammino della vita.
MEMORABILE: L'assolo al piano della Divina Commedia; gli ingredienti mancanti (ma più che altro mistificatori) del vino.
Ultimo lungometraggio del più geniale regista underground che l'Italia abbia mai conosciuto. Il vino come oppio di un popolo di morti viventi. Un lombrosario di casalinghe disperate, contadini con la fobia dei comunisti, proletari alienati. Sopra di loro ronzano industriali senza scrupoli e pubblicitari vampiri. Attori rigorosamente dilettanti. Cinema beffardo, politico e brechtiano che non c'è più. Commovente.
Di Tretti mi era piaciuto Il potere, ma questo regge bene solo per la prima mezzora (la tranquilla giornata della casalinga o la fantastica raffigurazione del mondo contadino con i bicchieri di vino dati ai bambini come fossero caramelle). Poi si sente la ripetitività e anche la scelta dei personaggi è meno incisiva, per cui il racconto del regista, pur conservando una minima curiosità e non rinunciando a un paio di affondi brutali, perde smalto.
Neo-neorealismo patafisico? Un Rossellini votato alla causa polselliana passando per Beckett e l'Almodovar più dada? Un'inchiesta dall'Impossibile? Certo è che se Tabacco e Venere danno al cinema indiscutibile fascino, Bacco lo allaga di assurdo, non fa passare l'etilometro al controllo spettatoriale come critico e riduce in cenere intrattenimento e svago, qua minati alla propria origine, tra acting che eccedono lo straniamento brechtiano e situazioni-limite degne del più sbiellato Proia. Quando l'alcool diventa misura di tutto il cinemondo, al fruitore non resta che godersi la solenne sbronza.
Il geniale Tretti infila un film che definire non convenzionabile e non etichettabile è andarci leggeri. Dovrebbe essere un film di denuncia, commissionato dalla provincia di Milano per denunciare i rischi collegati al consumo e all'abuso di alcool; è, invece, per un terzo dramma sociale (la casalinga perennemente sola, l'idraulico alle prese col delirium tremens), per il secondo terzo collezione di freak della contemporaneità (il banchetto nelle campagne venete) e per l'ultimo terzo velleitario spaccato sociologico. Weirdissimo e incredibile!
MEMORABILE: La parabola negativa del povero idraulico.
Anomala pubblicità progresso con tocchi di (involontario?) umorismo (si veda la scena con l'operaio del gas) contro l'alcolismo che racconta la vita quotidiana di diversi personaggi che lambiscono questa dipendenza. Qua e là emerge l'estro di Tretti (l'incubo del manovale, gli spot televisivi e la scelta dei volti alla Cinico TV), di cui preferiamo Il potere, ma il racconto troppo diversificato e talvolta annacquato lo penalizzano assai (la scena alla cascina non finisce mai). Gli attori non professionisti se la cavano.
L'intento didascalico traspare sin dai primi minuti e condiziona pesantemente non solo i contenuti più o meno probanti, ma anche lo stile che non vuole scegliere tra il documentaristico e il moralistico, disegnando un'Italietta avvinazzata (ma innocua) e sorvolando su cause e concause di ordine sociale e politico (allora in pieno ribollimento). Se all'inizio si sorride per alcune gag dal sapore naif (la casalinga, gli spot alcolici, il recioto in tavola), quando poi subentra l'intento di denuncia la narrazione si fa greve e sbanda un po', come i protagonisti su di giri.
NELLO STESSO GENERE PUOI TROVARE ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Schramm ebbe a dire: in zona equina si trova anche il tvrip de la legge della tromba, mentre non si hanno tracce di mediatori e carrozze, suo ultimo film.
"La legge della tromba" è imprescindibile per gli estimatori di Tretti. Sgangherato sino al midollo, d'un anarchismo commovente nell'utilizzo del sonoro (cioè, rumori) e con Maria Boto (una cuoca) che interpreta 4 ruoli.