La terza generazione - Film (1979)

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Tutti i commenti e le recensioni di La terza generazione

TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/06/08 DAL BENEMERITO PIGRO
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Pigro 9/06/08 11:46 - 10075 commenti

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Forse il più bel film (e il più spietato e livido) mai girato sul terrorismo e uno dei più belli sullo sfacelo politico della società contemporanea. Nel suo classico stile dove la densità della parola e l’allegoria si fondono in opere algide e allo stesso tempo venate di “pietas” per il genere umano, Fassbinder racconta le assurde vicende di un gruppo di terroristi (senza dimenticare la droga) sullo sfondo degli ambigui anni 70 dove il potere e l’economia si danno la mano per scopi misteriosi. Spiazzante e sconvolgente.

Cotola 7/10/10 23:59 - 9478 commenti

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Gran bel film di Fassbinder che risulta estremamente complesso, e a tratti spiazzante, ad una prima semplice visione. Non è facile, infatti, capirne subito ed appieno tutti gli aspetti, ma si capisce comunque il valore della pellicola. Tragico ma anche impietoso e beffardo, con una serie di innesti ironici che vanno sempre a segno. Spiazzante, non per tutti e con un finale che farà incavolare non pochi spettatori.

Ghostship 10/12/10 21:50 - 394 commenti

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Il terrorismo visto dal punto di vista di terroristi che altro non sono se non pupazzi strumentalizzati da forze ingovernabili. La realtà si fonde con l'impareggiabile verità delle finzioni e ne esce fuori una pellicola ora algida, ora spiazziante, inframezzata da intermezzi deliranti che riprendono frasi scritte sui muri o nelle toilette fungenti da introduzione per i vari segmenti. Come tutti i Fassbinder soffre di un ostracismo televisivo quasi maniacale.

Mark 20/02/11 03:22 - 264 commenti

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Lettura in chiave surrealistica e a tratti tragicomica dell'autunno tedesco. Fassbinder imprime nella celluloide la matassa ingarbugliata dello scenario politico del tempo così com'era, rimarcandone i paradossi con una serie di alternanze grottesche e psicanalitiche spiazzanti. Un background tremendo avvolge il film: il rapporto cannibalistico tra genitori e figli della borghesia. Il dubbio di quale tra i due mangi l'altro è di sicuro l'espediente più sconvolgente e sostanziale del film.

Pinhead80 30/04/11 17:42 - 5370 commenti

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Questo di Fassbinder non è un film che tratta solo di terrorismo; parla di manipolazione, strumentalizzazione e solitudine. Divisa in sei capitoli, quest'opera rappresenta la capacità del regista di mostrare il suo pensiero senza censure, attaccando ferocemente il sistema e ciò che ne fa parte. Luoghi chiusi che sanno di solitudine interiore. Fassbinder non sbaglia un colpo. Eccellente.

Mickes2 11/04/12 11:48 - 1672 commenti

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Personaggi pittorici e ambigui: nient’altro che lo specchio di una società eccentrica e disincantata che ha come obiettivo il rovescio di leggi già ampiamente ramificate nella Germania in cui vivono. Messinscena straniante, asettica ed evocativa per un film beffardo che riflette sui modi del nuovo terrorismo, quello della Terza generazione, così impulsivo e ingenuo. Struttura narrativa che intreccia e addiziona più storie, più o meno sconnesse, dove diviene sistematicamente palpabile nei protagonisti un’aura di assoluto smarrimento esistenziale.
MEMORABILE: Il delirante, cinico e carnevalesco finale.

Homesick 11/05/13 17:16 - 5737 commenti

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Il velleitarismo dell’atto rivoluzionario puro perpetrato dalla “terza generazione” di terroristi è il tema di un’opera politica densa, greve e caotica, che scatta un’istantanea di talune problematiche sociali nella Germania anni Settanta. Rilevante il lato tecnico: uno stile colto e variopinto, in cui convivono ambienti asettici (l’ufficio di Lurz e la sua finestra sulla metropoli berlinese), didascalie con scritte prelevate dai muri delle latrine e situazioni spesso bizzarre e grottesche sui rapporti asimmetrici tra gli individui, più volte oggetto dei lavori del cineasta tedesco. **!/***
MEMORABILE: Le didascalie riportanti scritte (a contenuto fallico) lasciate sulle pareti dei bagni pubblici berlinesi; il messaggio di Lurz prigioniero.

Bizzu 23/02/14 00:37 - 218 commenti

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Attraverso le vicende di una cellula terroristica Fassbinder rappresenta il dramma di una generazione che vuole combattere il potere ma si ritrova suo malgrado a essere una pedina del "padrone", borghese nel sangue ma con ambizioni rivoluzionario-proletarie. Difficile da mandar giù a causa del registro assurdo e grottesco, però una volta rimesse in ordine le idee non si può non apprezzare questo impietoso ritratto.
MEMORABILE: Le didascalie all'inizio di ogni capitolo; Gli incredibili (nel bene e nel male) minuti finali.

Rufus68 11/02/18 15:22 - 3940 commenti

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Forse il miglior film del regista tedesco: preveggente, funebre, sarcastico, straniante. Il terrorismo non serve la causa proletaria, ma direttamente il potere che ci si propone di combattere. I cruenti protagonisti di tale gioco manipolato sono alcuni borghesi buffoneschi che si illudono di cambiare il mondo fra poesie, P38 e passi di Bakunin. Il regista canta tale raggelante sfacelo interpolando canzoncine d'antan in sottofondo, citazioni colte (Schopenhauer) e volgari (i graffiti pornografici dei cessi): quanta verità! Ottimo Constantine.

Daniela 1/07/20 22:45 - 13219 commenti

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Un grosso industriale cerca di vendere al governo computer per la sicurezza, senza successo in quanto non sono più i "bei tempi" degli attentati terroristici e quindi è calata la domanda. Ma in clandestinità c'è chi quei tempi progetta di farli tornare... Commedia alla maniera di Fassbinder, quindi nera, tracimante sarcasmo nei confronti di questi figli della borghesia che  credono di combattere il capitalismo mentre ne servono inconsapevolmente gli interessi. Film non tra i migliori film del regista per una certa costipazione di personaggi e situazioni, ma comunque intrigante.
MEMORABILE: Le didascalie riportanti le scritte rinvenute sui muri delle latrine; Il sorriso insopprimibile del "prigioniero del popolo".

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Magerehein 24/03/22 14:42 - 1206 commenti

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Lungo, lento, a volte pesante... eppure a opera conclusa ci si rende subito conto di avere appena visto un pungente e sarcastico colpo di genio. Fassbinder si diverte a sbeffeggiare quei giovani benestanti che, cozzando con la loro stessa condizione sociale, vorrebbero rovesciare il capitalismo, quando in verità è proprio il suddetto a servirsi di loro (eloquente in tal senso l'industriale Lurz, vero cardine del film) per i suoi scopi. Degna di nota anche la figura del commissario Gast, l'unico altro che forse intuisce come realmente vadano le cose. Film "nero" e amaro, ma valido.
MEMORABILE: Le scritte nei gabinetti; Il dialogo fra Lurz e il commissario Gast; "Si finisce sempre per fare ciò che ci disgusta: ne abbiamo bisogno"; Il finale.

Paulaster 13/02/24 18:05 - 4840 commenti

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Industriale di computer foraggia dei terroristi. Fassbinder gira un film politico scimmiottando i nuovi "rivoluzionari", che non capiscono che sono pedine e sembrano dei borghesi a loro volta. È presente una certa anarchia narrativa in cui i personaggi si mischiano e danno la sensazione di una certa confusione presente negli anni Settanta. Beffardo il finale, che chiarifica ancora di più quale fine avrebbe fatto la lotta al sistema. I cartelli coi messaggi dei bagni pubblici hanno ormai un gusto retrò.
MEMORABILE: I brigatisti vestiti in maschera; La rapina alla banca del marito; L'ispezione della polizia.

Apoffaldin 22/09/24 19:33 - 246 commenti

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Terroristi in lotta contro lo stato capitalistico che nella migliore delle ipotesi possono soltanto illudersi di abbattere. Provocatorio, sarcastico e disilluso ma non privo di pietà. Molte le frecce a segno. Tra le altre lo stato ipnotico di fascinazione malsana della prima scena e il finale: un pugno nello stomaco. Risulta però appesantito da lungaggini ed eccesso di personaggi. Comunque prezioso e necessario. Da notare Constantine con i suoi quasi impercettibili lampi di grande espressività. Il film che sta guardando la segretaria sui titoli di testa è Il diavolo probabilmente.
MEMORABILE: La citazione della frase di Helmut Schmidt involontariamente autoironica e l'annessa aggiunta sarcastica; Il finale.

Alex75 20/01/25 18:46 - 930 commenti

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Malgrado l’affollamento di personaggi, di vicende che alternano e fondono anarchicamente il tragico, il comico e l’assurdo e riferimenti culturali e d’attualità che lo rendono di non facile intelligibilità, il giudizio di Fassbinder su certo terrorismo ideologicamente confuso e velleitario, strumento incosciente delle classi dominanti, emerge con nitidezza grazie a un finale beffardo in cui si capisce chi ride veramente ultimo. Oltre al notevole Constantine, nel resto del buon cast riescono a emergere, per motivi opposti, l’isterico Zeplichal e l’ambiguo e gelido Spengler.
MEMORABILE: “Il mondo come verità e rappresentazione”; Franz: “Pensavo di aver diritto al lavoro. Ho studiato tre anni”; L’ispettore e Von Stein; Il sequestro.
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  • Discussione Rebis • 5/12/10 16:15
    Compilatore d’emergenza - 4445 interventi
    @ Pigro: ecco da dove salta fuori il tuo avatar! Complimenti! Uno dei miei Fassbinder preferiti :)
  • Discussione Pigro • 5/12/10 18:25
    Consigliere - 1704 interventi
    ...scoperto!!! :-)
    Ebbene sì, anch'io amo molto questo film (come diversi altri di Fassbinder), ma in particolare questa immagine la trovo semplicemente geniale.
  • Discussione Zender • 6/12/10 09:50
    Capo scrivano - 48744 interventi
    Ahah, smascherato dalla locandina!