E' morto Gian Vittorio Baldi.
da "La Repubblica":
Gian Vittorio Baldi si è spento ieri sera a Faenza a 84 anni. Nato a Bologna nel 1930 è stato un protagonista della stagione gloriosa del cinema italiano, regista e produttore coraggioso di opere come “Porcile” di Pier Paolo Pasolini e “L’amore coniugale”, pellicola di Dacia Maraini, girato negli anni più intensi delle lotte femministe.
Dopo aver frequentato a Roma il Centro Speciale di Cinematografia, aveva esordito alla regia nel 1958 con “Il pianto delle zitelle”, vincendo il Leone d’Oro come miglior cortometraggio a Venezia. Ma aveva mantenuto sempre la doppia qualifica di “regista” e “produttore”, sempre con spirito ribelle e indipendente rispetto all’industria del cinema, soprattutto negli anni Sessanta, quando affascinato dall’esempio di Rossellini, sognava di dare l’assalto alla “città del cinema” disprezzando le leggi del mercato.
Il suo film più importante è “Fuoco!” girato nel pieno della ribellione del 1968, racconto di una tragedia sociale e familiare che nasce dallo sparo di un disoccupato contro la statua della Madonna, durante una processione. La stessa attitudine anarchica l’ha dimostrata producendo film come “Cronaca di Anna Magdalena Bach” di Straub-Huillet, “Diario di una schizofrenica” di Nelo Risi, “Quattro notti di un sognatore” di Bresson e, di Pier Paolo Pasolini, oltre a “Porcile” anche “Appunti per un’Orestiade africana”. “Nonostante fosse vicino agli 85 anni non è mai entrato nella terza età – dice Roberto Chiesi della Cineteca di Bologna con cui ha lavorato a lungo - non ha mai voluto fermarsi, né andare in pensione A più di ottant’anni è andato a girare un film in Brasile fra mille difficoltà”. E fino all’ultimo ha lavorato ad organizzare seminari e lezioni di cinema per le giovani generazioni, in particolare attraverso l’International Film Academy da lui creata e capace di portare a Bologna docenti come Bernardo Bertolucci e Abbas Kiarostami.
Il suo fondo di film è conservato alla Cineteca di Bologna che da sempre si occupa di valorizzare la sua opera. All’attività cinematografica aveva affiancato dagli anni Novanta quella di vignaiolo, antesignano, quando ancora non erano di moda, dei vini naturali, fondando “Castelluccio”, nelle colline fra Brisighella e Modigliana, a cavallo fra le province di Forlì e di Ravenna, dove ha prodotto vini famosi e premiati in tutto il mondo.