Sulla scia del successo del capostipite EUROPA DI NOTTE e delle tante imitazioni, autentici reportage sulla vita notturna nel mondo, Castellano e Pipolo inseriscono la coppia Macario/Totò tra i vari numeri musicali, di fatto intervallandoli per rendere l’insieme meno monotono. L’affiatata coppia comica, nel ruolo di due contrabbassisti spiantati, si accorge di avere a disposizione un milione di lire (l’eredità della nonna di Macario) e parte così in giro per il mondo in cerca di una scrittura prestigiosa. Prima mèta Parigi, dove i nostri, dopo essersi imbattuti al night in due travestiti, provano il numero di fronte a un impresario...Leggi tutto locale (Gianni Agus): questi vorrebbe assumerli come comici, ma i due si offendono e partono per Madrid. Qui sostituiranno all'ultimo momento due chitarristi, con esiti disastrosi, ma improvviseranno un twist durante il quale Totò si lancerà nel suo classico ballo disarticolato deliziando il pubblico. In Inghilterra combineranno ben poco, a Hong Kong conosceranno un siculo (Nino Terzo) che li inviterà in un ristorante dove servono cane. Nessuno show cinese e tappa finale a New York, dove tenteranno un'audizione alla radio con Helmut Zakarias e i suoi “40 violini magici”. Delle città visitate si vede poco o nulla (giusto qualche insegna luminescente, filmati di repertorio...), i balletti (coreografati da Don Lurio) sono più che dimenticabili, tuttavia la verve di Totò (che vessa Macario senza pietà incolpandolo di ogni cosa) è degna di nota. Gli sketch forse più divertenti sono quelli “in viaggio” sull'aereo (dove comprare anche Buzzanca nella parte del passeggero nel cui cappello Macario vorrebbe vomitare) o sul treno, con i soliti giochi di parole dovuti ai problemi con la lingua. Qua e là, insomma, ci si diverte proprio, e in fondo i due sono abbastanza presenti sul set, non solo come break tra un numero e l'altro. Sceneggiatura di Corbucci e Grimaldi, regia (modesta) di Amendola. Meno peggio di quanto si creda.
Il regista è lo stesso di Totò Sexy, e così - in parte - il cast, rappresentato, nel nucleo portante, dal duo Macario-Totò: due sprovveduti lanciati in un viaggio che si vorrebbe (e per l'epoca forse lo era pure) piccante. Questo è però il primo capitolo, ispirato dai "fascinosi" mondo-movies, avviati dal Mondo Cane girato solo l'anno precedente. Da vedere, perché pur se poco significativo, offre un giovanissimo Buzzanca ed un irrestistibile Agus a fare da spalla al "Principe".
Non si può dare un pallino solo a Totò, ma qui siamo al punto più basso della carriera, e a tratti il Principe pareva rendersene conto, tanto son fiacchi e prevedibili gli scambi con un non meno spento Macario. Ci vuole un'oretta quasi perchè il filmucolo regali, prima col sabotaggio del tronfio madrigalista spagnolo e poi con l'incredibile twist che Totò balla con la Margaret Keil (mora), un po' di brio. Operazione deprimente e purtroppo non isolata.
Lo spunto poteva dare vita a un divertente film con la coppia Totò e Macario in viaggio nelle più famose capitali europee (e non solo), peccato che nelle intenzioni del regista ci sia una parodia dei vari mondo movies. Comunque, se si tralasciano i noiosissimi numeri musicali, gli sketch tra Totò e Macario sono molto divertenti e il finale lascia persino spazio all'amarezza.
Depurato dai noiosissimi numeri musicali, probabilmente assai poco piccanti pure per l'epoca, non è neppure malissimo. Qua e là il duo Totò-Macario funziona e invita al sorriso, col piemontese che si fa angariare dal compare, un po' come Stanlio con Ollio. Girato alla "buona la prima", benché Nando Bruno guardi in macchina, benché Totò s'impappini... Alla fin dei conti è guardabilissimo, magari con un po' di "avanti veloce". Largheggiando, vale **
Sulle tracce del successo di pubblico del film-documentario Europa di notte di Blasetti che era un reportage sulla dolce vita notturna che si consumava nei night club di diverse capitali europee, incontriamo Totò e Macario, due musicisti scalcagnati in cerca di un ingaggio, costretti dai produttori a "girare" per alcuni locali notturni dove si presentano ridicoli spogliarelli e bizzarri numeri di varietà. Favoriti dall'assoluta mancanza di una sceneggiatura, i due comici possono improvvisare anche più del solito alcune scene buffe e burattinesche.
Totò di tutto ha fatto (tranne la parodia western); in questo caso è stato cacciato nell'ambiente "lounge" e kitsch del documentario-movie in voga nei sessanta. A dire il vero di documentario c'è pochissimo ed è appiccicato a sketch raffazzonati, in compagnia dell'amabile Macario. Un film abbastanza miserabile ma di quelli che fan sorridere per l'involontario gusto di "far cadere le braccia". E comunque l'icona dei due comici come contrabbassisti vive di vita propria, soprattutto quando si scatenano col twist "Rosa Morena".
MEMORABILE: Quelle custodie di contrabbasso, che da rigide diventan morbide e poi rigide...; Macario in kilt dice di non avere le mutande ma... le ha.
Il principe della risata e il comico piemontese in una pellicola poco memorabile in cui si osservano situazioni più o meno riuscite in una miscellanea deludente. Gli intermezzi musicali annoiano non poco e la salvezza proviene dal solito Totò, che con qualche gioco di parole e un balletto salva la barca alla deriva.
Forse il peggior film di Totò, in cui l’indecenza del copione è talmente marcata da risultare fastidiosa. Ci sono i soliti giochi di parole e doppi sensi, oltre alle movenze da marionetta, ma questa volta nulla riesce e in alcuni contesti finisce col diventare triste e patetico. Gli intermezzi musicali buttati lì sono inutili e non fanno altro che evidenziare la pochezza della regia, che compie un giro completamente a vuoto. Macario fa quel che può mentre Agus è inguardabile, così come le altre spalle. Da dimenticare come una brutta esperienza.
Alternanza di genialità (Totò e Macario, i loro duetti, il loro districarsi in un insieme da "buona la prima") e mediocrità (l'impasto raffazzonato da mondo movie: con Mondo cane uscito da poco la parodia era a portata di mano). I numeri musicali e le atmosfere dei night club hanno un loro perché, più per la patina antiquaria che per il valore espressivo (personalmente ho trovato divertenti anche gli spogliarelli del successivo Totò sexy). Alla resa dei conti il rischio dell'ambaradan senza vero mordente è dietro l'angolo.
Puntando su Totò si riteneva di poter realizzare una parodia efficace del genere documentaristico ricorrendo a Macario come "spalla" del Principe, essendo forse l'attore che - col suo candore - poteva meglio adeguarsi a un copione del genere. Il risultato è modesto, sia perché, ancora una volta, il grande attore torinese si dimostra inadeguato contraltare alla comicità aggressiva di Totò, sia perché la trama in sé è un pretesto per esibizioni musicali e semi-spogliarelli che alla lunga stancano. Certamente meno nefasto del sequel.
MEMORABILE: Totò che scopre la ricchezza di Macario e prende subito in mano la situazione; Il balletto di Totò in Spagna.
Commedia con Totò e Macario: parrebbe una scusante per far vedere i numerosi (e noiosi) balletti presenti nel film, che narra di due sedicenti suonatori in giro per il mondo. Per fortuna le parti comiche riescono a catturare lo spettatore, con questo duo che diverte, pur con cliché abbondantemente usati precedentemente (si pensi ai fraintendimenti linguistici). Se Totò appare in forma, Macario invece appare piuttosto spento, ma la farsa va, con annesse partecipazioni di Gianni Agus e di un giovane Lando Buzzanca. Nulla di che, ma qualche risata la strappa.
MEMORABILE: La danza a piedi nudi della ballerina spagnola, con annesso uno scatenato Totò, il provino dal direttore francese (Agus), il finale.
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