Assurto a classico tra i film di Totò per la famosissima scena di ribellione da parte di Totò all'arrogante ufficiale nazista. Ben diretta da Steno e interpretata ottimamente non solo dall'indimenticabile attore partenopeo ma anche da Nino Taranto e da Walter Pidgeon, è costellata da battute pungenti e da un paio di momenti almeno memorabili.
MEMORABILE: "Badate Colonnello. Io ho carta bianca!" "E ci si pulisca il culo va bene!"
Simpatica commedia di ambientazione bellica è stata oltremodo sopravvalutata da pubblico e critica (anche per via della famosa scena della ribellione al militare inglese). In realtà benchè abbia dei momenti godibili, grazie alla presenza di un ottimo cast (accanto a Totò spiccano Nino Taranto e Walter Pidgeon) il film è piuttosto ripetitivo e dotato di sceneggiatura non memorabile.
Grandissimo film di Totò, questa volta in coppia coll'ottimo Pidgeon in una parodia dei Due nemici. Nemmeno tanto parodia poi, dato che la seconda parte segna una incredibile svolta verso toni più seri e antinazisti. Insomma un film completo, dove finalmente Totò può dimostrare di saper cambiare registro, dal comico al drammatico. Peccato per qualche caduta di stile e qualche battuta inutilmente scurrile.
MEMORABILE: Ovviamente: "E ci si pulisca il culo!"
Parte come una commedia bellica per assumere dei toni più seri nella seconda parte. Non è una delle migliori di Totò, ma il comico partenopeo mostra di lavorare bene in coppia con Pidgeon, inoltre è presente un bravo Nino Taranto. La scena della ribellione al comandante nazista è memorabile e da quel punto il film assume un'inaspettata serietà che rende il finale avvincente. Sebbene non sia costante, la pellicola è più che discreta.
MEMORABILE: "Io ho carta bianca" "E ci si pulisca il culo!"; "Per me basta una pallottola, per loro due, perché sono cretini!"
Una parodia militare fino ad un certo punto, che trova il principe della risata in grande spolvero. La narrazione non è eccelsa ma alcune situazioni sono di buon livello e nella seconda parte il tono diventa lievemente più serioso. Leggendaria risposta di Totò al maggiore tedesco.
Sull'onda dei Due nemici e ricordando I due marescialli, ancora un film bellico che mette a confronto l'ufficiale italiano e quello inglese, in questo caso nemici attorno a un paesino greco. Tra numerosi momenti comici e alcuni spunti drammatici nella parte conclusiva (là dove deve risaltare il rigore morale del vero italiano), Totò si destreggia molto bene, dando vita a un colonnello tanto arrogante quanto buonuomo, arrivando perfino a dire l'unica sua parolaccia sullo schermo. Nel complesso il film si vede con gusto, pur nella modestia della realizzazione.
Uno Steno d'annata con un Totò al meglio della forma. Il regista sceglie con cura una cifra stilistica tra la farsa e la satira bonaria ma fa attenzione a non uscire dal perimetro realistico di fondo tenendo conto dell’argomento molto delicato del film. Totò, dal canto suo, tiene la cifra del suo personaggio su un registro caricaturale molto accentuato con una gestualità veramente marionettistica che fa sembrare il suo colonnello quasi irreale se non addirittura fatuo ed inattendibile. Una micidiale critica dall'interno del militarismo dell'epoca.
MEMORABILE: La scena del riscatto umano e morale del Colonnello Totò di fronte all'ottusa arroganza dell'ufficiale nazista: nessuna parolaccia fu più calzante.
Totò, colonnello italiano severo e inflessibile, alle prese con l'esercito di sua maestà britannica per la conquista di un paesino greco che puntualmente cambia sponda tra le due fazioni, finchè non arrivano i tedeschi... Grande Totò, capace di mettere da parte le idee di grandezza (bellica) pur di rimanere "soldato ma non assassino". Ottima la spalla Taranto come pure Pidgeon, l'antagonista colonnello inglese. Ottime le musiche, che richiamano proprio quei tempi bui. Merita la visione: ***
MEMORABILE: Totò che, con la dignità, l'orgoglio e la consapevolezza di appartenere a qualcosa di diverso (dal nazismo), rivendica la sua scelta.....
Amabile commedia sulla guerra diretta abilmente da Steno. Bene Totò che riesce a interagire ottimamente con Nino Taranto e buono Pidgeon (quantunque un po' spaesato). Alcune gag banali, ma sicuramente la pellicola risulta piacevole. Rimane storica la risposta di Totò all'ufficiale nazista.
Attraverso la riproposizione dei soliti stereotipi delle nazionalità (italiani pasticcioni, tedeschi marziali e ottusi, inglesi compiti e corretti), Steno biasima la guerra in una frizzante commedia che a tratti (il riferimento alle purghe e alle rasature e il plotone di esecuzione nel sottofinale) assume toni drammatici. Come sempre accade nei film di cui è protagonista, Totò basta da solo a catturare il pubblico e a suscitarne le risate, ma qui il suo compito è facilitato dalle spalle Walter Pidgeon e Nino Taranto, che insieme a lui danno vita ad irresistibili siparietti.
MEMORABILE: Il faccia faccia Totò-Pidgeon e il loro brindisi; i due colonnelli che scoprono di essere "becchi"; la celebere risposta di Totò al maggiore nazista.
Nelle commedie italiane dove c'è l'esercito a confronto con eserciti di altre Nazioni (Seconda Guerra Mondiale) si tende spesso a esagerare i nostri difetti e a esaltare le virtù degli altri. È così anche in questo film dove Totò, colonnello italiano, è messo a confronto con un compassato Pidgeon, suo collega inglese. Almeno nella prima parte, poi, quando arrivano i tedeschi (siamo vicini all'otto settembre), arriva anche l'eroismo e i soldati italiani si rivalutano e mostrano la loro vera anima. Totò offre una performance sopra le righe da par suo.
Non particolarmente riuscito. Al finale "nobile" ed eroico ci si arriva con una sceneggiatura eccessivamente farsesca, con un Totò eccessivamente esagitato (in relazione al ruolo che deve interpretare) a cui si contrappone un Pidgeon pacato e incolore. A tratti ci si annoia. Esempio di film che alla lunga si ricorda solo per una battuta, ovvero quella della "carta bianca"...
Simpatica commedia di Steno che prende spunto da un episodio bellico minore in Grecia per imbastire una storia dai toni antimilitaristi affiancando a un Totò molto in forma il talento hollywoodiano di Pidgeon per dare respiro internazionale e nuovi mercati alla comicità del Principe. L'intesa fra i protagonisti funziona, mentre Nino Taranto si conferma una delle spalle ideali di Totò. I tre da soli tengono in piedi il film, dando luogo a gustosissimi siparietti mentre la trama si trascina piuttosto ripetitiva. Vale in ogni caso una visione.
In un paesino della Macedonia si fronteggiano gli italiani e gli inglesi. Commedia bellica giocata sull'umanità della scalcagnata fanteria contro i rivali che dopo l’8 Settembre ’43 diventeranno amici. Totò regge bene un ruolo di polso in cui gli manca una spalla adatta: Taranto è più un aiuto in scena. Dopo le solite scaramucce territoriali, con annesse inversioni di prigionia, la conclusione è a tinte drammatiche per mostrare la durezza della guerra.
MEMORABILE: I quadri invertiti; Il maiale in camera; Barba e capelli per punizione; “Li mortai vostri”; La carta bianca tedesca.
Nonostante la bravura incontestabile di Totò e Pidgeon (oltre a quella del cast di contorno) e un'idea di partenza sulla carta originale (due avversari in guerra che imparano a stimarsi a vicenda, come rivedremo anni dopo ne I due nemici con Alberto Sordi ), il film non decolla mai veramente; anzi, per certi versi risulta persino fastidioso nel mettere in scena situazioni triviali (lo "scherzetto" giocato da Iride a Di Maggio) quando non filonaziste (Antonio che fa rasare i capelli a zero alla madre della sua amante), sebbene il finale concitato regali qualche emozione.
Un colonnello italiano ed uno inglese si contendono il dominio di un villaggio del Montenegro ed il letto di una piacente paesana... Spesso accostato a I due marescialli interpretato dallo stesso Totò, ricorda piuttosto nella trama I due nemici con Sordi e Niven che dall'iniziale diffidenza passano gradualmente alla stima reciproca. La storia ripropone per l'ennesima volta la visione degli "italiani brava gente" contrapposti ai nazisti ottusi e brutali come se il fascismo fosse stato inventato dai marziani, ma il film, fatta la tara ai troppi stereotipi, è nel complesso piacevole.
MEMORABILE: L'immortale battuta su cosa ci si deve fare con la "carta bianca".
Commedia bellica con un Totò scatenato, quasi sempre collerico, odiato più dai paesani che dal nemico. Ovviamente, ogni volta che Antonio De Curtis si scalda è uno spasso; e Pidgeon qua e là, quando non c'è il bravo Taranto, gli fa da simpatica e pacata spalla inglese. Il ritmo comico-verbale è buono e la visione piuttosto piacevole fino all'epilogo. Merita la visione, anche solo per la performance di Totò.
MEMORABILE: Gli strali contro l'aspirante suocera; L'incubo della Convenzione di Ginevra, che viene rinfacciata a Totò in continuazione; Ubriachi per dimenticare.
L'ufficiale italiano astuto e pronto ad arrangiarsi e quello inglese signorile e bonario ma molto legato alla forma: i luoghi comuni non mancano in questo film che è però comunque divertente soprattutto grazie a Totò, mentre il suo antagonista Walter Pidgeon è un po' un pesce fuor d'acqua. Scilla Gabel è sempre una presenza notevole e Toni Ucci si ritrvoa in un ruolo che avrebbe potuto essere del primo Sordi.
Dopo il duetto con De Sica, Totò torna in un film di ambientazione bellica, stavolta al fianco di un attore straniero (Pidgeon) e con Taranto a subire le solite vessazioni. Come per la pellicola menzionata, anche stavolta la sensazione è quella di un'occasione che poteva essere impiegata meglio, ma tutto sommato la storia diverte e la strana coppia di protagonisti funziona bene. Ovviamente si registrano luoghi comuni e situazioni convenzionali, ma tutto sommato resta un lavoro abbastanza godibile.
MEMORABILE: La celebre risposta di Totò/Di Maggio al tenente nazista.
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L'altro protagonista del film, oltre Totò è l'attore canadese Walter Pidgeon. Sembra che i due non riuscissero a comunicare verbalmente perché nessuno dei due parlava la lingua dell'altro, ma ciò nonostante i due erano in sintonia grazie a una sorta di comunicazione non verbale basata sull'istinto.
L'aneddoto viene confermato in una breve intervista dell'epoca raccolta sul set da Luisella Bone e disponibile su Youtube.