Sorpresa! Un generoso mestierante come Mulargia (stakanovista del western a bassissimo costo) indovina un sorprendente - appunto - film che porta la nozione di antieroe (caratteristica dello spaghetti) a livelli raggiunti solo dal Grande silenzio. Limiti di budget e di fattura negano il capolavoro, ma questo film attraversato da una violenza cupissima e da un'atmosfera di desolazione cui le ristrettezze per una volta giovano è una prelibatezza. Da riscoprire (e magari editare non censurato). Da poco in odore di culto gay per una certa scena...
Dopo aver visto il film ho avuto come la sensazione che mancasse qualcosa. Molto probabilmente un vuoto lasciato dalle poche scene d'azione. Un vuoto colmato però dalle atmosfere malate della dipendenza dall'alcool, delle pulsioni pedofile, della rude omosessualità. Uno spaghetti western figlio del suo tempo, del movimento hippie sul lato Manson piuttosto che su quello pace, amore e musica. Realizzate piuttosto male le soggettive alcoliste e colonna sonora ai limiti del plagio. Comunque una pellicola di buona qualità tutt'altro che banale.
MEMORABILE: Il pestaggio/omicidio della Neri e il successivo bacio sulla bocca dei banditi
Il film è un po' lento, però non è malvagio, tocca alcuni temi tabù per quell'epoca ed è intriso di una certa violenza. Mulargia ha dato la precedenza alla caratterizzazione dei personaggi e quindi va tutto a discapito dell'azione, infatti alcuni passaggi possono risultare piuttosto noiosi. Comunque tutto sommato è un lavoro discreto che merita di essere visto, se non altro per alcuni tocchi di classe.
MEMORABILE: Il palmo della mano può essere letale.
Spaghetti western dal ritmo soporifero; nemmeno Sergio Leone sarebbe capace di tanto! Anche se il soggetto presenta originalità che lo differenziano dai tanti spaghetti western dell'epoca (pistoleri gay), Mulargia non sa sfruttare il copione adeguatamente puntando quasi tutto sulla psicologia e molto poco sull'azione. Assurda la resa dei conti finale con Brega che spara a vuoto! Perdibile.
Incamminatosi risoluto lungo il sentiero dell'ironia, effettua una svolta con la brutale uccisione della Neri, pur mantendendosi sempre nel'orbita della stravaganza: Woods alcolista travagliato, Fiorini megalomane e gay - bacia il suo braccio destro Berti sulla bocca! -, Brega sbrigliato da insane pulsioni pedofile; anche il duello conclusivo - ma subito dopo c'è una sorpresa in serbo - ha toni farseschi. Anomalo e curioso, è purtroppo appesantito da un ritmo lentissimo che ne prolunga inutilmente la durata.
Forse la tomba dello spag è in questo film abbandonato a se stesso, immerso in una calura estrema, senza voglia di andare avanti se non verso la misoginia e pulsione di morte. Concepito da Woods e Fiorini sotto dosi di ganjia e lasciato dal regista in balia degli attori, con musiche da outlet morriconiano, sfronda il perbenismo leoniano svuotando la scena portando il manierismo alla rarefazione, quasi (in)volontaria parodia. Poco importano soggetto, budget e verosimiglianza. Imprescindibile per chi ama il genere. Woods inebetito è un Eastwood alla frutta.
MEMORABILE: La morte della Neri, L'abito di Berti, l'ondivagare di Woods, l'unico ad aver bisogno delle donne.
Tira aria di cupio dissolvi come non mai in questo capolavoro di Mulargia, che si fa beffe di sceneggiatura e budget per mettere in scena la per nulla eroica morte di cinque svogliate carogne e uno stracco pistolero, alla faccia di Leone e del Mito. Spaghetti malato e sfatto se mai ce n'è stato uno, trasudante puzzo di cadaverina da ogni fotogramma. Altro che vendette, sparatorie e due-trielli, qua si attende di spirare nella più abbandonata inazióne, magari stravaccati su una sedia a dondolo. Memorabili Woods e Fiorini, laidi e drogatissimi.
MEMORABILE: Woods manganellato dall'oste; il bacio tra Fiorini e Berti; la sedia a dondolo; il finale di ghiaccio.
Pesante ma riuscito, complessivamente. Lontano dal dinamismo e dall'ottimismo, qui si fanno i conti con il tempo delle colt e della lotta alla sopravvivenza. La storia conta poco anche se segue un ottimo stile e finisce in modo inaspettato. Trasgressivo e delirante, violento e senza quella patina artificiale che voleva il western come genere innocuo e per tutti. Qui siamo di fronte a un guerriero "drogato" che lotta contro i suoi fantasmi psicofisici e i suoi nemici materiali, pur supportato dalle sue donne e da un "piccolo Fioravanti".
Prodotto che incarna perfettamente un momento particolare del western nostrano, in cui la ricerca di nuove strade ha dato luogo a reperti quantomeno bizzarri. Soggetto totalmente scarnificato, personaggi e scenari ridotti al minimo, andamento intorpidito e alcolemico quanto il suo protagonista, ironia febbricitante che è spesso premessa al massacro, tocchi anomali o beffardi piazzati in punti strategici. Confezione semplice ma efficace, che trova i massimi punti di forza nell'accattivante messa a quadro e nella ricca tavolozza cromatica.
Estenuante western di Mulargia costruito su una storia già vista un milione di volte e sceneggiata con molta approssimazione. Il budget ridottissimo certo non aiuta la povertà di idee e anche gli attori sembrano stanchi e svogliati, muovendosi al rallentatore. Ma il cast tecnico e la regia riescono a fare ancora peggio con ridicoli sdoppiamenti di immagine e un montaggio più ubriaco del protagonista. Si salvano le due interpreti femminili (che sembrano crederci) e un piccolo Fioravanti. Si arriva al finale con fatica e pazienza. Inguardabile!
Edward G. Muller (Edoardo Mulargia) HA DIRETTO ANCHE...
Spaghetti western decisamente particolare e pessimistico al quale Mulargia conferisce un ritmo eccessivamente dilatato, funzionale all’atmosfera cupa e desolante del film, ma non supportato da scene davvero interessanti. A contare è la psicologia dei personaggi, piuttosto ben delineata, mentre le musiche leoniane fanno pensare troppo a un cinema di ben altra qualità (anche, ovviamente, a causa della differenza di budget). Complessivamente offre picchi di qualità notevoli, alternati a momenti decisamente meno riusciti.
Le scene più essenziali di pestaggi e duelli non entusiasmano, men che meno sconvolgono e il finale è infimo; dal momento però che il film non ha retroscena e scorre in scioltezza, si ha più piacere a valutare gli attori, che tutto sommato non deludono. A quel punto emergono come curiosità il taciturno energumeno Berti nonché le loquaci locandiere Neri, Giordano e Seagram (con quest'ultima in netto vantaggio sulle prime due) e un Giusva Fioravanti bambino, idolatrante i pistoleri famosi e ancora lontanissimo dalla cronaca nera. Quando un western si riduce a questo vale pochissimo.
MEMORABILE: Le pistolettate da sotto il banco; Il pestaggio di Rosie; Lo svuotamento dell'emporio fingendo di chiamare lo sceriffo.
La mancanza evidente di soldi induce il regista a una messinscena scheletrica, ai confini dell'involontario sperimentalismo. La trama non esiste e i radi avvenimenti vengono stiracchiati dilatandoli all'inverosimile: ne risulta un western curioso, punteggiato da stramberie nella definizione dei personaggi anche se la povertà delle soluzioni alla fine si fa sentire (la insistite morriconate, il finale meschino).
Western eccessivo soprattutto nelle interpretazioni (il famoso bacio gay è solo la punta dell'iceberg, vedi la sparatoria notturna del cattivo contro il fantasma di El Puro) e con un gusto barocco originale ma in certi tratti quasi opprimente. Comunque la migliore interpretazione per Robert Woods, qui nevrotico alcoolizzato, mentre Mario Brega è sempre capace di riempire lo schermo. Strano, interessante, non perfettamente riuscito.
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DiscussioneMatalo! • 14/07/11 20:51 Call center Davinotti - 613 interventi
Questo dovrebbe essere un composite che mixa tra loro versioni differenti. Io ho visto il film nel master di raimovie (dai titoli in inglese) che dura 94 minuti. Secondo Italia taglia però la versione approvata (senza divieti né tagli) dovrebbe ammontare a ben 118 (!) minuti a 24fps.
Deepred89 ebbe a dire: Questo dovrebbe essere un composite che mixa tra loro versioni differenti. Io ho visto il film nel master di raimovie (dai titoli in inglese) che dura 94 minuti. Secondo Italia taglia però la versione approvata (senza divieti né tagli) dovrebbe ammontare a ben 118 (!) minuti a 24fps.
Secondo me si tratta di un rimontaggio o semplicemente di un'ulteriore edizione (i titoli, forse non a caso, sono in inglese), infatti tutte le scene più forti sono presenti. Questo ovviamente se il metraggio segnalato da Italia taglia è corretto.
Visto in una versione di 102 min. in 4 lingue 4 sul tubo. Credo sia la più completa in circolazione. Un 60% è in italiano, poi ci sono numerose parti in spagnolo e sporadici dialoghi in inglese e francese. Si riesce a seguire senza grossi problemi. Forse il montaggio non è dei migliori ma credo sia la copia più completa in circolazione. Allego il link:
È recentemente spuntato un ulteriore mux, che usa come base il master Raimovie, dalla durata di 104´. Però prima di parlare di versione integrale bisognerebbe a mio avviso verificare la copia censura o una copia italiana d´epoca, dato che i metraggi riportati sui verbali (in questo caso 118´ a 24fps, ovvero 114´ a 25fps) sono generalmente piuttosto attendibili come fonte.