Intervista a Enrico Vanzina

17 Aprile 2018

Raccolgo qui tutti gli aneddoti che il sempre squisito Enrico Vanzina mi raccontò durante i primi anni del Davinotti, quando ebbi modo di conoscerlo e di verificare di persona la gentilezza e la disponibilità dui uno dei più prolifici sceneggiatori che l'Italia abbia avuto, autore con il fratello Carlo di film che hanno segnato un'apoca e più di un genere, soprattutto quando negli Anni Ottanta il loro nome si guadagnava di diritto il primo posto sui manifesti dei film. Chiesi a Enrico di parlarmi di tanti dei film a cui aveva partecipato e lui, con pazienza, lo fece. Non era una vera e propria intervista, ma quasi un memorandum che Enrico cominciò via voce, di persona, continuando poi via mail. A partire dal titolo del film raccontava ciò che più ricordava con piacere (o anche meno piacere) e così lasceremo quindi questa "intervista". La domanda sarà sempre il titolo del film. La prima cosa che gli chiesi, al tempo, fu quali fossero, tra i tanti da lui scritti, i suoi film preferiti. Rispose così:

Credo che i critici italiani abbiano sottovalutato alcuni dei nostri film. Con l'ausilio del Tempo e dei capelli bianchi, ho riflettuto; e penso per esempio che questi film fossero degni di maggiore attenzione: Tre colonne in cronaca, Sotto il vestito niente, Il cielo in una stanza, Quello che le ragazze non dicono, South Kensington. Come vede, sono film di genere, o romantici. Ma, secondo me, fatti molto bene.

Cominciamo allora dall'inizio (tra parentesi sono riportate con esattezza le date delle relative chiacchierate o mail con Enrico):

• 1976: OH SERAFINA
(15/11/07)
Il primo regista che mi diede fiducia come sceneggiatore fu Alberto Lattuada. Mi volle a scrivere Oh Serafina, con Pozzetto. Scrissi il film insieme a lui e al grande Giuseppe Berto, autore del romanzo omonimo. Ho un ricordo bellissimo di Lattuada. Era gentile con me, affettuoso. Non mi faceva mai sentire a disagio. Eppure ero alla mia prima sceneggiatura importante. Poi, molti anni dopo, fui io a produrre un suo film Tv. Era uno degli episodi del ciclo "Amori" (Mano rubata, ndr), che produssi insieme a Carlo per la regia di Dino Risi, Mario Monicelli, Gigi Magni, Lina Wertmüller e Nanni Loy. L'episodio di Lattuada era ambientato a Parigi e la protagonista era una certa Carmen Loderus, che avevamo lanciato in "Via Montenapoleone": era la ragazza dei titoli e della prima scena, quella che va in un'agenzia di modelle a cercare lavoro. Il film si chiudeva con lei che vinceva un concorso importante. Era bellissima e misteriosa. Su quella serie ho infiniti ricordi. Potrei addirittura scrivere un libro...

• 1976: FEBBRE DA CAVALLO (14/11/07)
Una curiosità: in Febbre da cavallo, che scrissi per mio padre Steno, la voce del regista dello spot che Gigi Proietti gira vestito da vigile ("Il whisky maschio"), un regista irascibile che insulta Proietti, è proprio la voce in doppiaggio di mio padre!

• 1976: LUNA DI MIELE IN TRE (13/11/07)Le racconto com'è nato il film: insieme a Renato Pozzetto avevamo scritto una sceneggiatura su di un giocatore di cavalli. Il produttore del film era Goffredo Lombardo di Titanus. Quando la sceneggiatura fu finita andammo a casa sua e gliela leggemmo. Pozzetto leggeva il suo ruolo, Carlo ed io leggevamo gli altri personaggi. Incredibile, Lombardo non rise mai. Nemmeno a Pozzetto in diretta. Alla fine ci disse che quel film non l'avrebbe mai prodotto. Uscimmo disperati. Mancava un mese all'inizio delle riprese. Quella notte non dormii. Mi venne in mente il soggetto di Luna di miele in tre. Il giorno dopo Carlo ed io comiciammo a scriverlo. Lo abbiamo scritto in appena quindici giorni (quando normalmente per scrivere una sceneggiatura ci vogliono tre mesi). A proposito, la sceneggiatura che non piacque a Lombardo diventò poi un episodio girato da Flavio Mogherini con Pozzetto. Non ricordo il nome (si tratta dell'episodio pozzettiano di Per Vivere meglio, Divertitevi Con Noi, uscito due anni dopo, ndr). Harry Reems, tra i partecipanti, fu scelto in maniera convinta. Ci divertiva l'idea di prendere uno "stallone" del cinema porno per interpretare il ruolo di un gay. Come mai? Bè, eravamo al nostro primo film e volevamo comunque metterci un tocco di anticonformismo. Anche se il film era costruito in maniera classica. L'ambizione era quella di realizzare una commedia di stampo "americano". Infatti, nel film, è presente anche Vincent Gardenia. Un attore sublime con il quale diventammo amici anche nella vita. Fino alla sua morte, ogni volta che andavamo a New York lui ci mandava a prendere con una macchina e mangiavamo insieme in un ristorante di Brooklyn. Credo che la scomparsa di Vincent sia stata una grande perdita per il cinema in generale.

• 1979: FIGLIO DELLE STELLE
(6/12/07)
Il secondo film realizzato con Carlo. Fu un insuccesso clamoroso... A proporcelo era stato Enrico Lucherini, in veste di produttore. Enrico, mitico press agent, era molto legato a Giovanni Bertolucci, produttore e cugino di Bernardo. I due si associarono e produssero il nostro film con Sorrenti. In un primo momento si chiamò Figlio delle stelle (uscì così). Ma, dato l'insuccesso, dopo pochi giorni venne reintitolato Tu sei l'unica donna per me. I due titoli erano le canzoni di successo di Alan Sorrenti. Il film è sgangherato. Formalmente è interessante, perché è sospeso in aria, in un non luogo quasi iper-reale. Ma gli attori, compreso Alan, sono modesti. Sorrenti era molto "fatto": la mattina, l'autista che andava a prenderlo per portarlo sul set doveva buttare giù la porta di casa per svegliarlo. L'unica cosa veramente divertente fu la ripresa all'Arena di Verona durante il Festivalbar. Quel pezzo è molto ben girato e sembra uscire da un film americano. Il film, come detto, andò malissimo. Uscì a Pasqua. Andammo per qualche giorno a Capri con Bertolucci. Il giorno di Pasqua lo chiamò l'esercente di un cinema di Cagliari. Disse che erano le sei del pomeriggio e in sala non era entrato nemmeno uno spettatore. Aggiunse "Scusi Bertolucci, ma io chiudo la sala!". Una cosa così credo non sia mai capitata nella storia del cinema! Per fortuna dopo quel film ci riprendemmo con Arrivano i Gatti...  

• 1980: IL LUPO E L'AGNELLO (15/11/07)
Con Francesco Massaro ho collaborato moltissimo. Abbiamo fatto insieme Il lupo e l'agnello, con Tomas Milian e Michel Serrault. Fu per me una esperienza magnifica. Perché, pur non firmando il film, collaborò con noi Michel Audiard, voluto da Serrault. Audiard è stato il più grande sceneggiatore francese; quello, tanto per intendersi, di Jean Gabin. Era un uomo formidabile. Mi faceva ridere l'idea di lavorare con un mostro sacro cercando di spiegargli le battute di Milian. Ma era spiritoso e capì.
 
• 1980: ARRIVANO I GATTI (13/11/07)
Dopo l'insuccesso clamoroso di Figlio delle stelle, per noi fratelli Vanzina la strada del cinema diventò difficile. Ma siccome siamo fortunati (o forse sappiamo rinascere dalle ceneri) decidemmo di cambiare genere. Avevamo conosciuto i "Gatti" e pensammo ad un film da fare con loro. Ancora una volta cambiammo il tiro: era commedia, ma non commedia italiana. Semmai era una commedia un po' pazza, inglese, ma funzionò moltissimo. Il film ebbe un piccolo successo e la nostra carriera ripartì. Soprattutto grazie ai Gatti conoscemmo Diego Abatantuono, che era il loro tecnico delle luci. E la nostra vita, quella di Diego, quella di Jerry Calà, cambiò! L'attrice che nel film Arrivano i Gatti interpreta la cameriera nella villa della festa è Danila Trebbi, oggi moglie dell'attore Nino Castelnuovo. Sempre nello stesso film, nella sequenza a Cinecittà c'è una buffa scena con una botola che si apre sempre al momento sbagliato. La gag è smaccatamente rubata ad un pezzo di Charlot Machiniste, un capolavoro muto di Chaplin. Durante le riprese la povera attrice Orchidea De Sanctis (mito assoluto degli anni 70) cadde male nella botola e si fece malissimo. La sua carriera fu compromessa da quel brutto incidente sul lavoro. Oggi Orchidea si occupa ancora di cinema e dirige una rassegna romana sul film di genere.

• 1981: IL TANGO DELLA GELOSIA (13/11/07)
Mi vanto di aver realizzato una cosa importante nel film Il tango della gelosia. Monica Vitti era allora già cinquantenne, ma nei film diceva sempre di essere una trentenne. Scrissi allora una battuta per lei dove diceva a Diego: "Mi rispetti, sono una donna sposata e ho più di quarant'anni!". Lei la accettò. E così pure la Vitti finalmente ebbe più di quarant'anni anche sullo schermo.

• 1981: I FICHISSIMI (13/11/07)
L'abbiamo scritto in quindici giorni. Eravamo sotto contratto con i produttori Angeletti e De Micheli e dovevamo iniziare le riprese di un film scritto per Pozzetto. Ma a un mese dall'inizio Pozzetto ci mollò per strada e firmò un'esclusiva con De Laurentiis. Altra disperazione. Carlo disse: "Ho un'idea... facciamo un Giulietta e Romeo ambientato oggi a Milano!". Poi suggerì, in stato di grazia: "Come protagonista prendiamo Jerry Calà e come antagonista Diego Abatantuono". Fu così che tutti e due si ritrovarono per la prima volta protagonisti. Ma in quell'occasione fu sancita la fine del gruppo dei Gatti di Vicolo Miracoli. Il film, che fu il primo da protagonista per Diego, uscì però dopo Tango della Gelosia, che scrissi per mio padre. Ci sembrava giusto accreditare Diego come protagonista accanto a una grande attrice come Monica Vitti. Il film ebbe un eccezionale successo. Poi uscì I fichissimi e fu un trionfo. Credo che I fichissimi abbia il record di tutti i tempi come rapporto tra costo ed incasso. Costò trecento milioni di lire e incassò nove miliardi: trenta volte il costo! Sarebbe come se oggi un film che costa tre milioni di euro incassasse novanta milioni!

• 1981: MIRACOLONI
(15/11/07)
Con Massaro, oltre a Il lupo e l'agnello, feci Miracoloni, un film targato Galliano Juso (produttore mitico della serie B). Era un film sgangherato ma con qualche lampo di follia. Con noi collaborò Manfredi, uno spiritoso scrittore milanese (è lo stesso Manfredi che in Via Montenapoleone interpreta il ruolo del vicino di casa di Renée Simonsen e alla fine diventa il suo uomo). Con Massaro ho fatto Al bar dello sport con Banfi e Calà e Domani mi sposo, con il solo Calà. Massaro è un bravo regista. Da giovane fu l'aiuto regista di Germi, Risi, Visconti. Viene citato poco ma è un ottimo professionista. Oltre al cinema ha avuto una lunga e prolifica carriera parallela in televisione: Pronto Soccorso, Little Roma, la serie con i frati Greggio e Iacchetti (Benedetti dal Signore, ndr). Il suo primo film, La banca di Monate, tratto da un libro di Piero Chiara, era molto interessante.

• 1981: UNA VACANZA BESTIALE (15/11/07)
Il peggiore articolo di critica ad un nostro film, il più corto ma allo stesso tempo il più divertente, fu quello di Morando Morandini apparso su "Il Giorno" per il film Una vacanza bestiale. Morandini si limitò a scrivere quattro parole: "E' un film bestiale"...

• 1982: ECCEZZZIUNALE... VERAMENTE!
(8/11/07)
Parliamo della versione lunga del film (per leggere l'analisi delle differenze tra le due versioni, invece, cliccate qui, ndr). In verità la versione lunga non fu realizzata prima, come può sembrare da alcuni particolari (ad esempio nelle scene in cui si vede uno schermo, televisivo o cinematografico che sia, nella versione televisiva compare spento o bianco, ndr). Il film era proprio previsto così, lungo. In realtà ogni episodio poteva essere un film vero e proprio. Quando montammo la prima versione ci accorgemmo che il film era molto lungo. Così, d'accordo con i produttori e con Diego, decidemmo di fare una versione snella per il cinema e una lunga per la televisione. Poi, però, la vita di questa versione lunga è stata molto travagliata. Innanzitutto perché i due veri produttori del film, Alessandro Fracassi ed Ernesto Di Sarro, esercente milanese, decisero di vendere le loro quote a Goffredo Lombardo che era il distributore con Titanus. A questo punto il film è finito nel calderone dei tantissimi film Titanus e ci fu, credo, poca attenzione nel considerare l'esistenza di due versioni. Lei ha ragione, ci sono molte cose nella versione lunga (che io stesso ricordo male) molto divertenti. Ma per arrivare ai canonici 100 minuti (all'epoca ancora non si immaginavano film più lunghi) abbiamo dovuto fare delle scelte impietose e sacrificare momenti felici. Quando poi abbiamo realizzato Eccezzziunale capitolo secondo (me), il produttore Alessandro Fracassi ricomprò da Lombardo i diritti. E insieme al capitolo secondo fece una uscita in un cofanetto Dvd che riproponeva anche il primo film. Credo, e spero, che l'ottimo risultato possa spingerlo, più avanti, a riproporre in Dvd anche la versione lunga. Detto questo, esiste anche la possibilità (atroce) che i materiali della versione lunga siano andati perduti! Sarebbe una vera disdetta. Un paio di aneddoti sul film: per poter girare nella curva milanista, il produttore regalò un pulmino ai tifosi per andare nelle loro trasferte. Oppure. L'attore che interpreta Sandrino il mazzulatore era romano. E fu doppiato. Pensi che questo signore è un tifoso accanito della Roma e l'ho visto per anni sugli spalti dell'Olimpico. Era buffo vederlo tifare Roma contro l'Inter!

• 1982: VIUUULENTEMENTE MIA (13/11/07)
Durante le riprese di Viuuulentemente mia con Laura Antonelli, Carlo cadde dal cameracar in movimento e si spezzò un braccio. Al suo posto venne a finire il film (diverse scene) suo padre, il regista Steno!

• 1983: IL RAS DEL QUARTIERE (13/1/07)
Nel film Diego Abatantuono iniziò il film parlando in milanese, ma lui e Carlo si accorsero che, durante le riprese, i tecnici della troupe non ridevano mai. Allora decisero di riprendere la parlata terrunciella! Diego ridoppiò tutti i pezzi già girati in milanese

• 1983: MYSTERE
(18/11/07)
Innanzitutto la genesi del progetto: Abbiamo scritto e realizzato Mystère perchè avevamo visto il film francese Diva. Ci divertiva fare un film dall'ideologia "fumettistica" e "iper-reale". Per questo la sceneggiatura è (volutamente) meno costruita. Nel film abbiamo dato la precedenza alle immagini. Carole Bouquet era magnifica. Ma aveva un gran timore di girare scene di sesso. La scena nella quale fa l'amore con l'ispettore (Coccioletti) fu girata con pochissimi tecnici presenti. Poi, però, girando, Carole si sciolse... Il film ha un pessimo finale, girato ad Hong Kong. Per Carlo e per me, il film doveva finire prima di questo blocco finale. Sarebbe stata una chiusa secca, cinica. Ma Goffredo Lombardo si oppose e ci "impose" quel finale melenso. Goffredo Lombardo è stato un grande produttore, ma aveva una visione "antica" del cinema legata ai film napoletani dove vincono sempre i buoni sentimenti. Gli piaceva intervenire nelle sceneggiature. Alla fine della sua vita, quando aveva smesso di fare cinema, diventò produttore di fiction televisive. Le storie le scriveva lui. La fiction Orgoglio è esattamente lo specchio di quello che lui amava. In una scena a Via Veneto, mentre piove, Mystère si rifugia sotto la tettoia di un edicolante. L'attore che interpretava l'edicolante era Filippo Del Drago, un vero principe romano. Questo fatto scandalizzò molto il principe Carlo Giovannelli. Incontrandomi mi disse: "Non potete farlo! Un principe che fa l'edicolante! Ma dove andremo a finire?!". Duilio Del Prete fu scelto perché Carlo aveva una grande simpatia per lui. Si erano conosciuti al tempo di Amici miei. In quel film memorabile Carlo faceva l'aiuto regista di Mario Monicelli. All'epoca del film la Bouquet era legata sentimentalmente al produttore francese Pierre Rassam (quello de La grande abbuffata). Era un tipo simpaticissimo, bruttino e piccolo, ma sempre pieno di donne. Lui e Carole litigavano sempre. Un giorno, durante una lite, lei lo spinse giù dalle scale. Rassam rotolò giù dai gradini per più di un piano e finì la corsa in basso, immobile, steso a terra. Spaventata, Carole si mise a gridare: "Mio marito è morto!... Mio marito è morto!". Rassam alzò la testa e con un filo di voce disse: "Non sono morto... e non sono sposato...". Era molto spiritoso.

• 1983: SAPORE DI MARE
(14/11/07)
Un nome, anzi un cognome, che ci porta fortuna è Pinardi. E' il cognome di due nostri amici d'infanzia napoletani. La famiglia di Marina Suma nel film si chiamava Pinardi. Poi Pinardi fu il bambino napoletano ciccione in Io no spik inglish. E Pinardi è stato il giovane Morelli in South Kensington e credo anche Carlo Buccirosso in Febbre da cavallo - La Mandrakata (in realtà nel film Buccirosso si chiama Antonio Faiella, è in VIP che si chiama Pinardi, ndr). Nei nostri film c'è poi spesso un personaggio che si chiama Felice. E' il nome di un nostro amico barese. Ci siamo accorti, negli anni 80, che questo nome ci portava fortuna. Così, quando dimenticavamo di metterlo in sceneggiatura, al doppiaggio aggiungevamo delle battute fuori campo nelle quali qualcuno chiamava: "Felice!".

• 1983: VACANZE DI NATALE
(13 e 9/11/07)
Quando abbiamo realizzato il primo Vacanze di Natale nell'83 ci fu una prima proiezione a Via Margutta per far vedere il film a Luigi De Laurentiis e a suo figlio Aurelio, i produttori. Oltre a loro, Carlo e me c'era Christian De Sica. Il film finisce. Luigi si alza e dice: "Ma chi andrà a vedere questo film?!... Abbiamo sbagliato tutto!". Carlo ed io ci alzammo e lo mandammo a quel paese. Uscimmo, offesi. Carlo gridò: "Ci rivediamo il sei gennaio!". Aveva ragione: il sei gennaio il film aveva sbancato gli incassi natalizi. Grazie a quel film che loro considerarono "sbagliato" iniziò la grande saga della produzione De Laurentiis che dura ancora oggi! La colonna sonora di Vacanze di Natale credo sia la colonna migliore di tutti i nostri film. Fu fatto un lavoro strepitoso da parte di Carlo per scegliere i pezzi discografici ("Moonlight Shadow", "I like Chopin", "Sunshine Reggae", "Vita spericolata", "Aria", "Ancora", ecc.), ma la vera chicca musicale è rappresentata dal repertorio da piano bar che esegue Jerry Calà (Billo). Fui io, insieme a Carlo, a selezionare i pezzi. A quell'epoca frequentavo il migliore piano bar di Roma, il Jackie 'O, dove suonavano i mitici Antonio e Marcello, che poi fecero la televisione e firmarono una nostra colonna sonora, credo Le finte bionde (esatto, ndr). I loro pezzi più gettonati, che facevano faville ogni sera sono finiti dritti dritti nel film, con lo stesso successo. Ricordo "Al piano bar di Susy", "Maracaibo", Musica Musica", ecc. Abbiamo acquisito i diritti editoriali e il curatore della colonna, il maestro Calabrese, fece registrare la parte "pianoforte" dal migliore pianista jazz di Roma. Jerry Calà, che cantava bene (con i Gatti aveva avuto grandi successi) registrò i playback. L'effetto fu stupendo. Jerry sembrava un vero artista del piano bar e il personaggio di Billo è rimasto come il migliore della sua carriera. La colonna sonora, contrariamente a quella di Sapore di Mare, realizzata l'anno prima, non fu commercializzata con una compilation. Per anni abbiamo ricevuto lettere e lettere di fan del film che cercavamo disperatamente questa compilation. Non fu mai fatta. E fu un errore commerciale grave da parte di Aurelio De Laurentiis, produttore del film, il quale di solito è molto attento ai rientri economici dei suoi prodotti. La canzone "Moonlight Shadow", che stava sui titoli di testa, ebbe talmente successo che, quando abbiamo realizzato Vacanze di Natale 2000, fu scelta di nuovo per accompagnare i nuovi titoli. Ma ci chiesero un botto per i diritti. Stavolta De Laurentiis fu bravissimo: fece realizzare una "cover". Venne talmente bene che sfido chiunque a capire che si tratta di una  versione diversa da quella originale.

• 1985: SOTTO IL VESTITO NIENTE (16/11/07)
Carlo ed io, generalmente, scriviamo i film da soli. Ogni tanto, però, ci avvaliamo della collaborazione di bravissimi sceneggiatori-amici. Con Franco Ferrini, per esempio, abbiamo scritto Sotto il vestito niente e Squillo. Sono due thriller e abbiamo scelto Franco Ferrini perché è stato lo sceneggiatore di fiducia di Dario Argento. Ferrini ha un curriculum invidiabile. Insieme a Enrico Oldoini ha scritto Io Chiara e lo scuro. Ha scritto Borotalco e ha collaborato con Sergio Leone nientemeno che in C'era una volta in America. E' un uomo colto, esperto di western. Ma veniamo a Sotto il vestito niente. Fummo chiamati dal produttore Achille Manzotti per realizzare un film dal romanzo omonimo. In un primo momento il film lo avrebbe dovuto fare Michelangelo Antonioni. Forse era interessato a fare un film sulla moda. Ma non lo fece. Noi leggemmo il libro: era bruttissimo. Ma decidemmo di andare avanti lo stesso perché il titolo era formidabile e l'idea di ambientare un thriller nel mondo della moda era ottima. Decidemmo di inventare tutto, al di fuori della trama del libro, e di fare un film alla Brian De Palma (non a caso le musiche del film le abbiamo affidate a Pino Donaggio, musicista di Brian). L'idea dei due gemelli è quella portante. Ci ha permesso di fare un film contaminato con presenze americane. Il film, poi, nella dinamica del delitto, è nato da uno spunto vero di cronaca nera: il caso Terry Broome, modella americana che uccise Francesco D'Alessio, un playboy che oltretutto Carlo e io avevamo conosciuto bene. Credo che Sotto il vestito niente sia un film molto riuscito. Fu venduto in tutto il mondo. Ricordo con grande piacere la collaborazione con Donald Pleasance. Lui era un nostro mito dai tempi de La grande fuga. In seguito ha lavorato con noi in Miliardi. Quando girammo il film, i grandi stilisti milanesi non ci aiutarono affatto. Avevano paura che il film fosse contro di loro. L'unico a partecipare fu Moschino, che organizzò una meravigliosa sfilata alla stazione Centrale di Milano. Ne ebbe un grande ritorno pubblicitario. Le riprese in Wyoming, al parco di Yellowstone, sono state per Carlo un momento di grande gioia registica. Io non andai. Carlo mi raccontò che girare in quel luogo lo aveva fatto sentire felice. Posti straordinari. A Milano, la sera della prima, il mondo della moda disertò l'evento. In prima fila c'erano i posti vuoti di tutti i sarti famosi. Enrico Lucherini, il nostro press agent, ci ricamò sopra. Uscirono tutti i giornali con il titolo "La Moda di Milano trema". Le racconto un curioso aneddotto, successivo. Dario Argento andò a vedere il film. Mi telefonò e mi disse che non gli era piaciuto. Mi disse: "Siete bravissimi a fare la commedia, lasciate perdere il thriller...". Secondo me, forse sono un po' maligno, ebbe paura che qualcun'altro invadesse il suo territorio. Perché invece Carlo ed io, oltre che nella commedia, non siamo malaccio nel thriller...

• 1986: YUPPIES (14/11/07)
Il produttore Aurelio De Laurentiis pensava che il titolo del nostro film Yuppies, voluto fortemente da Carlo e me, non fosse comprensibile. E infatti, sfiduciato, aggiunse il sottotitolo (I giovani di successo).

• 1986: I MIEI PRIMI 40 ANNI (15/11/07)
Il libro "I miei primi quarant'anni" sulla vita di Marina Lante della Rovere, oggi Ripa di Meana, diede vita a uno dei nostri più grandi successi, con Carol Alt e molti attori importanti. Marina era molto contenta del film. Ma soprattutto lo era suo marito Carlo Ripa di Meana. Incontrandoli, prima di scrivere la sceneggiatura, mi sono fatto l'idea che il libro lo abbia scritto in gran parte proprio Carlo Ripa di Meana. Poi, quando il film uscì nelle sale, la cassiera del cinema Ariston di Roma, dove proiettavano il film, mi raccontò che ogni pomeriggio, al primo spettacolo, Carlo Ripa di Meana veniva a rivedersi il film da solo. Una sorta di feticismo nei riguardi della moglie sullo schermo!

• 1987: VIA MONTENAPOLEONE (14/11/07)
La meravigliosa Renée Simonsen, che fu con noi protagonista di Sotto il vestito nienteVia Montenapoleone era fidanzata con John Taylor, uno dei musicisti dei Duran Duran. Poi lui la lasciò. Lei andò in crisi e per anni non ha più lavorato. Era depressa ed andò a vivere in un "ashram" in India. Carol Alt invece, da piccola era una cicciona. Me lo raccontò il primo giorno di riprese di Via Montenapoleone. Lei era ossessionata dall'idea di poter tornare ad essere grassa. E infatti non mangiava. Si nutriva con "Irish Coffee".

• 1987: TI PRESENTO UN'AMICA (15/1/07)
Ho scritto una divertente commedia diretta da Francesco Massaro: Ti presento un amica, con Michele Placido, Giuliana De Sio, Kate Capshaw, David Naughton. La sceneggiatura fu scritta da me insieme a Franco Ferrini e Suso Cecchi D'Amico. Un giorno andai sul set a seguire le riprese e vidi che Giuliana De Sio, durante le prove, attraversava il campo con in mano un piccolo specchio. Le serviva per capire come le arrivava addosso la luce. Mi dissero che anche Monica Vitti usava ogni tanto quel sistema.

• 1990: TRE COLONNE IN CRONACA
(24/11/07)
Il produttore del film fu Fernando Ghia. Chi era Ghia, ahimè scomparso qualche anno fa? Era l'uomo di Franco Cristaldi. Fu mandato per anni a Los Angeles dove curava i rapporti internazionali della Vides, la società di produzione di Cristaldi. A Hollywood, Ghia conosceva tutti ed era amato da tutte le grandi star. Poi tornò in Italia e ci propose di realizzare Tre colonne in cronaca. I finanziatori del film, i veri produttori, furono Mario e Vittorio Cecchi Gori, che avevano stima di Ghia il quale aveva convinto Sean Connery, suo amico, a fare il protagonista di Il nome della rosa. Ghia conosceva bene Connery perché era amico fraterno di Robert Bolt, il grande sceneggiatore inglese di David Lean (siamo nel cinema veramente alto!). insomma, accettiamo di fare il film. Il primo intoppo è Volontè: farà un film diretto da Carlo Vanzina? I due si incontrano e Volonté accetta di buon grado. Va subito molto d'accordo con Carlo. Si mette a studiare la parte nella sua villa in campagna. Usa un vecchio metodo degli attori di teatro: riscrive, due, tre, quattro volte tutta la sceneggiatura a mano per impararla a memoria. Anche le parti degli altri. Arriva il primo giorno di riprese, proprio con Volonté. Ma Volonté è ubriaco, non riesce a dire due battute di seguito. Carlo Vanzina non si lascia impressionare dal suo carisma. Lo sgrida, in maniera molto violenta davanti alla troupe. Gli fa: "Qui ci sono cinquanta lavoratori che sono fermi per colpa tua... E dici di essere dalla parte dei lavoratori?". Volontè si chiude in camerino. Si riprende. Torna sul set e chiede scusa. Da quel momento diventa un treno. Mi ha raccontato Carlo che con lui non ha mai girato più di due ciak. Era perfetto. Carlo dice che Volontè è stato l'attore più bravo con il quale ha lavorato. Devo dire che anche Volonté ha rilasciato interviste nelle quali ha sempre lodato Carlo. Si piacevano. Una strana coppia. Che però non funzionò al botteghino. Il film andò malissimo. Il pubblico di Vanzina non entrava, sviato dalla presenza di Volonté. Ed il pubblico di Volonté non entrava sviato dal regista Vanzina. Mario Cecchi Gori, che amava molto il film, passò giorni e giorni davanti al cinema Fiamma di Roma. Non si dava pace. Perchè la gente non entra? Visse questa sua sconfitta professionale con vero dolore. Nel film ricordo con piacere Sergio Castellitto, Massimo Dapporto, Joss Ackland, Senta Berger. Lucrezia Lante era giovanissima e brava. Le musiche di Morricone molto efficaci. La signora Colosimo, una delle icone dei nostri film (Eccezziunale veramente), era perfetta. Peccato, non fu un successo. Ma quella volta l'insuccesso non fu giusto. Era uno dei nostri film migliori.

• 1994: SPQR (13/11/07)
A Milano proiettiamo per la prima volta in pubblico SPQR. Alla fine della proiezione, Aurelio De Laurentiis salì nella cabina di proiezione e prese a calci le pizze del film urlando: "Ho sbagliato il film! Stavolta mi rovino!". Il film fu il primo film di Natale di De Laurentiis a raggiungere i trenta miliardi di incasso di allora! Da quel momento i film di Natale diventarono imbattibili!

• 1995: IO NO SPIK ENGLISH
(5/2/08)
E' uno dei nostri migliori soggetti. Penso che questo identico film si potesse fare in Francia, in Spagna, in Germania con una star comica di quei paesi. L'idea di un anziano che deve imparare l'inglese per non essere sorpassato dai tempi moderni è di per sé buonissima. Ma è ottima l'idea che questo anziano, una volta in Inghilterra, finisce tra italiani e per di più ragazzini. Non imparerà l'inglese ma scoprirà di nuovo cosa significa essere giovane. Ripeto, un gran soggetto. Me la suono e me la canto... Questo soggetto lo scrivemmo per un film a sketch. Uno degli sketch doveva essere interpretato da Massimo Boldi. Questo, appunto. Credo che anche Massimo sarebbe stato perfetto per il ruolo. Poi non se ne fece nulla e ci chiesero di fare un film con Paolo Villaggio. Non avevamo mai lavorato con lui ma eravamo grandissimi amici nella vita. Carlo lo aveva conosciuto all'epoca di Brancaleone alle Crociate, dove faceva l'aiuto regista di Monicelli. Insomma, eravamo tra amici. Decidemmo che non dovevamo proprio sbagliarlo, il film con Villaggio. E non lo sbagliammo. Credo sia uno dei suoi migliori film. Alla base del successo del film c'era l'entusiasmo di Paolo nel fare un film in Inghilterra, paese che lui amava moltissimo. Ci era stato a lungo da giovane insieme alla moglie. Paolo si divertiva moltissimo a girare in England. La mattina, per andare sul set nel Devonshire, invece di andare in macchina prendevamo insieme il treno. Molto british. Carlo volle che nel film Paolo fosse elegante, non stramiciato. Blazer blu, cravatta, pantaloni grigi. Ebbe ragione. Lo fece anche dimagrire. Fisicamente sembrava più giovane. Altra grande trovata di Carlo fu quella di scegliere due attori inglesi e di farli parlare con un buffo accento italiano. Anche la scelta dei vari ragazzini fu azzeccata. Vi racconto un aneddoto curioso: il film uscì nelle sale un venerdì. Incassò pochissimo. Credo cinquanta milioni. Il produttore Fulvio Lucisano era disperato. Il sabato sera andammo a cena insieme e verso le undici chiamammo per sapere l'incasso. Aveva fatto quasi seicento milioni! Credo che questo moltiplicatore tra venerdì e sabato non sia mai stato così alto nella storia del cinema. Dodici volte in più! E infatti il successo finale del film fu strepitoso. Rilanciò Villaggio che veniva da alcune prove fiacche. Così, gasato dal successo, Lucisno ci chiese di fare un altro film con Paolo. Girammo Banzai, il nostro peggior film.

• 1995: SELVAGGI
(21/11/07)
Ecco un episodio curioso che dimostra come la casualità sia di fondamentale importanza nel lavoro cinematografico. Anni 90: ci accingiamo a realizzare, per Medusa, il film Selvaggi, ambientato alle Grenadine, nei Caraibi. La ricerca del cast è divertente. Oltre ad Ezio Greggio, primo nome in ditta, scegliamo attori che amiamo: Antonello Fassari, Cinzia Leone, Monica Scattini, Isaac George (il nero di molti nostri film e dei Ragazzi della Terza C), Leo Gullotta. Scegliamo anche, facendolo debuttare, Emilio Solfrizzi. Manca un ruolo importante. E alla fine ci decidiamo: sarà Leonardo Pieraccioni, un giovane comico toscano che ci hanno segnalato e che è venuto a Roma a fare un provino. E' molto bravo. Prepariamo il contratto. Pieraccioni è ai sette cieli. L'idea di partire per i Caraibi lo esalta. Ma pochi giorni prima di partire, con il contratto firmato, viene da noi tutto sudato. Ci dice che Rita Cecchi Gori, alla quale aveva sottoposto un suo film, gli ha telefonato dicendo che lo fa! Pieraccioni non sa che fare. "Certo", dice, "ho firmato con voi, ma...". Mio fratello Carlo fa un gesto meraviglioso: prende il contratto firmato e lo strappa. Dice: "Sei libero, fai il tuo film!". Pieraccioni lo fa. Si tratta di I Laureati. E' un grande successo. E' l'inizio della sua carriera. Come in Sliding Doors, se noi non lo avessimo lasciato libero... Chissà...

• 1996: SQUILLO (17/11/07)
Molto anni dopo Sotto il vestito niente, chiamati dal produttore Di Clemente, realizzammo Squillo. Il film è meno bello di Sotto il vestito niente, ma ha alcuni momenti molto felici. Soprattutto il pezzo del Museo. La protagonista, Jennifer Driver, era magnifica. Ma l'errore del film fu Raz Degan, voluto (imposto) da Di Clemente. In quel momento era l'idolo delle ragazzine. Ma le ragazzine non vennero a vederlo perché il film era vietato ai 14 anni e aveva un titolo che non rassicurava i genitori. Non vennero le teenagers e non venne il pubblico del thriller perché Degan, senza nulla togliere alla sua grande presenza scenica, non era un attore credibile. Aveva fatto solo uno spot televisivo di grande successo. Nel film c'era Paul Freeman, che aveva già lavorato con noi in Piccolo grande amore. E' un attore inglese formidabile. Era il cattivo degli scavi in Egitto nel primo Indiana Jones di Spielberg. Il film non andò molto bene al botteghino e noi abbiamo un po' abbandonato l'idea di fare dei thriller. Ma non si sa mai. Potremmo, in futuro, riprovarci.

• 1997: BANZAI (21/6/08)
Quando arrivammo a Tokyo insieme a Paolo Villaggio, lui perse la testa. Adora il cibo orientale e si ritrovò come nel paese dei balocchi. La prima sera affittò una macchina, a spese nostre, della produzione, e girò tutta la notte per ristoranti. Tornò alle sei del mattino gonfio come un pesce palla. Dovevamo aspettarcelo. Quando, l'anno prima, andammo a Londra per Io no Spik Inglish, la prima sera mi chiamarono alle tre di notte. Era il proprietario del miglior ristorante giapponese di Londra che mi chiedeva l'autorizzazione per far riaprire in piena notte il suo locale. Paolo voleva cibo giapponese!  A Tokyo Paolo ci invitò in un ristorante dove facevano il Kobe Beef, bistecche giapponesi. Si tratta di una carne speciale che viene da buoi nutriti con il lievito di birra e massaggiati per anni! Ogni bistecca mi costò settecento dollari. Che pagai io anche se invitato! Ci spostammo a Bangkok. Quando Carlo dava il ciak Paolo non c'era mai. Bisognava cercarlo e lo trovavamo in qualche bettola locale a mangiare spaghetti orientali. Tornò dall'Oriente che pesava dieci chili in più. A Tokyo fummo protetti dalla Mafia locale. Paolo adorava un certo tipaccio che seguiva le riprese e al quale mancava un dito. Mozzato dalla mafia perché aveva fatto una cazzata. Paolo girò la scena in cui scappa mezzo nudo sulla Ginza, la strada principale di Tokyo. Non ci davano il permesso, perchè sono moralisti. Noi girammo lo stesso. E Paolo fu quasi arrestato dalla Polizia. Lo rilasciarono. Subito dopo girammo la scena in cui Paolo è vestito da geisha. Lo rifermarono e diventarono matti: prima lo avevano fermato nudo, poi vestito da donna. Dovette intervenire l'Ambasciatore Italiano. Il film era un film di inseguimenti. Ma Paolo non era in grado di fare tre metri correndo. Infatti il film venne fuori una schifezza...

• 2001: SOUTH KENSINGTON (14/11/07)
Sienna Miller ha debuttato al cinema in un piccolo ruolo in South Kensington: fa la modella rimorchiata da Morelli e Jannacci grazie a delle scarpe. Devo dire che Carlo, quando girarono, disse: "Questa farà strada...".

INTERVISTE RACCOLTA DA ZENDER TRA IL 2007 E IL 2008

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