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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/10/11 DAL BENEMERITO GREYMOUSER
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- Grande esempio di cinema:
Undying - Non male, dopotutto:
Jcvd, Pumpkh75 - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Greymouser, Jena, Schramm
Il primo della serie non fu male: gran ritmo e macabra fantasia; ma il soggetto era troppo scarno per reggere un sequel. Il giochino stanca, e gli effetti splatter - efferati ed abbondanti - delizieranno gli amatori ma sembra troppo poco per sostenere un lungometraggio. Il fil sembra piuttosto uno spot sull'inettitudine totale delle forze dell'ordine, che se fosse vero dovremmo tutti barricarci in casa. Finale aperto - ahimè - ad ulteriori seguiti.
Mi è piaciuto quanto il primo: sicuramente è meno avvincente e alla lunga logora, però quantomeno ha un Brian Austin Green davvero azzeccato (il film non per nulla regge quasi ed esclusivamente grazie a lui). Bruttarelli questa volta i protagonisti, così come davvero irritante il fatto che nessuno e dico nessuno uccida questo benedetto serial killer pur avendone l'occasione 500 volte!
MEMORABILE: Il taglio dei capelli, il tatuaggio.
L'effettista Robert Hall torna a porre mano alla vicenda del serial killer più spietato della storia del cinema. Lo fa, questa volta, cercando di dare risalto alle psicologie dei protagonisti e affiancando a Chromeskull una coppia di altri inquietanti personaggi. Come da titolo, gli assassini sono due. La polizia è impotente dinanzi a tanta ferocia. Gli impressionanti effetti splatter rasentano la perfezione, la tensione non cala mai di tono e certi momenti raggelano il sangue nelle vene. Par di trovarsi di fronte a un Jason spietatissimo e realistico, con la mania di devastare volti e corpi.
MEMORABILE: Il duplice omicidio dei poliziotti all'interno del macabro capannone: dei due uno con la testa segata a metà.
Deludente seguito di un film che mi aveva sorpreso non poco. Se nel primo funzionavano molte cose, qui non pare funzionare nulla. Si toglie l'alone di mistero su Chromeskull (niente più che il capo di una setta simil Hostel), la trama è confusa con un ridicolo ammiratore/emulo del serial killer. Gli attori sono cani sguinzagliati, si sente la mancanza di un Richard Lynch o di Kevin Gage. Certo la ferocia è a mille, ma le idee sono pochine. Non molto interessante...
Il Festival delle lame: aprono, sventrano, deflagrano volti, separano teste, tutto in un diluvio di sangue e frattaglie come pochi se ne son visti. Per il resto la pellicola ricalca, con qualche velleità attoriale in più, le orme del primo capitolo, aggiungendo uno sviluppo semi-complottista e seminando aridi semi per eventuali ulteriori capitoli della serie. I pallini, in sintesi, se li guadagna però grazie alla macabra e ben stimolata curiosità su quale truculenta e fantasiosa fine farà il morituro di turno. Sadicamente divertente.
Non dissimilmente dal primo, la limpidezza (e la decenza) della sceneggiatura sono inversamente proporzionali alla generosità dello splatter-hound. Ma ci si può davvero accontentare di ettolitri di emoglobina e quintalate di frattaglie per valorizzare un horror? Non se un annebbiato plot -che pare stilato dopo tre settimane di deprivazione del sonno- eleva l'invincibile killer a oscura organizzazione omicidiaria, raddoppiando i nodi anziché sciogliere quelli pregressi. Il risultato è pari a quel che avrebbe fatto un Ittenbach con molti più denari e un minimo di scuola di cinema alle spalle.
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- Sorprendente esemplare di rara bellezza macabra, inarrivabile per il realismo degli effetti speciali e per la crudezza in grado di raggelare, a più riprese, il sangue nelle vene.
Slasher dal "taglio" spietato, qua e là contrappuntato da elementi POV e, in particolare, da torture-porn.
Lo spargimento copioso di sangue, in prevalenza scaturito da teste devastate mediante uso di lame agghiaccianti, avviene senza sosta di continuità e senza alcuna barriera morale.
Mai prima, sullo schermo, era stato osato tanto in uno slasher, soprattutto sul piano del verosimile.
Gli effetti speciali, perfetta simbiosi di protesi e (invisibile) CGI spadroneggiano e supportano con impressionante realismo il pessimismo e la desolazione che il film cela dentro.
Se i titoli di testa (grandguignoleschi eppur bellissimi) non lasciano spazio alla fantasia, la parola fine (attenzione: solo dopo i titoli di coda) ci trascina direttamente all'inferno e alla disperazione.
Laid to rest 2 è più bello del predecessore; è più bello delle centinaia di slasher che partono con velleità autoriali e si perdono nel mare del ripetitivo e della noia.
Ma è un film destinato a pochi, a coloro in grado di superare il confine della fantasia, andare oltre lo schermo per scoprire, tra luci, ombre, tenebre e sangue, come l'arte a volte... sia molto meglio metterla da parte!Ultima modifica: 25/06/12 20:24 da Undying
