Curiosità Undying • 13/11/11 13:52
Comunicazione esterna - 7570 interventi Beyond the Title: da Amok a The Train, curiosità sulla realizzazione del film
Stralcio di una intervista, realizzata a Ovidio Assonitis, a cura di Manlio Gomarasca.
Senti: Beyond the Door 3 è una sorta di remake di Chi sei?, trasposto a bordo di un treno...
Il titolo è stato appiccicato.... ma un pò, come intenzione, dovrebbe essere quella, sì: c'è di nuovo di mezzo la nascita diabolica...
Ma è vero che l'ha scritto anche questo Sheila Golberg?
Non credo, ti sbagli...
Così è sui titoli...
Sheila Goldberg aveva sceneggiato Choke Canyon, prima, ed è stato l'ultimo film per cui ha lavorato per noi. Lei era una sceneggiatrice un pò inventata, perché era una dialogue couch qui a Roma e faceva adattamenti di doppiaggio in inglese. L'ho conosciuta, abbiamo fatto due o tre film insieme: è una persona molto disponibile e intelligente, e poi siccome era stata una giornalista del New Yorker prima, aveva anche questa capacità, diciamo così, letteraria.
Non ho mai capito con che titolo originale è nato Beyond the Door 3...
Il film è nato con il titolo The Train e basta. Il distributore americano ha voluto mettere Beyond the Door 3 e in alcuni territori si sono inventati il titolo Amok...
In quel periodo avevi voglia di tornare all'horror: fai questo film, immediatamente prima avevi prodotto The curse (La fattoria maledetta, n.d.r.) e The Bite...
C'era un'idea vecchia che avevo da parecchi anni, forse da Runaway Train o da Cassandra Crossing di Cosmatos. Abbiamo inserito in questo contesto il tema horror, il diavolo. Era un'operazione commerciale The Train, molto commerciale, fatta con i tempi commerciali.
Al film hai partecipato anche a livello registico o no?
No, la mia presenza, solida, c'è sempre stata, su tutta la storia del film eccetera, ma c'era un regista americano...
Questo Jeff Kwitny... ma come li trovavi questi registi?
Kwitny mi era stato suggerito dall'agente di Miles O'Keeffe, che ha fatto due film con me. E siccome parlavamo di giovani registi lei mi ha fatto il nome di Jeff Kwitny perché pensava che potesse diventare un grande regista nel futuro.
Non mi sembri molto soddisfatto di The Train...
Mah, è stato un film commerciale, che poi ha coinciso con un momento un pò particolare della mia vita. In quel momento dialogavo con il diavolo e giravo questa storia strana, in Jugoslavia, da una parte; e dall'altra c'era mia madre che stava morendo: quindi era un momento un pò così...
Fonte: Beyond the screen - Nocturno dossier n. 82 (pag.59-60) a cura di Manlio Gomarasca e Davide Pulici