La ragazza di via Millelire - Film (1980)

La ragazza di via Millelire

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/04/14 DAL BENEMERITO STUNTMAN22
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Stuntman22 16/04/14 21:34 - 126 commenti

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Un film che nei primi Anni Ottanta fu un piccolo caso. La narrazione coinvolge una ragazza tredicenne (la brava Conforti) alle prese con le periferie disagiate di Torino e piccole storie di droga, prostituzione e degrado. Lodevoli le intenzioni, non premiate da un risultato pachidermico, lento come una Quaresima, frammentario e in fin dei conti irritante. Il linguaggio dei giovani di strada è esasperato al punto da diventare una caricatura. Prodotto dalla RAI, seppellito dalla critica, scomparve rapidamente dalla circolazione.
MEMORABILE: Lo slang della strada: "Si è imbarcato di me! Vuole che io diventi la sua pivella"; Tutti i dialoghi tra i giovani, deliranti.

Daidae 20/03/16 18:00 - 3184 commenti

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Precursore, a modo suo, dei vari Mery per sempre e simili, il film tanto realistico quanto non buono nel risultato finale mostra una realtà grave ma vera, quella delle periferie depresse con i loro problemi di droga, prosituzione povertà, violenza e degrado. Lo slang giovanile, vuoi anche per il sonoro non impeccabile, è quasi incomprensibile. Dura due ore ma francamente l'ho trovato decisamente meno pesante di certe operette di maggior successo che durano molto meno. Da vedere e riscoprire, riuscito seppur limitato (e non poco).
MEMORABILE: I ragazzini che fumano spinelli in mutande vicino al fuoco in una pseudo-spiaggia ricavata dietro dei palazzoni.

Ciakazione 17/06/20 12:27 - 1 commenti

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Un vero spaccato di un realismo esasperato dalla visionarietà di Serra. Sicuramente il libro è meglio, ma tutto sommato ha avuto il pregio di smuovere, focalizzare l'attenzione una volta di più sulle condizioni delle estreme periferie. Quasi un documentario. I dialoghi possono essere criticabili ma sicuramente sono molto più vicini alla realtà degli stucchevoli racconti di strada atti a non ledere la "buona creanza". Senza pretese ma da riproporre alle nuove generazioni.
 
 

Reeves 15/11/20 19:59 - 2230 commenti

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E' stato definito l'anticipatore italiano di Trainspotting, ma in realtà non c'entra nulla. Qui c'è un eccesso di realismo: si raccontano gli aspetti più degradati della vita nella periferia di una grande città, si cerca di far toccare con mano come le istituzioni poco possano contro questo degrado. Può essere utile per scoprire quale fosse l'immagine del degrado negli anni Settanta, ma al di là dell'aspetto sociologico il film è una inutile carrellata di scene approssimative, girate e recitate male.
MEMORABILE: L'interiezione torinese "Dio fa", ripetuta all'infinito.

Noodles 22/02/22 08:53 - 2233 commenti

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Film di impressionante ed estremo realismo, che suscitò scandalo all'epoca. Non è il primo film che racconta il degrado delle periferie, ma è forse quello che osa di più. Una serie di personaggi indimenticabili, tutti incastrati in una vita da cui non usciranno mai, come loro stessi sanno. Diverse le scene degne di nota, ma quela del finto falò in spiaggia forse è la migliore. Enorme realismo anche nel linguaggio. Peccato che i dialoghi siano spesso incomprensibili, considerando l'ampio uso dello slang. Merita una visione. Un certo cinema, purtroppo, non si osa più fare.

Markus 14/08/22 16:10 - 3690 commenti

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Sul genere "squallida periferia" (siamo a Torino, ma in definitiva poco importa), con la sua folta schiera di umanità che mal si pone nei confronti della vita; d'altro canto c'è povertà, ignoranza e degrado. Un'opera figlia del periodo, di quelle che scaldarono i cuori di qualche critica da cinema d'essai, che nella degradazione umana quasi sguazzava. Il film suo malgrado è anche uno spaccato di quel tempo, con la piaga del "buco" e il passaggio tra antico e moderno. "Dio fa", espressione tipica torinese, fa da interminabile intercalare per tutto l'arco della visione.

Alex75 11/10/22 19:02 - 881 commenti

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Spaccato delle fatiscenti periferie di Torino, che rimandano più al Terzo Mondo che a una città industriale, centrato su una ragazza la cui vitalità si disperde in un crescendo di espedienti, fughe, marchette e precoci approcci con la droga. Sullo sfondo, l’impotenza delle istituzioni completa un quadro che concede poco spazio alla speranza, reso ancora più ostico dalla lenta e continua successione di situazioni e personaggi sgradevoli e da uno slang poco comprensibile al di fuori del contesto sociale e geografico della vicenda. Non privo d’interesse, per quanto dica poco di nuovo.
MEMORABILE: I lampioni sistematicamente fracassati; “Dio fa”; Dalle suore e al “Buon Fratello”; La discoteca; La compagna di stanza venduta alla gang.

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  • Discussione Ruber • 28/06/16 01:01
    Formatore stagisti - 9251 interventi
    Praticamente o quasi un amatoriale...se fosse stato girato con una 8mm e ai ragazzi presenti fosse stato dato come compenso un cornetto Algida non mi soprenderei.
  • Discussione Alex75 • 4/07/23 19:32
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Un'intervista all'interprete della protagonista, Oria Conforti, per Repubblica, in occasione della scomparsa del regista Gianni Serra nell'ottobre del 2020, nella quale vengono rievocati l'ambiente nel quale fu girato il film e l'esperienza personale dell'ex attrice. 

    https://torino.repubblica.it/cronaca/2020/09/05/news/io_la_ragazza_di_via_millelire_e_la_torino_difficile_degli_anni_settanta_-266309818/
  • Musiche Alex75 • 14/07/23 14:39
    Call center Davinotti - 709 interventi
    La canzone Albergo a ore, cantata in auto dall'amico travestito di Betty. E' la traduzione di Les amants d'un jour  scritta da Claude Délecluse e Michèle Senlis per il testo e da Marguerite Monnot per la musica e portata al successo da Edith Piaf. Il testo italiano fu scritto nel 1969 da Herbert Pagani, del quale si propone qui la versione.
    https://www.youtube.com/watch?v=lvwOtgZMZxw