Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Rambo90: Niente di che: quattro episodio fiacchissimi, dalle trame povere e girati alla meno peggio. Il migliore è forse l'ultimo, che almeno può contare su un Satta Flores in palla e su uno stuolo di volgarità che alla lunga fanno anche ridere. Per il resto non si sorride mai, nemmeno grazie al cast che pare impiegato davvero male (soprattutto Franca Valeri). Tremendo.
Myvincent: Il peplum si imbratta di "sugo" da commedia all'italiana, offrendo al forzuto Ercole di Tebe l'occasione di prendersi una sbandata per la regina di Lidia, truccatissima e amante del bello "eterno", alla maniera degli Egizi. Solito corteo di personaggi di contorno, in primis Iole, fidanzatissima del nostro eroe, con il volto (e il corpo) della bella quanto inespressiva Sylva Koscina. Fotografia multicolorata e riconoscibile di Mario Bava.
MEMORABILE: Il trucco pesantissimo della Regina di Lidia.
Galbo: La squadra di Cresceranno i carciofi a Mimongo si ritrova per una commedia dalla peculiare ambientazione (la carrozza ristorante di un treno). Film alquanto velleitario nella pretesa di ritrarre un microcosmo di varia umanità il cui limite è la sceneggiatura assai debole accompagnata da una regia impersonale. Del cast, il migliore è Valerio Mastandrea.
Harden1980: Prendi un pizzico di Desperate housewives, aggiungi un bel po' di Sex & the city 2, una spruzzata di Quel mostro di suocera e la ricetta è pronta. Poi aggiungici un po' di commedia romantica estiva e il film è servito. Un cast di tutto rispetto dove a spiccare sono Caterina Guzzanti come non divertiva da molto tempo e una Loretta Goggi brillante non basta a salvare una commediola sciocchina e inconsistente, seppure con un buon ritmo e tutto sommato leggera e godibile. Angela Finocchiaro sottotono, protagonista maschile insignificante.
Dusso: Di solito non c'è da aspettarsi molto dalle sceneggiature di Lorenzo Gicca Palli e questo infatti è uno dei punti deboli del film, che soprattutto nelle fasi finali della vicenda si nota. Inoltre la regia di Zurli è veloce ma non certo impeccabile, come se non bastasse Luisa Rivelli che offre un'interpretazione decisamente mediocre che non passa inosservata. Rod Dana invece è un agente per certi versi diverso dal solito e gli esterni utilizzati sono un po' piu del solito. Uno spy italico di medio livello.
Cangaceiro: La coppia d'oro di Striscia torna a recitare assieme in questo atteso tv-movie. Non pretendevo un Miami Vice all'italiana ma l'azione è davvero ridotta all'osso, quindi non si può parlare di action comedy. Piuttosto è un decoroso gialletto con continui spiegoni riassuntivi per i meno attenti. Il volenteroso Elia dirige chiaramente in tempi rapidi e con pochi mezzi ma riesce a dare una discreta e curiosa impronta, grazie anche ai vari equilibrismi di montaggio. Greggio e Iacchetti si intendono a meraviglia e forniscono entrambi una divertente prova.
Minitina80: Thriller dozzinale che non lascia una buona impressione a causa di limiti evidenti che non passano inosservati, come il livello davvero basso della scrittura. Basti pensare alla relazione amorosa tra Douglas e la Basinger, che costituisce un esempio lampante di quanto sia poco rifinita e improbabile nei contenuti. La parte migliore riguarda le scene d’azione che possiedono almeno un buon ritmo, consentendo di dimenticare la banalità della trama raccontata. Ne consegue una mancanza di spessore che non gli permettere di essere preso troppo sul serio.
124c: Grande, immenso, incommensurabile Al Pacino, che qui impersona nientemeno che il diavolo. Fa in un boccone Keanu Reeves, un attore troppo belloccio, che considero anche troppo bamboccio, fin dai tempi in cui interpretatava Point Break (che ci volete fare, a me tutti questi "bonazzi" m'insoppettiscono) ed è persino spalleggiato da Charlize Theron, che, ai tempi, era solo una bella modella di uno spot. Un film che spazia in vari generi, con un Giancarlo Giannini doppiatore veramente in parte!
Didda23: Incredibilmente l'opera, complici le aspettative che rasentavano lo zero, a tratti riesce a divertire. Gli episodi sono alquanto eterogenei: il primo (quello più romantico) è senza dubbia quello che rispetta di più i crismi della commedia sentimentale; il secondo è il peggiore: le citazioni tarantiniane toccano decisamente il trash; il terzo è certamente il più divertente: qualche battuta è assai riuscita; il quarto, quello più melodrammatico, inizia bene ma è troppo lungo per essere goduto appieno. Mediocre, ma decisamente sopra le attese.
Siska80: L'intro ci fa già intuire la natura decisa del protagonista (un Wayne particolarmente bravo), personaggio interessante (che subirà per forza di cose un'evoluzione caratteriale) almeno quanto quello del cinico suocero. Avvincente pellicola che non risparmia momenti di tensione disseminati qua e là (come quasi sempre accade quando ci sono di mezzo minatori a rischio) senza però rinunciare ai toni da commedia (i primi approcci tra i due piccioncini), potendo avvalersi di un cast ottimamente scelto. Peccato solo per il finale votato al trionfo del bene non in linea con lo snodo cupo.
Wupa Wump: Divertente e ironico, sa descrivere bene la classe operaia dei Settanta nel milanese, con le sue lotte sindacali, la vita familiare all’interno dei grandi casermoni satellitari delle fabbriche. Un grande Tognazzi spalleggiato da caratteristi di rango e da una splendida Muti nel fiore della gioventù. Una vicenda non lontana dal quotidiano che sa raccontare una storia mostrando un brillante umorismo valorizzato da un ottimo e funzionale uso del dialetto milanese.
MEMORABILE: L’amico del Basletti si difende dalle accuse del poliziotto che gli mostra il giornale con lui che brandisce l’arma contundente: “Io quello? Solo un volto nella folla".
Modo: Tre uomini raccontano il loro vissuto con la bella rossa Liv Tyler. Bel noir politicamente scorretto dai risvolti divertenti. Ottimo cast e ritmo pefetto. Non mancano i colpi di scena. Finale generoso con richiami a Un giorno di ordinaria follia. Ottimo cast a partire dalla protagonista per finire ai tre malcapitati.
MEMORABILE: Quando Jewel risponde a Randy che "la seconda cosa che preferisce al mondo è l'acqua", mentre "la prima è scopare".
Rambo90: Terence in una produzione americana è un'idea buona sulla carta, ma la sceneggiatura non lo sfrutta al meglio ingabbiandolo in una storia troppo semplice e dalla comicità infantile. Qua e là si sorride e il ritmo è sostenuto, ma le scene d'azione sono prive di fantasia (vedere la rissa, che paragonata a quelle di Clucher o Fondato è patetica) e i personaggi fin troppo arronzati. Buono l'apporto dei vari caratteristi tra cui Pickens e Miller, ma siamo sotto la sufficienza.
Daniela: Ultimo film della piccola serie dedicata a Miss Marple che vede nei panni della protagonista l'esuberante ed imperterrita Rutherford, non il migliore per quanto il livello professionale - sia i livello di confezione che di prestazione del cast - resti più che dignitoso. Se la vecchietta terribile è simpatica come sempre, ed i suoi battibecchi col povero ispettore di polizia sono ricchi di humor, ad essere carente è soprattutto il lato giallo della vicenda, non particolarmente curato, e la caratterizzazione troppo farsesca di alcuni personaggi.
Reeves: Commedia demenziale con Ezio Greggio che cerca di aprirsi sul mercato internazionale recitando in inglese e ambientando il tutto in America. Alcune trovate non sono per nulla originali ma comunque fanno divertire, ma quello che più colpisce è la coerenza con la quale Greggio, come regista, cerca una comicità che vada oltre i patrii confini. Ammirevole per questo.
Rambo90: Film bellico ultra patriottico, oggi piuttosto datato soprattutto nelle scene di battaglia, realizzate con filmati di repertorio colorati. La parte più interessante è costituita dallo scontro di caratteri tra i protagonisti. Wayne e Ryan offrono prove solide e le loro schermaglie sono il sale della pellicola. Anche le storie familiari hanno un certo appeal, per un film nella media dell'epoca, nonostante la regia di Ray. Wayne doppiato da Pisu distrae tanto.
Saintgifts: Più o meno sono tutti cattivi in questo buon western del veterano Hathaway. C'è però una differenza generazionale che evidenzia diversi modi di essere cattivi con la vitalità della gioventù, usata al peggio, verso la forza ponderata e determinata di chi ha già fatto le sue esperienze di vita. A rappresentare le due umanità un Peck molto adatto al ruolo e un Robert F. Lyons, un po' sopra le righe (ma non guasta). Le scene con Gregory Peck e la bambina (Dawn Lyn) sono piuttosto gustose e arricchiscono la storia e il carattere del protagonista.
Ramino: L'inizio della storia non è male (l'infanzia, il biliardo, l'amicizia con il maestro Novelli) poi, piano piano, sembra rallentare un po' tutto con l'arrivo della escort Ferilli, non proprio indimenticabile... Pochissime le trovate comiche e poco comunicativo il protagonista (memorabili rimarranno i suoi sguardi fissi nel vuoto) che ha comunque al suo fianco delle valide spalle. La decadenza di Nuti è ahimè già iniziata da un pezzo.
Pinhead80: Il film si regge tutto sulla grandissima interpretazione del duo Midler-Farina che fanno sganasciare dalle risate ogni volta che cominciano a litigare. Per il resto è il solito film di Reiner, che parte alla grande nei primi 45' per poi perdersi un po' verso il finale. Un film simpatico e sufficientemente divertente. Reiner in questo è una garanzia.
MEMORABILE: "Ti rincordi quando sognavo i cani che mi mangiavano i testicoli?"
Didda23: Rose è una interior designer che sta cercando di sfondare nello studio di Caroline (Rowan), ma un infortunio occorso al padre (McNulty) la "obbliga" a tornare a casa per aiutare l'azienda di famiglia. L'occasione fa riaffiorire la passione per i tulipani. Commedia sentimentale che si avvale di un cast discreto (volti televisivi più o meno noti) e di una sceneggiatura scorrevole senza alcuna caduta di tono, mantenendo un livello più che soddisfacente in ogni componente. Non riserva alcuna sorpresa, ma la delicatezza del racconto è lodevole.
MEMORABILE: Il "dono" di Rose; L'ibrido di tulipano che non riesce a crescere; Il ritorno a casa.
Homesick: Ghiaccio bollente o, meglio, fuoco ghiacciato: dopo infatti una partenza ordinaria e scanzonata, all’approssimarsi della fine recupera sterzando inaspettatamente verso il drammatico con l’avidità, i doppi giochi e l’amicizia tradita. Steffen - un Sabata apocrifo che con il pistolero paroliniano dalle mille risorse ha in comune soltanto il nome - e Lawrence si attengono al minimo richiesto, mentre ben più colorito e curioso è Fajardo, messicano che si sposta in automobile e lavora all’uncinetto. Abbondano le sparatorie e fioccano i cadaveri.
MEMORABILE: Lawrence paga il debito di gioco e ne contrae subito un altro.
Tomastich: Un film rilassato, piacevole, poco avvezzo sia all'azione sia all'introspezione, dove gli Hill sono un viaggio per raggiungere un terreno su cui personaggi poco raccomandabili tentano di mettere le mani. Carine le musiche che accompagnano le scorribande. Nulla di più.
Pessoa: Un semi-esordiente Caiano rifà Zorro con pochi soldi e al posto della Volpe troviamo il Coyote a difendere i messicani dai soprusi degli Yankees. A dispetto della sua natura derivativa, il film contiene i prodromi del nascente spaghetti-western prima che Leone tracciasse definitivamente le linee guida del genere. La regia denuncia comunque una certa inesperienza che viene fuori soprattutto nelle scene d'azione, anche se alcune inquadrature rivelano già una buona mano. Discreta prova dell'esperto cast, che riesce in qualche modo a tenere in piedi il film. Una chicca per appassionati.
Qed: C'è tanta confusione, ma più che altro troppa inverosimiglianza. La vicenda della violinista, pur tendente al piagnucoloso, è ben scritta e coinvolge; ma che un'orchestra di sbandati che non suonano da 30 anni (e non provano!) venga presa sul serio da qualcuno e poi incanti il mondo è semplicemente ridicolo. Al netto di ciò la buona sequenza finale con il concerto vale quasi il film intero, mentre tutto il resto è spesso dispersivo e poco convincente. Azzeccatissimi e divertenti molti personaggi secondari. Un po' prevedibile, ma dignitoso.
MEMORABILE: La faccia della Laurent quando il violinista gitano suona Paganini: «Dove ha studiato? » «Ma da dove esce questa bambolina? Di che cosa sta parlando?».
Piero68: Sicuramente più vicino alla realtà di quanto lo fosse Tombstone di Cosmatos, almeno per i fatti salienti e i personaggi reali. Ma l'eccessiva durata (oltre 180 minuti) spezza le gambe allo spettatore che già dopo una prima parte inutile e vaga fa fatica ad andare avanti con la visione. Grandissimo cast, sfruttato però molto male, con caratterizzazioni abbastanza stereotipate. Sicuramente la fotografia restituisce l'aria di un'epopea lontana, ma come al solito, quando si affrontano leggende realmente esistite, si tende a enfatizzare troppo.
Guru: La rivisitazione televisiva degli ultimi giorni di vita di Paolo Borsellino punta soprattutto a mostrare il rapporto interfamiliare del magistrato e la grande dignità umana mostrata nonostante gli eventi. Buona interpretazione di Zingaretti, ma poca dinamicità nella sceneggiatura. In secondo piano il rapporto uomo-scorta che non evidenzia la simbiosi, l'affetto e la devozione che il gruppo dedica alla figura quale idolo e simbolo della legalità. Mi aspettavo un impatto emotivo maggiore.
Mco: Quali i modi per uscire dalla propria timidezza e affrontare il sesso femminile? Un decalogo aiuta il nostro Guglielmo Scilla (che ha scritto anche un libro sul tema) ma gli esiti sono altalenanti, come del resto i risultati del film stesso. A frame di puro teenager-style si contrappongono attimi di noiosa commedia emulativa e poco divertente, scontentando sia i fan del primo settore che quelli del secondo. Giusto per una serata senza pretese, magari in compagnia di amici con cui nel frattanto parlare (d'altro)...
Rambo90: Se il precedente era riuscito in qualche modo a far accettare un Jumanji senza Williams con una trama tutta nuova, questo non fa che riproporre la stessa formula aggiungendo solo un paio di personaggi e scenari nuovi. Così il tutto sa di già visto e le battute di già sentito. Il pretesto per tornare nel videogame è labile, ma almeno alcune sequenze sono genuinamente affascinanti e ben ritmate. Simpatici i duetti iniziali tra DeVito e Glover, ma non c'è molto da segnalare.
Galbo: Sarah, giovane donna separata conduce una vita solitaria fino all'incontro attraverso un sito internet con Jake, abbandonato dalla moglie. Film dalle premesse poco originali (ricorda per molti versi C'è post@ per te) ed ennesima divagazione sui cuori solitari in cerca di conforto nonchè gravato da un orrendo titolo italiano, Partnerperfetto.com è tuttavia ben realizzato grazie sopratutto a due interpreti garbati e misurati, molto adatti ai rispettivi ruoli.
Capannelle: Western atipico, pensoso, dove fanfare e cavallerie non prendono il sopravvento. Scott coniuga epica e violenza soffermandosi sui personaggi e su un mondo combattuto, senza nemmeno contorcere la trama e affidandosi alla stupenda fotografia di Takayanagi. Non tutto appare genuino nel suo messaggio e non mancano pause nelle oltre due ore del girato, ma gli attori funzionano e ci si può godere un film che esibisce una certa personalità pur non azzeccando tutte le scelte. Quasi buono.
Dengus: Se si ama il mitico Arnold, scordatevi quello di Conan, Terminator o il John Matrix di Commando; qui (e negli altri film fatti con Reitman) lo troverete in versione molto più umana e quasi goffa, mostrando però muscoli e denti nei momenti in cui deve difendere il suo gemello, interpretato bene da De Vito (più avvezzo alla commedia, rispetto al gigante di origine austriaca), che di fatto ruba spesso la scena a Schwarzy; si gioca sui buoni sentimenti, sull'ottima interpretazione e sulla diversità di questa estemporanea coppia comica. Simpatico.
Gabrius79: Film decisamente cupo di Nanni Moretti che offre uno spettacolo dignitoso per le due ore di durata. Tre sono le storie che talvolta si intrecciano fra loro e probabilmente quella più riuscita annovera come protagonisti Scamarcio, la Lietti e in seconda battuta la Tantucci. Bene comunque anche la storia, con protagonisti un Moretti in parte defilato e una bravissima Buy. Meno riuscito il segmento (che pare non decollare mai) con la Rohrwacher e Giannini. Il cast di contorno è apprezzabile.
Hackett: Riddick pare riprendere direttamente dal primo, più riuscito, capitolo della serie, liquidando sinteticamente il goffo secondo episodio che molto si discostava dalle intenzioni iniziali. Ne esce un action fantascientifico abbastanza lineare ma onesto, senza picchi ma senza nemmeno cadute eccessive. Manca sempre il tocco misterioso di Pitch balck, ma almeno Diesel si salva la faccia continuando a fare il duro. In tv si può vedere.
Redeyes: Lehane ha un tocco che riesce a catturare e colpire dritto allo stomaco, sia che scriva un libro sia che partecipi alla sceneggiatura come qui. Il drop bar attende e noi altrettanto facciamo. Aspettiamo che qualcosa accada, mentre i tempi si allungano e l'angoscia la fa da padrona. Pandolfini è calato nel ruolo che meglio gli si addiceva, al contrario il dinamico Hardy dà saggio di buona padronanza scenica con un personaggio ambiguo e macerato. Rispetto al fiume e poi all'isola si lascia una stilla di speranza e la cosa non ci spiace!
Skinner: Tamarrata come non se ne vedevano da tempo, remake non dichiarato di Commando, ma con un Cena senza un briciolo d'ironia. Action senza cervello, con Cena e la moglie (lei particolarmente fastidiosa) praticamente immortali, capaci di sopportare esplosioni e pistolettate senza un lamento o una goccia di sangue (giusto un taglietto in fronte per Cena). Abbastanza ridicoli i siparietti comico-demenziali di Anthony Ray Parker. Scene d'azione e stunts non male, può essere divertente, ma cinematograficamente vale poco più di zero.
Siska80: L'impressione è quella di un compito svolto in maniera diligente, soprattutto dal punto di vista formale: location eleganti, trucco e costumi che ben ricostruiscono l'epoca, recitazione sobria da parte dell'intero cast, una protagonista giovane ma dalle idee chiare. Peccato però che a decretare l'incompiutezza alla pellicola vi sia la scelta registica di incentrare la narrazione soltanto sull'inizio della carriera di Antonia come direttrice d'orchestra (un sogno che pareva irrealizzabile), accantonando l'aspetto maturo di questa talentuosa donna. Nell'insieme, quindi, niente male.
Redeyes: Un Salvi "incatenato" tiene su la baracca senza i soliti suoi sketch; gli si concede giusto la parentesi possessione, in sé e per sé evitabile, coadiuvato da un cast che svolge il compitino senza sussulti. La trama, in particolar modo la stangata, è qualcosa di talmente puerile da non infastidire, così come tutte le vicissitudini. Il climax ascende verso aulici sentimenti convogliando in nobili abiti talari pur prendendo le mosse da lap dancer e slot machine. Sicuramente concepito per un pubblico scevro di aspettative, si lascia proprio per questo guardare ma niente più.
Noodles: Un classico di Hitchcock, nel quale sono presente scene diventate famosissime nella storia del cinema (tra tutte, quelle dell'aereo sopra i campi e quella sul Monte Rushmore). Film che si caratterizza per un'ottima suspense, anche se il tutto è diluito in una durata forse esagerata ed è a tratti interrotta da alcuni siparietti comici cari al regista, che però non sempre sono funzionali. Si può dire in generale che si tratti di un valido film di spionaggio, che sarebbe potuto essere ottimo se totalmente serio e più breve. Cast funzionale. Merita una visione, specialmente per i fans.
Furetto60: Se la tecnica digitale ha permesso di rivitalizzare altri generi, perché non il peplum, o il mitologico, come nello specifico? Immortals è un giocattolone con varie caratteristiche che richiamano 300, tra cui le luci innaturali; non si deve pretendere quello che non promette e quel che aveva promesso lo mantiene: azione e spettacolo. E poi Iperione è un cattivo di spessore (bravo Rourke), Teseo uno che permette alle signore di rifarsi gli occhi; magari manca un contraltare femminile di pari livello.
MEMORABILE: La castrazione del traditore (ahi ahi!); Gli immortali che... mordono il freno; La luce livida.
Galbo: Regista con un passato piuttosto glorioso nell'action, Renny Harlin ha proseguito su questa strada, con sempre minore fortuna commerciale. Questo 12 Round è il classico "revenge movie" nel quale l'eroe di turno (un poliziotto) viene sottoposte ad ardue prove per salvare la compagna prigionera del sadico di turno assetato di vendetta. Benchè ricco di momenti poco plausibili o francamente inverosimili, il film (grazie all'esperienza del regista nel genere) non è mal realizzato (anche se il cast non è memorabile) ed offre alcuni momenti di svago.
Galbo: Commedia brillante e spin off di una celebre trilogia, è accomunata a quella da una storia basata su un furto clamoroso e interpretata da un gruppo di celebri e brave attrici. Il film è penalizzato da una caratterizzazione minimale dei personaggi e su una storia già vista. Tuttavia, il buon ritmo e la brillante performance delle attrici rende la visione tutto sommato piacevole, con l’auspicio che resti un episodio isolato.
Buiomega71: I numi tutelari di Mouret per questa sciapa, noiosa e inconsistente commediola romanticheggiante che racconta del nulla cosmico sono Pialat, Rivette e soprattutto Rohmer. Ma non è che scimmiottando si renda giustizia a tali autori: una marea di dialoghi insipidi e insopportabili, due ragazze odiose e antipatiche che si comportano da quindicenni e peggio del peggio nessun nudo e, inacettabilmente, il sesso è completamente annulato (e materiale c'è n'era). In mezzo a un marasma di inutilità si salvano le location estive di Marsiglia e le canzoni gainsbourghiane di Alexis Khvost.
MEMORABILE: Mentre le ragazze cianciano (del nulla), sugli scogli, Mouret insiste con close up sui loro tatuaggi e sulla cicatrice alla schiena di una delle due.
Herrkinski: Remake francese di un film giapponese che ne segue fedelmente la struttura, tanto da replicarne in scala 1:1 molte scene e dialoghi, oltre a riproporre Yoshiko Takehara nei panni della produttrice; le vere differenze sono nel budget (qui 4 milioni, là 25.000 dollari), che permette un cast nettamente superiore e in generale una confezione più curata, senza perdere di vista il concept del piano sequenza unico nella prima parte e l'uso di mdp a mano. Girata meglio dell'originale la seconda parte, alcuni personaggi e battute più divertenti; meglio del prototipo, salvo il déjà vu.
Furetto60: Certo che la crisi d'ispirazione deve essere una gran brutta bestia se è stato necessario rifarsi a un film spagnolo per metter su una "baraccata" del genere. Non salvo nulla, di questa pellicola comico demenziale: le battute sono fiacche e prevedibili, è mal interpretato e anche la carica di demenzialità è scarsa rispetto ad altre dello stesso genere.
Ryo: Tratto dal libro "Un delitto avrà luogo" di Agatha Christie. Margareth Rutheford è decisamente a suo agio nei panni della signorina Marple: esalta il carattere del personaggio cartaceo rendendolo arrogante e sicuro di sè e impreziosendolo con un ottima espressività. Il tutto è deludentemente peggiorato da una vena comica che non si presta al tema trattato. Degno di nota l'ottimo B/N.
MEMORABILE: Il laboratorio chimico di Miss Marple.
Daniela: In un college americano, un giovinetto ricco e viziato, con la complicità di due amici da lui plagiati, mette in piedi una complicata vendetta contro una collegiale altrettanto ricca e viziata. Colpo di scena finale che ha lo stesso effetto sconvolgente dell'esplosione di una bolla di sapone. Penoso thrillerino, mediocremente interpretato, che fornisce un agghiacciante ritratto della gioventù dorata yankee, alla faccia della liberazione sessuale. Retrivo e bacchettone, nonostante la musica modaiola
Markus: Fiacca commedia composta da quattro episodi con grandi nomi dello spettacolo e qualche pretestuoso rifermento all'attualità di allora. "Le tre verginelle" (**): si ridacchia appena, ma si gode di un Salce nei panni di insolito tombeur de femme. "Fuga nella valigia" (**!): spassosa vicenda con una Valeri in gran spolvero. "Amore coniugale" (*!): coniugi litigano e non si accorgono che è iniziata una guerra, ma la messinscena fila poco. "Processo per direttissima" (**): un po' logorroico e claustrofobico, ma molto ben scritto e recitato.
Daniela: Riuniti in occasione delle nozze della loro unica figlia con un politicante in carriera, un'attrice e uno scrittore malamente divorziati 14 anni prima subiscono un travolgente ritorno di fiamma... Carl Reiner ha diretto alcune simpatiche commedie, Bette Midler è una forza della natura, Dennis Farina è un bravo attore: tre buone carte che non fanno poker in assenza di una valida sceneggiatura. Quella del film è infatti piuttosto logora e stiracchiata nella durata, oltre che scarsa quanto a gag e battute, per cui, esaurite le scintille della parte iniziale, finisce per annoiare.
Markus: Sulla scia del successo di Domenica d’agosto di Luciano Emmer, ecco un’altra spassosa commedia d’ambientazione balneare che Aldo Fabrizi dirige e interpreta con la consueta sagacia romanesca d'antan. Un nutrito cast di caratteristi e attori teatrali danno spunti di umorismo talvolta acutissimi nella loro semplicità e d'altro canto è una farsa ancora legata agli schemi del cinema muto che prevede equivoci, mariti in collera e forsennate corse dentro e fuori dai camerini in spiaggia. Il film, rivisto oggi, ha ancora la freschezza di un tempo.
Cotola: Pur essendo uno dei film più bizzarri sulla figura del grande investigatore e sicuramente pur essendo ben lontano dal genere che più gli si dovrebbe addire, va detto che la pellicola è molto bella, riuscita, raffinata, elegante e divertente. D'altronde a dirigere c'è un maestro insuperato come Wilder la cui innegabile arte è corroborata da una bella sceneggiatura e da scenografie di grande bellezza ed una riuscitissima colonna sonora che ne fanno un film davvero interessante che merita di essere visto ed apprezzato.
Pessoa: Angelopoulos ci porta sul confine greco-turco (sempre molto caldo, allora come oggi e per ragioni molto simili) dove un giornalista ateniese a capo di una troupe televisiva crede di vedere, fra i migranti su cui sta girando un documentario, un noto uomo politico scomparso all'apice della carriera. Un film dai toni epici, con molte pause riflessive e lunghe inquadrature fisse che lo rendono a tratti molto lento e di difficile digestione a stomaci non preparati. Un misurato Mastroianni e una torbida Moreau regalano pensieri intensi. Avvolgente!
Rambo90: Rispetto al primo film Fabrizi cerca di costruire una trama più ingarbugliata, pur sempre con momenti tipicamente farseschi. Il divertimento regge, perché il cast è in forma (soprattutto un Pavese eccezionale nei panni di un ex attore di teatro). Anche la coppia Fabrizi-Macario a modo suo funziona, con il secondo più traffichino e meno lunare rispetto ai suoi soliti ruoli. Un po' troppo caotici alcuni dialoghi, ma si ride spesso. Buono.
Panza: Una commedia che avrebbe la pretesa di essere trendy con una scrittura che avrebbe la pretesa di essere intelligente, quindi in apparenza non molto sbracata. Dopo i primi 20 minuti ci si incomincia ad annoiare molto fra macchiette da quattro soldi e una storia principale risolta come in una barzelletta di Gino Bramieri. Ancora più fuori luogo la marchetta alle Ferrovie dello Stato. Fra gli attori secondari un prete, interpretato da Valerio Mastrandea (sic), che si chiama Kurt... in omaggio ai Nirvana (tanto per capire il livello di umorismo)!
Paulaster: Commedia popolare divisa in tre episodi con diverse connotazioni geografiche. A Napoli la sceneggiatura migliore (scritta da Eduardo De Filippo) che esprime al meglio la veracità della Loren e dei suoi abitanti. A Milano tutto fila via piatto senza lasciare traccia e in questo caso un'altra attrice si sarebbe preferita. Incostante a Roma tra il sacro e il profano, con Mastroianni che tiene in piedi la vicenda insieme al celeberrimo spogliarello.
MEMORABILE: La fuga delle venditrici di sigarette; Le botte ai parafanghi con la Rolls; Gli ululati a letto.