Father - Film (2020)

I servizi sociali portano via i figli a Nikola poiché "troppo povero" per mantenerli. Inizia così la sua odissea per riportarli a casa. Una storia semplice e reale fatta di corruzione, assurdità, mal costume ed abusi di potere, raccontata con semplicità, senza fronzoli ma con una indubbia capacità di coinvolgere ed emozionare lo spettatore. La rabbia verso le istituzioni monta col passare dei minuti ed all'umanità di certi gesti, si alterna la disumanità di altri (i furti). L'epilogo non può che essere di un certo tipo, trattandosi di un film non a stelle e strisce.

In seguito ad un episodio depressivo suicida della moglie Biljana (Sargin), al povero lavoratore stagionale Nikola (Bogdan) i servizi sociali sottraggono i due figli. L'uomo intraprende una lunga e tortuosa odissea odeporica verso Belgrado con la speranza di appellarsi direttamente al ministro competente... Dopo il toccante Stitches, il cinema serbo torna ad interrogarsi sull'impatto dirompente che le collusioni periferiche di potere hanno sulla quotidianità familiare della povera gente: il risultato, di densità superiore, tocca nel profondo, anche per un epilogo nero come la pece.

La vicenda di un uomo immerso in una lotta pacifica contro il mondo, armato solo della propria onestà. Un antieroe che è però eroe, umiliato, sminuito, ignorato, privato della possibilità di esistere, punito proprio nel momento in cui reclama il suo diritto di essere umano; l'unica persistenza è l'insostenibilità di un dolore che non porta ad alcuna fierezza. Le sembianze del racconto sono quanto di più scarno ed essenziale si possa scegliere, a comunicare è la semplice incomprensibile presenza dei corpi schierati su un palco mutilato. Imperdibile.