Michael Caine agente segreto non è una novità, ma questa volta lo spionaggio non è il genere principale a cui fare riferimento. Siamo lontani dagli intrighi di Harry Palmer e Don Siegel guarda più all'azione, al sequestro del figlio di John Tarrant (Caine), maggiore dei servizi inglesi il quale è già per altri motivi sulle tracce - inconsapevolmente - proprio dei rapitori. Avvisato dalla moglie (Suzman) che il piccolo non è tornato a casa, impiega un po' prima di capire che si tratta di sequestro, ma a quel punto - senza mai perdere l'autocontrollo - comincia la sua caccia cieca a Drabble,...Leggi tutto il tipo (ma non uno solo, perché ogni volta all'apparecchio è una persona dalla voce diversa) che telefona chiedendo di entrare in contatto col superiore di Tarrant, Cedric Harper (Pleasence). E' quest'ultimo infatti ad essere in possesso dei diamanti che i rapitori vogliono, e a dire il vero non ha alcuna voglia di cedere al ricatto.
Tarrant insomma deve arrangiarsi e cercare da solo di ritrovare il figlio sequestrato. Non una cosa da poco, anche perché intanto vengono alla luce altri sporchi intrecci legati a personaggi dei servizi. Chiusi in una casa dalla cui finestra si vedono due mulini (il titolo originale è THE BLACK WINDMILL, non a caso), i rapitori sono John Vernon e Delphine Seyrig, volti perfetti per il cinema crudo e teso di Siegel; qui meno virtuoso del previsto, discretamente efficace senza certo raggiungere le vette di un altro noto “caso” che fece epoca, il regista giostra bene l'azione perdendosi tuttavia dietro a qualche intoppo in sceneggiatura, che rende poco fluida la storia. Se Caine recita nel suo ruolo più classico e nulla gli si può appuntare, se Pleasence è il migliore del lotto per quella sua perfetta capacità di restare in equilibrio tra sottile cinismo e ironia, se anche il resto del cast funziona (oltre a Pleasence è presente un altro antagonista storico di Colombo come Clive Revill, pure qui con l'IRA sullo sfondo), a lasciare perplessi è il procedere piuttosto fiacco della storia, cui manca ogni tocco di originalità.
Molti esterni per un film arioso, dinamico, che segue bene da vicino un hovercraft (anche quando si "sgonfia", in una sequenza "istruttiva") e che si inserisce in un filone preciso al quale comunque incorpora sapidi sottotesti per arricchire l'insieme. Una fotografia scintillante, tanti paesaggi e scorci inglesi, un finale secco e senza fronzoli come da tradizione del regista. Non mancano insomma le qualità, al film, ma è nel suo complesso che non riesce a lasciare il segno. Più interessante quando porta in scena lo scontro tra personalità diverse (Caine e Pleasence in primis) che quando deve dipanare la matassa, la pellicola manca di vere scene memorabili e si assesta sull’onesto prodotto di genere con qualche gustosa notazione in aggiunta, figlia delle riconosciute capacità di Don Siegel nel maneggiare la materia.
Non è un brutto film, ma non è né all'altezza del regista (bravissimo anche qui, ci mancherebbe altro), né all'altezza dei due attori di maggiore richiamo (Caine e Pleasence, quest'ultimo coi baffi, fanno leccare i propri allo spettatore). Il racconto presenta qualche smagliatura e qualche inverosimiglianza di troppo. Da vedere, ma è meglio sapere da sùbito che non è un capolavoro.
Solido thriller firmato da Don Siegel, connotato da una storia non certo imprevedibile che risulta però gradevole e riesce a "tenere" molto bene la tensione fino al finale telefonato. In ogni caso il meglio è dato dalle notevoli interpretazioni di Caine e Pleasence. Gustoso pur senza essere eccezionale.
Un Siegel in trasferta inglese per un thriller spionistico di ottima fattura generalmente sottovalutato e scambiato per un melodramma familiare. Ma l’azione non manca e Caine mette in bacheca un altro ritratto agente segreto dopo il noto Ipcress. Il film di Siegel è anche meglio per quel senso dolente e malinconico presente sullo sfondo. Tra i comprimari si segnalano un Pleasence forse più interessato ai suoi baffi che alla risoluzione del rapimento, il solito Vernon habitué del regista e la Schell futura Maya nella seconda stagione di Spazio 1999.
MEMORABILE: Il finale nel mulino; La confusione che fa Donald Pleasence tra Sean Connery l'attore e Sean Kelly un personaggio del film.
Bel thriller di Siegel, con la giusta concentrazione di tensione e azione. Caine è perfetto per la parte e offre una solida performance, così come Pleasence che porta un po' di ironia con il suo personaggio. La trama è semplice e ricorda vagamente Hitchcock, ma coinvolge con un ritmo in crescendo e i classici ribaltamenti di situazione che una storia simile richiede. Bel finale action a colpi di mitragliate. Da vedere.
In trasferta inglese (e c'è anche una breve parentesi francese), Siegel dirige con la consueta bravura un bel mix tra poliziesco (si parte con il rapimento di un bambino) e spy story (il padre del bambino è un ufficiale del MI5 che verrà sospettato di tradimento). Per l'azione occorre attendere le battute finali, ma la sceneggiatura è ben congegnata e non si avvertono cali di tensione. Caine fornisce un'ottima prova in un ruolo che sembra fatto apposta per lui, e è affiancato da ottimi comprimari tra cui spiccano Pleasence, Vernon e Ackland.
MEMORABILE: Il rapimento; L'evasione; Il finale al mulino.
Onesta spy-story che non stupisce sotto nessun punto di vista, anzi risulta prevedibile in alcuni suoi passaggi e totalmente inverosimile in altri, ma che alla fine fa il suo sporco lavoro. Il sofferto ma nobile Caine ci mette al solito del suo ma anche Siegel si muove con consolidata esperienza all'interno di una trama come detto abbastanza sottile, riuscendo però a imprimere un buon ritmo senza mai dare l'impressione di un lavoro da catena di montaggio. Pleasence dona eccessiva cura al suo baffo e da qua e là un tocco da Pantera rosa al tutto.
Una squallida storia di soldi in cambio della vita di un bambino sottratto a una spia inglese è l'occasione per riflettere sulle miserie umane. Il film è un solido spy-thriller in cui il volto sfingeo di Michael Caine è quanto di meglio ci si possa aspettare. Belle e dinamiche scene action arricchiscono il parterre in una storia tutto sommato convenzionale. Sottotono Donald Pleasance.
Quando viene rapito il figlio di un agente segreto che indaga su un'organizzazione di trafficanti d'armi è proprio il padre stesso a finire nella lista dei sospettati... Freddo come un ghiacciolo e capace di passare con disinvoltura dalla modalità "impiegatizia" a quella di "uomo d'azione", Caine è l'interprete ideale per ruoli di questo tipo, mentre la regia di Siegel è garanzia di qualità, tuttavia il film risulta un poco sotto le aspettative, forse per la mancanza di scene particolarmente memorabili. Comunque si tratta di una visione piacevole con un cast adeguato.
MEMORABILE: Il lapsus freudiano del funzionario dei servizi segreti (Sean Connery invece di Sean Kelly).
Dalla scena dell'inondazione etilica in poi, la sceneggiatura viene ingiustamente penalizzata da un calo dovuto in parte al risorto idillio coniugale, un po' banale, misto adun caotico gioco di spie, mentre un bambino continua ad essere torturato al telefono. Siegel però ricorre alla sua arma migliore, la tensione, per far sì che il faccione sornione di Caine non si impadronisca troppo della scena, e spruzza quel che può di azione ed eroismo paterno, regolando il conto finale alla mitraglietta in pieno paesaggio Don Chisciottesco, evocando un modesto giramento di pale. Sprecato?
Thriller spionistico diretto da Siegel che vede protagonista un agente dei servizi segreti inglese costretto a impiegare tutte le sue forze e il suo sangue freddo per salvare il figlioletto rapito da un'organizzazione dedita al traffico d'armi, scontrandosi sia con essa che con i suoi superiori che lo ostacolano. Tutto concentrato sul personaggio interpretato da Caine, abile nel doppio ruolo di burocrate e di insospettabile decisionista, circondato da altri valenti comprimari che articolano una trama magari un po' confusa ma che regge per il ritmo di alcune scene e per l'ambientazione.
Organizzazione terroristica rapisce il figlio di un agente segreto. Thriller con venature fantapolitiche da servizi segreti in cui Siegel poco concede alla spettacolarità (anche se in qualche frangente si nota uno sforzo produttivo) e miscela doppi giochi e incastri assortiti. Tutto si combina fino al termine con Caine che si fa preferire nei suoi momenti pieni di aplomb britannico. Anche Pleasence dà il suo contributo, grazie soprattutto a una lieve ironia.
MEMORABILE: La valigetta esplosiva; L'uscita dal retro di casa dell'amica; Le voci camuffate al telefono.
Come è noto, mai scherzare con i trafficanti di armi, perché sanno come vendicarsi; e infatti un agente segreto deve sopportare molte peripezie familiari prima di raggiungere il suo obiettivo. Un bel thriller diretto con mano sicura da Don Siegel, uno dei migliori registi d'azione di tutti i tempi, questa volta in trasferta in Gran Bretagna, con un Michael Caine particolarmente in forma.
Michael Caine in un ruolo che gli riesce sempre bene e intorno un cast di buon livello. Le premesse sono buone e le scene iniziali creano il giusto filo di tensione e incertezza. Peccato che dopo, nel dipanare la matassa, i fili rimangano ancora intrecciati e si abbia la sensazione che si potesse far di meglio quanto a solidità e imprevedibilità dell'insieme. Niente di speciale insomma; si ricordano i baffi lisciati di Pleasance, la nonchalance della Seyrig e i lamenti telefonici del bimbo rapito.
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Mi scuso Rocchiola. Evidentemente nella fretta di scrivere ho sbagliato nome. Grazie della dritta.
DiscussioneNicola81 • 13/07/16 17:58 Contratto a progetto - 693 interventi
Michael Caine, Donald Pleasence, e Joss Ackland sono doppiati rispettivamente da Adalberto Maria Merli, Gianni Bonagura e Renato Turi.
DiscussioneDaniela • 28/03/21 13:53 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Antagonisti del nostro tenente preferito: Nel cast del film di Siegel figurano due assassini colombiani, protagonisti di eccellenti episodi: Donald Pleasence - L'uomo dell'anno (1973) Clive Revill - I Cospiratori (1978)