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Saintgifts: All'inizio lascia un po' perplessi: bisogna entrare in sintonia con costumi italici dimenticati e parodiati grossolanamente. Dimenticati, forse, ma non scomparsi, semmai rafforzati e cresciuti di grado. Franchi se la cava bene anche da solo; per certi versi riesce a uscire dal cliché che lo ha reso famoso, ma non sempre gli ha reso giustizia e alterna, con bravura, ai suoi noti momenti comici prestazioni "serie" piuttosto indovinate. Si finisce quindi con il soprassedere sulla semplicità dell'insieme per godersi un nuovo Franco Franchi.
Reeves: Umberto Lenzi decide di dedicarsi al western ma scrive una storia che forse sarebbe stata più adatta ai suoi thriller, perché si passa da un colpo di scena all'altro. Purtroppo il film rimane un po' irrisolto, soprattutto per la debolezza dell'interprete principale. Per fortuna i caratteristi hanno ruoli che rimangono impressi, in particolare Piero Lulli e Calisto Calisti, e la visione del film è comunque divertente.
Motorship: Commedia non proprio riuscita ma qua e là con momenti davvero divertenti. Purtroppo la sceneggiatura è scarsa e la regia di Sindoni non è affatto delle sue migliori (anche se non pessima comunque). Il film ha però ritmo e si riesce a guardare tranquillamente fino alla fine. Walter Chiari è bravo ma carica eccessivamente, finanche nell'accento romagnolo, il suo personaggio (come già in Amore mio non farmi male), mentre la Moriconi e Bramieri sono ottimi e più misurati. Bellissima la Monreale, che oltretutto se la cava egregiamente. Più che sufficiente.
MEMORABILE: Accoglienza della Moriconi a Chiari con abbraccio al... mattarello.
Renato: Un film divertente come pochi... Pur giocando su una trovata che era già vecchia al tempo, Fabrizi ci regala un ritratto che si dimentica difficilmente... Il suo burbero personaggio che si tramuta in una donnetta a causa del maldestro tentativo di un ipnotizzatore offre lo spunto per una serie di siparietti davvero spassosi... Da sottolineare che Ave Ninchi tiene testa al compagno senza grossi problemi. Il più divertente della "trilogia" della famiglia Passaguai, ed ennesima controprova che Aldo Fabrizi era un artista a tutto tondo.
Faggi: Commedia leggera e allo stesso tempo amara e malinconica; Magnani straordinaria nel personaggio indimenticabile di popolana arricchita e De Sica non da meno nella parte di un aristocratico caduto in (quasi) miseria. Stornelli romani, personaggi secondari che di secondario non hanno nulla, genuinità e atmosfera da dopoguerra (la Seconda) evocata con originalità. Apologo morale non banale e non prevedibile, tra Trastevere e Campo de' Fiori, nella notte (nel finale) di una Roma che non esiste più.
Cangaceiro: Dopo alcune prove da attore Greggio prova a fare il regista tentando la strada della comicità demenziale a stelle e strisce. Da apprezzare la buona volontà e il coraggio ma il film non è un granché: salta di palo in frasca parodiando con poca verve famose pellicole americane senza strappare molte risate. Pare abbia avuto un discreto successo negli States ma questo credo sia dovuto alla nobiltà del cast presente. Lo stesso Ezio non sfigura nei panni di Antonio Motel quindi, nonostante il pessimo finale, non me la sento di stroncare la sua opera prima.
MEMORABILE: Pavarotti "a pezzi" dopo l'ultima tournè.
Tarabas: Fratelli contro lungo la ferrovia destinata ad attraversare il Colorado. Uno rapina i treni, l'altro deve impedirlo. Onesto prodotto medio di genere in cui bastava mettere Stewart, Dureya e Murphy e il gioco era fatto. Ora funziona molto meno, ovviamente, e la fotografia ipercolorata non aiuta, terribilmente passata di moda. Meglio gli interni, costruiti con un gusto meno scontato. Il resto scorre senza lasciare molte tracce, facendo rimpiangere i titoli di Anthony Mann con il vecchio Jimmy.
Rambo90: Thriller riuscito solo in parte. Il personaggio di Johnson è irritante fin da subito e va dato atto alla sceneggiatura di saper giocare bene un paio di colpi di scena, ma verso la fine qualcosa scricchiola e la storia si conclude in modo troppo facile e prevedibile. Comunque buona la regia di Lumet, mentre la De Mornay ha il giusto cipiglio (unito a un grande fascino) per il ruolo.
Redeyes: Siamo senza ombra di dubbio in uno dei punti più bassi, tristi e ridicoli del cinema nostrano. Certo fare un film comico con Greggio non è cosa semplice, tutt'altro, ma qui c'è una sorta di accanimento terapeutico verso il pubblico. Battute che difficilmente riescono a strappar sorrisi e, sopra,tutto, viste riviste e peggiorate. Presente anche Nicheli che ci propina l'ennesima performance. Ormai è divenuto cult pure lui!
Reeves: I cattivi qui sono i cartaginesi, ma il terremoto vulcanico finale è la vera attrazione finale per questo film in cui Gianfranco Parolini, ancora alle prime armi, non spinge troppo l'acceleratore sull'ironia ma si preoccupa di ricreare le stesse situazioni di Gli ultimi giorni di Pompei. Brad Harris inizia la sua collaborazione che lo porterà a lavorare spesso con Parolini. Il film ha belle sequenze ma è un po' lento e macchinoso.
Redeyes: Che De Palma sia un maestro nessuno lo mette in dubbio e io in primis lo adoro, ma questo film proprio non mi è andato giù! Bellissimo nelle inquadrature, nella fotografia e nei due grandissimi interpreti, ma stancante. Sono giunto alla fine affaticato da una storia che non avvince e deluso non poco. Il maestro del noir questa volta graffia poco. Rimandato!
Rambo90: Non ho visto l'originale, ma già questo mi è piaciuto molto. Il personaggio è perfetto per Sordi che infatti regala una delle sue interpretazioni migliori, ma De Sica nobile spiantato e buono di cuore è anche più bravo (memorabile quando cerca di insegnare al giornalaio il gioco del bridge). Finale tenero e simpatico, che sarà riciclato in pieno nell'episodio di De Sica figlio in Fratelli d'Italia. Da vedere.
Maxx g: Spari, fughe, complotti: gli ingredienti per chi ama i film d'azione ci sono tutti; la professionalità degli attori non si discute e il film è piuttosto godibile. Ad essere sinceri bisognerebbe dire "nulla di nuovo sotto il sole" e in effetti qualche idea innovativa non avrebbe certo guastato, anche se in tema è già stato detto di tutto e di più. Grande e mefistofelico Bardem, che buca come sempre lo schermo. Merita una visione, anche se il film come si diceva non si discosta dai classici del genere.
Galbo: Classico esempio del film (melo)drammatico di cui gli americani sono stati maestri specie negli anni '40, epoca d'oro di pellicole del genere. Il film ha tutte le caratteristiche di un film per la famiglia e il rapporto tra il padre ed il figlio, denso di esempi morali, diventa l'apologo dell'educazione alla vita dura ma giusta. Purtroppo l'eccessivo insistere sui toni del dramma strappalacrime fanno sì che il film sia invecchiato maluccio. Comunque da vedere. Bravissimi Peck e la Wyman.
Markus: Come diceva qualcuno "invecchiare fa schifo"; ecco dunque che, con risultatati diversi e nella consueta formula degli episodi incrociati, viene stillato una sorta di spaccato sull'argomento. Salta ahimé subito all'occhio che la vicenda (anche non banale) si poteva e doveva affrontare con maggior cura nella sceneggiatura e nei personaggi; invece il regista abbozza solo delle caricature e il nocciolo dolce-amaro della questione si riduce a un campionario di macchiette. Brizzi perde l'occasione di strizzare l'occhio alla distribuzione estera.
Matalo!: Reduce dalla guerra di seccessione in divisa sudista Matt Weaver trova che gli han confiscato tutto: terre, casa e donna. Si ribella e per ucciderlo assumono un killer creolo freddo e sprezzante, in realtà chiuso nel suo nucleo di complessi dovuti alla sua condizione razziale (è figlio di una schiava nera). Risoluzione finale a sorpresa. Western psicologico come non mai, piccola perla; forse un po'verboso ma insolito nel suo approccio. Brynner, che pretende lo si chiami col nome completo, è perfetto nella parte.
MEMORABILE: Il nome del personaggio di Brynner (un antieroe assetato di affetto e riscatto) è Jules Gaspard d'Estaing.
Siska80: Monumentale da tutti i punti di vista: cast, scenografia, costumi, effetti speciali (sorprendenti per l'epoca), personaggi storici e biblici (gara di bravura tra Heston e Brinner, quest'ultimo nel ruolo del frustrato eterno secondo), sequenze divenute indimenticabili (l'apertura del Mar Rosso, la piaga che colpisce i primogeniti egiziani) e un finale emozionante ma un po' amaro. Unico neo l'eccessiva durata, che inevitabilmente rallenta il ritmo.
Rambo90: Film di avventure piuttosto lento: nonostante una gran varietà di avvenimenti (soprattutto nella parte sull'isola) non si decolla mai del tutto. Inoltre, se Wayne è a suo agio nel ruolo del granitico capitano, meno consona sembra la Turner, con cui non trova mai l'affiatamento giusto. Belli i colori e le ambientazioni, ma forse sarebbe servita una regia più fluida, anche perché in alcuni punti sembra un film di almeno dieci anni prima. Mediocre.
Daniela: L'intraprendente Fred gestisce un'agenzia specializzata nel fornire alibi fantasiosi ai fedifraghi. I suoi guai iniziano quando si innamora della figlia di un suo cliente... Remake-fotocopia di un film francese di successo che ne replica pregi e difetti, ossia uno spunto brillante seguito da uno svolgimento da ordinaria commedia degli equivoci. Il cast conta facce simpatiche ed alcuni bravi attori (felice in particolare la scelta di Signoris) e certe situazioni divertono, ma lo sforzo di geolocalizzazione è pigramente ridotto alle inflessioni dialettali e poco altro.
Faggi: Produzione ibrida (Italia e Spagna), convenzionale ma non troppo, comunque prevedibile negli sviluppi, con disegno netto dei personaggi (il ranger integerrimo, la bella in pericolo, il fuorilegge innocente, la bella pericolosa come una vipera, l'usurpatore). La dose di azione è forte, distribuita ovunque, preponderante nel finale (la lunga sparatoria). Tutto scorre in una zona dove si trovano i cliché di genere, senza lampi d'eccezione, senza brillamenti immaginifici, ma - ed è importante - senza annoiare o far cadere le braccia.
Piero68: Come di consueto Salemme trasporta su grande schermo una delle sue pièce di successo ricorrendo al solito gruppo di giro che è comunque garanzia di riuscita e professionalità. Casagrande, Buccirosso e Paone; manca solo Izzo per ricostituire i fasti di L'amico del cuore. Purtroppo gli anni sono passati e Salemme ha perso la freschezza del suo umorismo. Sono sempre un quartetto assolutamente affiatato e i loro tempi comici da manuale, ma le gag iniziano a essere ripetitive e la sceneggiatura sembra essere divenuta un inutile orpello.
Reeves: La storica regina raccontata al modo dell'epoca tra intrighi di palazzo, duelli e soprattutto tanto erotismo più o meno nascosto, come quando lei si bagna nelle acque ormai abituali di Monte Gelato e lui la guarda sfidando ogni divieto. Un mitologico elegante, con un ritmo non certo travolgente ma una complessità di trama che lo rende simpatico e piacevole da vedersi.
Anthonyvm: Giunta al sesto capitolo, la saga ha perso ogni residuo di energia: episodio stanco, poco divertente, privo di quelle gemme di pazzia che avevano reso i primi capitoli dei legittimi (s)cult moderni. Il bersaglio parodistico è ora Ritorno al futuro: lo sviluppo è condotto banalmente (insopportabile la tranche fantasy) e gli orridi effetti visivi calano dal grado-Asylum al grado-Full Moon. Solo l'atto conclusivo tiene in serbo un po' di inaspettato sentimento (il monologo di Ziering alla clientela del bar è quasi emozionante). Dimenticabile, ma chi è arrivato al quinto può procedere.
MEMORABILE: L'incipit dinosauresco; La fata Morgana in versione travestito; Il salto temporale negli anni '50; Il ritorno al primo film; Il mondo nel 20013 (!).
Roger: La legge Merlin ha chiuso le case chiuse, ma non le ha cancellate facilmente dalla mentalità ipocrita e bigotta: come tante altre cose, tutti lo fanno, tutti ci sono passati (anche nonno Totò!), tutti magari lo rimpiangono come rito virile ma non possono ammetterlo. Il film, divertente e con protagonisti in stato di grazia, dice tutto ciò, prima di un happy end talmente frettoloso e insulso da risultare volutamente provocatorio: la figlia di buona famiglia va in sposa ad un militare che sarà perito industriale. Auguri...
MEMORABILE: Scena illuminante: madre e figlia piangono. L'una perché il marito nel casino c'è stato, l'altra perché il noioso fidanzato sportivo non c'è mai stato...
Redeyes: Un Van Damme in versione McClane ma senza l'ironia del suo ispiratore, finisce solo per apparire complessato e un po' lamentone. La fortuna gira dalla sua con un sensazionale ricattatore (Boothe) e il suo team. Lo svolgimento lo si può immaginare e proprio la "plausibilità" di certe azioni compensa l'assenza di humor che penalizza oltremodo il film. Guardabile ma nel genere c'è decisamente di meglio e lo stesso JCVD ha brillato maggiormente in altre pellicole.
Nancy: Poco o niente a che fare coi templari, il film è comunque un bel "polpettone" che spazia dallo storico al fantasy, con qualche atmosfera gotica veramente suggestiva. Non convince del tutto l'evoluzione della trama e il finale gioca un tiro veramente bruttino (e... verdognolo). Nicolas Cage tuttavia ha una faccia che convince (si sa) e, accompagnato da quello che era stato il volto di Salvatore ne Il nome della Rosa (Perlman), ci fa godere tutta l'atmosfera medievale sicuramente molto ricercata. Non da buttare.
Shannon: Due ladri si trovano: in ballo c’è un colpo da svariati miliardi di dollari. La confezione è eccellente ma la storia è esile esile e non particolarmente originale. Dopo aver ammirato la flessuosa Catherine Zeta-Jones in tutina aderente alle prese con i raggi laser ci si può riassopire.
Siska80: Giovane immigrato a New York sogna di tornare a Santo Domingo, ma molti affetti lo trattengono. Trama estremamente semplice per un adattamento cinematografico che non ha ragione di esistere, dal momento che i dialoghi sono pochi e la (bella) musica con relative coreografie azzeccate è la vera protagonista (più di qualche personaggio simpatico come Usnavi, l'anziana del barrio e la bella estetista sognatrice). Il cast è ben scelto, ma due ore sono comunque troppe e la noia finisce per prendere il sopravvento.
Giapo: Trama tanto accattivante quanto scontata: un gruppo di odiosi idioti si avventura in un paese non proprio raccomandabile: si assisterà con enorme soddisfazione alle loro inenarrabili sofferenze. La storia è risaputa, tuttavia si sviluppa in maniera sufficientemente intrigante riuscendo a tirare fuori qualche idea morbosamente originale. Horror gradevolissimo grazie a una serie di morti spettacolari e violente, ottimi anche gli effetti speciali. Consigliato.
124c: Un'organizzazione criminale pseudo-Spectre trama nell'ombra per scatenare il primo conflitto mondiale, ma se la deve vedere con il duca di Oxford, un pacifista inglese, e con suo figlio. Film che svela le origini della Kingsman in uno stravagante mix fra fumetto, spionaggio alla Bond, guerra e storia, che non sempre riesce (gli scontri in trincea sono noiosi), ma quando lo fa diverte. Ralph Fiennes si ritrova a fare l'eroe ed è un perfetto sostituto del Colin Firth dei primi capitoli. Scatenato il cameo del monaco Rasputin di Rhys Ifans.
MEMORABILE: La tata Gemma Artenton, che è anche una tiratrice esperta; Il maggiordomo tuttofare di Djimon Hounsou; Il misterioso capo dei cattivi che si rivela.
Alex1988: Grande successo al botteghino in Francia, generò, in seguito, ben quattro sequel (più un remake americano). Francamente, non si riesce a capire se questo successo sia meritato oppure no. E' un film divertente, certo, ma non appassionante. Ritmo frenetico, coadiuvato da un montaggio più che buono e anche i protagonisti sono spassosi. Ma, alla fin fine, questo è tutto quello che il film offre. Discreto.
Digital: Teen-drama di grana grossa che presenta la classica situazione della ragazza che s'innamora del belloccio problematico. Niente di nuovo dal fronte, eppure la regia riesce, soprattutto nella prima parte, a non scadere eccessivamente nel melenso, con un ritmo spedito e alcune situazioni movimentate. Tutto ciò tende a scemare nel secondo segmento, quando il tasso di drammaticità aumenta e, parallelamente aumentano gli sbadigli. Si lambisce spesso il ridicolo e molti dialoghi sono perlopiù banali, ma nel complesso è film discretamente godibile.
Rambo90: Un bel film, che intreccia più elementi (elaborazione del lutto, rancore, riabilitazione, razzismo) in modo del tutto naturale, grazie a una sceneggiatura ben calibrata e che sa evitare facili patetismi. Dura forse un po' troppo ma si fa seguire con attenzione, anche grazie alla bella prova di Costner, molto realistico nel suo ruolo senza eccedere. Brava pure la Spencer, anche se ripete un personaggio che ormai conosce a memoria. Buono.
Daniela: Fra tutti gli attori che sarebbero potuti in mente per interpretare sullo schermo la figura di Patch Adams, Williams è senza dubbio la scelta più naturale ma, nello stesso tempo, anche la più infelice, proprio perchè troppo consono alle sue corde abituali. Grande attore (e lo dimostra ancora nelle rare occasioni in cui si trova alle prese per personaggi sgradevoli), ma senza freni, Williams aggiunge un surplus di melassa ad una vicenda che avrebbe avuto invece bisogno di maggior asciuttezza e rigore (magari con un attore "antipatico").
124c: Strano come il Solomon Kane di James Purefoy assomigli al Van Helsing interpretato da Hugh Jackman nel film omonimo del 2003 e come l'attore inglese sembri la controfigura del Wolverine cinematografico in questo film. Già, veramente strano. Perchè, a parte la somiglianza, il resto è ben poco. Il film, tratto da un racconto di Robert Howard (Conan il barbaro), però, non si avvicina minimamente al Conan di Milius (che era sì un po' noioso, ma anche epico), nonostante i grandi attori che vi recitano. Mediocre.
Hearty76: Film abbastanza simpatico e scorrevole. La Parker però pare un po' fiacca e disorientata nel personaggio superurbanizzato di mamma e moglie, strattonata tra brillante carriera e sensi di colpa domestici. Un ruolo insolito forse azzardato e non sostenuto a dovere. Sembra un episodio di Sex and the city, ambientato in un ipotetico futuro con qualche anticipazione di Divorce. Si salva qualche battuta pungente e qualche risvolto di tenera complicità amicale. Per il resto solita favoletta "U.S.A. style" intinta in un moralismo da scatola di cereali.
MEMORABILE: "Prima facevano le torte e fingevamo gli orgasmi, adesso fingiamo le torte".
Rigoletto: Ottimo film di Totò, superiore alla media e realizzato in quei primi anni '60 nei quali il grande comico infilò altri capolavori della commedia italiana. Un periodo sicuramente prolifico in cui anche le gag sembrano più riuscite, più divertenti. In questo film, complici un grandissimo De Sica e un Agus in palla, riesce a fondere umorismo e tristezza nel contesto dei fatti dell'8 settembre. Finale melodrammatico che poteva lasciare aperta un porta a nuove evoluzioni del personaggio di Totò. ***1/2
MEMORABILE: La pernacchia al tenente Kessler; La lettera del dottore; L'attività di reclutamento di Capurro; La "confessione" telefonica; Il finale.
Homesick: Ordinario film sulla Casa Bianca dove si incrociano thriller politico, infiltrati, spionaggio, love-stories clandestine, rancori tra ex amici. Lo svolgimento è prevedibile ed assomiglia ad innumerevoli pellicole già viste negli anni precedenti. Il cast è di lusso ma nessuno si distingue per particoalare efficacia e carisma; inconsistente la parte dell'ex "casalinga disperata" Eva Longoria.
Ale nkf: Buon film. L'ambientazione è buona e anche il cast si rivela più abile del previsto. Le scene all'interno delle piramidi sono state girate accuratamente e le fughe da quegli insetti mangiacarne sono molto divertenti. Buona l'associazione tra thriller e fantastico.
MEMORABILE: Quando gli scarafaggi mangiacarne divorano Benny.
Galbo: Per evitare l'effetto saturazione dovuto all'ennesima riproposizione della fiaba di Peter Pan, gli autori di questo film hanno deciso di destrutturarne la storia i cui elementi sono confusamente mescolati insieme. L'effetto è nel complesso abbastanza indigesto e pesa la pessima scelta di Hugh Jackman come protagonista. Funzionano invece benissimo l'interprete di Peter, giovane attore davvero dotato, e i mirabolanti effetti speciali, tra i migliori mai visti. Per fortuna pare che ci verrà evitato il sequel.
Redeyes: Sembra quasi di esser con loro a cavalcare le onde e a sfidare la forza di gravità. Più che dalla trama, peraltro nient'affatto male, sono rimasto affascinato dal potere adrenalinico e suggestivo di certe riprese. Swayze è devastante! La scena finale con Bodhi che affronta l'onda perfetta è la sfida delle sfide! Alcune scene sono entrate nel collettivo comune (vedi i rapinatori presidenti, ripresi dai Manetti Bros. di "L'esercito del surf"). Cammeo di Antony Kiedis. Assolutamente imperdibile!
Gottardi: Dio è un ometto di mezza età sadico e carognesco che vive in uno squallido appartamento a Bruxelles e si diverte con un PC a tormentare le vite degli umani. La figlia gli blocca il PC, manda a tutti sul cellulare la data di morte e fugge in cerca di nuovi apostoli. Trama bizzarra e svolgimento ancor di più per una commedia atea ma non blasfema, divertente e pungente, che ci dice come in fondo Dio siamo noi. Qualche momento è fin troppo ermetico da sconfinare nell’inutilmente incomprensibile. C’è comunque del talento visivo e narrativo, un ottimo Poelvoorde e bellissime musiche.
MEMORABILE: Il countdown sui cellulari; La lavatrice che immette all’esterno.
Xamini: Scifi action un po' splatter (anche in modo un pelo grottesco) non perfettamente rifinito ma con due ottimi volti a fare da protagonisti (Law e Whitaker, mentre Carice "Melisandre" van Houten ha una particina, ahimè). L'idea alle fondamenta è buona e funziona, l'ambientazione fa il suo ma non è certamente memorabile, mentre l'andamento risulta un po' prevedibile, sino alla conclusione in cui un piccolo twist consente di lasciare un sapore un pelo diverso da quello maturato sino a quel momento. Peccato per la credibilità scarsa di un po' di scene.
MEMORABILE: La citazione a [f=4338]Old boy[/f]; La chirurga; Il colpo di scena.
Gestarsh99: Proprio come la New York di Carpenter e la Scozia di Marshall, anche la penisola coreana infetta è zona off limits, cinturata nell'autodisfacimento a tempo indeterminato. Sequel scollegato dagli esiti del primo film, in cui l'originalità circostanziale del capostipite lascia il posto a un prevedibile (seppur scorrevole e intrattenente) action fra il militaresco e il postapocalittico, con tutte le fermate d'obbligo intrinseche al meta-genere: "santi gral" da recuperare, prigionieri dati in pasto ad arene da combattimento, automezzi sgommanti fra termitai di zombi energizzati Duracell.
MEMORABILE: La mandria di infetti distratta dalla stroboscopica macchinina radiocomandata; Il match collettivo di MMA fra prigionieri e zombi.
Greymouser: Se si accetta la dimensione puramente spensierata e spensierante di questo scatenato action-fantasy-movie si passa un po' di tempo senza annoiarsi e con qualche picco di sano divertimento causato dalle scene più eccessive e rutilanti. Non è molto ma neppure poco. A volte è anche bello fare lo spettatore di bocca buona...
Renato: Commedia tutta al femminile con la notevole coppia Cardinale-Spaak. Filmetto leggero, abbastanza gradevole e coloratissimo, ma senz'altro troppo lungo per reggere due ore di durata: nella seconda metà il motore perde fatalmente colpi. E anche se il cast è di buon livello, alcuni attori sono sprecati: per esempio ci si chiede che senso abbia chiamare Aldo Giuffré per fargli dire un paio di battute banali in una scena peraltro del tutto pleonastica. La confezione è impeccabile, comunque. Curiosa l'autoironia della Cardinale sulla sua voce.
Ruber: Solita commedia sexy erotica Anni '80, diretta da Siciliano, un professionista del campo. Il film in sé non è nulla di che e una coproduzione italo spagnola, con trama trita e ritrita; La solita bella ragazza (in questo caso la Well) che scappa della Sicilia per evitare un matrimonio e andare dallo zio in Spagna; lì scoprirà che lo zio e la sua stramba famiglia sono avezzi alla lussuria più sfrenata e dissoluta. Se la sceneggiatura è poca cosa, un po' meglio va con la fotografia le belle scenografie in Costa Brava.
MEMORABILE: Lo zio che anche se in tarda età continua ad avere pulsioni sessuali.
Daidae: Trama poco comprensibile con l'aereo Stealth umanizzato che diventa prima cattivo, poi buono, poi cattivo... Attori squallidi ma proprio per questo adatti a film come questo, fatti solo per ragazzini amanti della CG. Chi invece ama il vero cinema difficilmente apprezzerà questa roba. Un pallino.
Deepred89: Riuscitissima incursione di Fulci nel genere western. Violento, avvincente e senza troppe lungaggini, decisamente ben diretto con alcune inquadrature da manuale. Ottima la coppia Nero-Hilton e memorabile Nino Castelnuovo come cattivo. Qualche esagerazione e qualche effetto non proprio riuscito non inficiano sul risultato finale. Bella la colonna sonora. L'ambientazione dell'inseguimento iniziale ricorda alcune location di Non si sevizia un paperino, film che tra l'altro riprende da Tempo di Massacro, ampliandola, la scena finale.
Rambo90: Film di avventure piuttosto lento: nonostante una gran varietà di avvenimenti (soprattutto nella parte sull'isola) non si decolla mai del tutto. Inoltre, se Wayne è a suo agio nel ruolo del granitico capitano, meno consona sembra la Turner, con cui non trova mai l'affiatamento giusto. Belli i colori e le ambientazioni, ma forse sarebbe servita una regia più fluida, anche perché in alcuni punti sembra un film di almeno dieci anni prima. Mediocre.
Myvincent: Una versione ancora di "Le rouge et le noir" di Stendhal, fedele al racconto, ma poco profondo nei suoi significati reconditi. C'è un giovane che dovrebbe dedicarsi alla vita ecclesiastica e invece confusamente strapazza i cuori femminili. Bravi gli interpreti (compresa la nostrana Antonella Lualdi), efficaci i costumi e le ambientazioni. Un romanzone cinematografico che si lascia vedere, ma che non "buca".
Renato: Discreto soft di Joe D'Amato, con una trama anche meno delirante della media (escluso forse il finale). Se si riesce a superare lo scoglio iniziale e cioè credere alla coppia Harrison-Navarro come borghesi in crisi rifugiati ai Caraibi, allora il più è fatto e ci si può godere il film senza grossi problemi. Come sempre nei film del regista, le scene erotiche sono realizzate con cura.
MEMORABILE: Harrison che, con notevole sagacia, getta l'indigena tra le braccia della moglie sessualmente insoddisfatta.
Redeyes: Metterei un pallino e nulla più e sarebbe esaustivo.. Nell'oblio delle pellicole parodistiche americane c'è una crisi nera e lo dico dopo i vari Superhero, 3ciento..., ma qua si riesce a toccare nuovi limiti. Non si ride mai, salvo in un paio di situazioni (il ragazzino amante dell'hockey malmenato per errore e Jacko pedofilo nel parco), ma per il resto c'è una totale assenza di humour, di sceneggiatura. Ci sono voluti due anni per vederlo; peccato così poco tempo, tutto sommato. Povero Leslie.
Giùan: Secondo "fake biopic" di Larrain, in un film meno ostentatamente metanarrativo di Neruda ma non meno complesso e stratificato. Tutta concentrata sull'"agire" di Jackie nei giorni immediatamente successivi alla morte di JFK, l'opera azzarda un'analisi profonda sulla dimensione pubblica di un personaggio storico (e la sua ossessione iconofila) contrapposta alla percezione di sé della Bouvier (l'intervista/il colloquio col padre gesuita). Manca tuttavia, rispetto al cinema migliore del regista cileno, un focus, una scintilla. Tiepido appiattimento dominante.
Ultimo: La trasferta londinese dei fratelli Vanzina dà vita a una gradevole commedia, poco improntata sulla risata quanto piuttosto sul romanticismo e la malinconia. La trama è poca cosa, ma il cast non se la cava male e così il film scorre senza troppi problemi. Certo, non è nulla di eccezionale e i Vanzina hanno fatto di meglio, ma può passare in una serata tranquilla davanti al piccolo schermo. Da segnalare Brignano come migliore del cast. Una pellicola con un suo perché.
Daniela: Classico che difficilmente riesco a vedere senza commuovermi. Bellissime certe sequenze come la corsa del ragazzo e del cerbiatto nel bosco, buona l'interpretazione di tutto il cast (il sottile umorismo di Peck, l'apparente aridità della Wyman), toccante la storia dell'amico malato, ma quello che rende questo film particolare rispetto agli altri del periodo incentrati sull'amicizia fra un bambino e un animale è la conclusione dolorosa, una lezione di vita dura ma realistica, tappa necessaria per crescere e diventare uomo.
Trivex: Classica commedia anni 70 ove convivono ironia e melanconia insieme, con piccoli tratti che debordano nell'amarezza, quella della famiglia che suo malgrado subisce un evento doloroso e non meritato. Lo sviluppo è comunque prevalentemente ridanciano, con Bramieri che racconta le sue barzellette e con Chiari che, alimentato dalla sua anima inquieta ed esuberante, non smette di cianciare sopra le righe, bere vino e fornicare per tutta la durata del film. La bellezza di Cinzia Monreale è quasi insostenibile: come non perdere la testa per lei?
MEMORABILE: Il primo incontro/scontro; La partenza in treno di lei; Il ritorno a casa "doloroso".
Harrys: La solfa è pressappoco la stessa. Se si è ben disposti, non ci si può non divertire; se la "serialità estrema" annoia, meglio fermarsi al capostipite. Personalmente mi schiero coi felici e contenti. Cambio di marcia rispetto agli arzigogolati quarto e quinto capitolo, probabilmente un po' troppo versati al dipanamento molesto di grovigliose matasse. Questo sesto (e non ultimo) capitolo si dimostra di respiro più ampio, sfociando nella sanità e nella finanza. Encomiabile il collegamento col terzo episodio. Greutert meglio di Hackl alla regia.
Raremirko: Classico compitino televisivo svolto senza troppo impegno, seppur cast (c'è pure la Prati, strano e Haber è al solito bravo), crew e basi di script siano tutto tranne che mediocri. Qualche perizia qua e là si riesce a cogliere, ma in un'ora di girato non c'è nulla che davvero possa interessare. Finale più o meno riuscito, ma Loy, in tv e al cinema, lo si ricorda per ben altro. Sufficiente e dignitoso, ma nulla più. Il Lamberto Bava di turno, vista la sua maggiore dimestichezza al genere, avrebbe potuto magari anche fare di più.
MEMORABILE: L'ambiente del porto, ben riprodotto; Gli scatti nevrotici di Haber.
124c: Personaggio che vince (Pierino) non si cambia. Al massimo lo si chiama Giggi, ma il succo è sempre lo stesso: è l'Alvaro Vitali show! Stavolta il nostro Alvaro, quindici anni prima scoperto da Federico Fellini, gioca a fare il "duro", citando, alla sua maniera, il Giggi il bullo di Ettore Petrolini. Il risultato è un film stentato, con la bella Adriana Russo contesa fra Giggi e il suo rivale. Due curiosità: nel cast figurano le doppiatrici di anime Cinzia de Carolis e Susanna Fassetta.